“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 05 February 2014 00:00

L'amore estremo di una madre

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Quando l’amore è… donna. Così è presentato lo spettacolo Amori criminali con Tina Femiano nella rassegna del Teatro Il Primo. Si tratta di cinque monologhi. Il primo coincide con l’ultimo riportandoci al punto di partenza che è una specie di sogno, la fiaba magica di Santina che si innamora del re dei topi. Le altre donne sono tutte più reali.

Tina Femiano le interpreta tutte ed ogni volta sa essere diversa. Il corpo coperto da un abito bianco come un foglio sul quale poter scrivere e attraverso il suo corpo ci parlano, in ordine, le donne dei racconti di Patrizia Rinaldi, Massimo Carlotto, Ciro Marino, Manlio Santanelli e Roberto Cavosi.
Santina non si curava dell’amore prima dell’incontro con il re ma la seconda donna si, ne ha un gran bisogno. Canta Il cielo in una stanza con la voce rotta. È ubriaca. “Niente più niente al mondo” dice la canzone ed è il titolo del romanzo di Massimo Carlotto che la Femiano ci fa vivere. La donna ha il frigo vuoto come i giorni che trascorre attaccata alla bottiglia, con un marito che non la ama abbastanza e una figlia ventenne con la quale non ha dialogo. Poi il raptus, la violenza sulla figlia fino ad ucciderla. Il buio e la luce. Adesso la donna è una madre disperata. Il figlio è morto ma non per mano sua. Il giovane Attilio Romanò è una vittima della camorra. “Quel che resta è l’assenza” ci dice una donna che non esiste più perché sopravvissuta al figlio e a tutto quello che lui poteva essere, perché non potrà avere giustizia né vendetta. Il buio e la luce. L’atmosfera cambia. Una devota di San Gennaro va a parlare al patrono della città per assicurargli la sorte del figlio scippatore. La spontaneità della donna e la storia che racconta al santo, con l’aneddoto dell’orecchio staccato via a morsi ci fanno sorridere. È il racconto che preferisco, forse per il dramma misto al riso che fa apparire il quadro come qualcosa di estraneo al resto. L’interpretazione dell’attrice è più spumeggiante e i minuti volano. Il buio e la luce. La donna che ci parla adesso ha gli occhi sgranati e le mani sul petto. Come una donna che abbia perso la ragione ci racconta la sua storia di madre costretta a dare via il figlio da giovane e desiderosa in vecchiaia di essere da lui amata. Un amore non corrisposto che la porta al gesto estremo dell’assassinio. Il buio e la luce e Santina riconquista il suo posto al lato del palco, su una sorta di trono, per salutarci.
Le storie estreme che ci sono state raccontate sono storie di madri. Non tutte le donne lo sono. Troppo complicato cercare di inserire lo spettacolo nella definizione della rassegna Quando l’amore è… e troppo semplicistca e generica la risposta “donna”. Due di esse hanno ucciso il proprio figlio, un’altra tenta di proteggerlo mentre all’altra è stato tolto con violenza. La capacità con la quale, dopo pochi secondi di buio, Tina Femiano riesce ad entrare nei panni di ognuna di queste madri è straordinaria. Ce le offre con la giusta sfumatura, la voce esatta ma finiamo col conoscerle poco, passando da una all’altra senza entrare veramente dentro a nessuna.

 

 

Amori criminali
adattamento e regia
Carmen Femiano
tratto da testi di Patrizia Rinaldi, Massimo Carlotto, Ciro Marino, Manlio Santanelli e Roberto Cavosi
produzione Altamarea
lingua
italiano
durata 40'
Napoli, Teatro Il Primo, 1° febbraio 2014
in scena 1° e 2 febbraio 2014

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