Il viaggio è umido e misterioso, in uno spazio che fin dal 1600 ha avuto una funzione necessaria per la città di Napoli. Dapprima luogo degli acquedotti, utile scorciatoia per attraversare la città da un capo all'altro, poi deposito dove venivano scaricate auto e moto. La location conserva ancora questi resti d'epoca ed è una splendida visione passeggiare in un luogo carico di memorie. Dopo una breve presentazione di come si svolgerà lo spettacolo, si sentono strani suoni provenire da delle fessure, un uomo sbuca all'improvviso: l'azione teatrale è iniziata e nessuno se ne era reso conto perché già ne faceva parte.
Vincitore dell'"E45 Fringe Festival" nel 2013, lo spettacolo di Raphael Bianco è stato ideato appositamente per il Tunnel Borbonico. L'itinerario nel quale il pubblico viene coinvolto è l'occasione ideale per godere del Tunnel e vedere uno spettacolo alternativo di danza contemporanea. L'idea del coreografo è entusiasmante perché sa come sfruttare gli spazi, coinvolgendo direttamente gli spettatori. I danzatori in questo sono molto lucidi e attenti e con accortezza scelgono le loro squadre di osservatori, per poter raggiungere la loro possibile salvezza. Una collaborazione artistica a più mani, grazie alla preziosa band di musicisti che incantano e creano la giusta atmosfera per poter davvero vivere con gli interpreti questa lotta per la sopravvivenza.
Gli elementi coreografici vengono inseriti nei luoghi e nei momenti opportuni, ma va sottolineata l'eccessiva violenza dei contatti corporei. Sorgono spontanee domande del tipo: “È opportuno essere brutali fino al punto di farsi del male, per salvarsi? Davvero l'uomo è homo homini lupus?” Non saprei rispondere e forse perché di violenza se ne vede e sente talmente tanta che sarebbe piacevole immaginare una via per la possibile salvezza senza che ci si divori gli uni con gli altri. In effetti lo spettacolo questa soluzione la sceglierà alla fine: i danzatori collaborano per raggiungere lo stesso obiettivo.
I movimenti sono esteticamente chiari e coerenti durante tutto lo sviluppo, sebbene alcuni momenti di partnering risultino un po' troppo meccanici e artificiali. I costumi sono adatti al luogo e alla qualità della performance. Gli interpreti sembrano dei selvaggi o minatori intrappolati; il loro comportamento è particolarmente strano, forse per l'adattamento all'ambiente o necessità di sopravvivere al loro destino. Il pubblico viene alla fine invitato a sedersi per poter vedere lo scontro finale tra i danzatori.
La proposta artistica di Raphael Bianco è uno stimolo sincero per valorizzare il Tunnel Borbonico e per poter proporre un percorso diverso all'interno degli scavi. Musica, danza, storia, persone: è il mix giusto per poter vivere un'esperienza unica in uno tra i luoghi più magici e sotterranei della città di Napoli.
Itinerario. Per una possibile salvezza
ideazione e coreografia Raphael Bianco
con Alberto Cissello, Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano
improvvisazione sonora a cura di Ivan Bert
tromba, flicorno Ivan Bert
sax tenore, sax soprano Paolo Porta
clarinetto basso, sax soprano Luca Biggio
percussioni Adriano De Micco
produzione Compagnia EgriBiancoDanza
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival/ E45 Napoli Fringe Festival
durata 30'
Napoli, Tunnel Borbonico, 15 febbraio 2014
in scena dal 14 al 16 febbraio 2014