“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 30 January 2014 00:00

Un'ora da fiaba

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La casa è piccola e sbilenca ma è una scatola magica. Si apre e dentro tutto è bello, bianco, luminoso. I genitori cantano e i bambini mangiano un dolce gigante. La vita è una festa ma… non è questa la storia. Bisogna ricominciare.
La casa è piccola e sbilenca ma è una scatola magica. Si apre e dentro è tutto cupo, povero, spento. I genitori gridano e i bambini sono affamati. È questa la storia giusta, di Hansel e di Gretel, della mamma cattiva e del debole papà, della strega e del corvo nero. Che creatura fantastica il signor corvo, pronto a cancellare ogni ansia con una risata! Grazie a lui niente fa troppa paura.

“Perché la mamma e il papà vogliono abbandonare Hansel e Gretel nel bosco?”, “ma poi la ritrovano la strada di casa?”, “come faranno senza i sassolini bianchi?”, “ma la strega è cattiva?”. Poi però una risata rassicura tutti: sicuramente Hansel e Gretel supereranno ogni avversità e tutto andrà bene.
Lo spettacolo del Crest è costruito intorno, dentro e sopra una struttura centrale tridimensionale, la casa-scatola. La facciata azzurra con le porte e le finestre oblique si spalanca lasciandoci guardare l’interno povero in cui c’è solo un tavolino e una sedia. La prospettiva della casa è molto accentuata e alla grande facciata corrisponde un piccolo fondo, che è una quercia. La scatola, infatti, gira e sui lati la stoffa bianca e i rami ricreano il fitto bosco tutto intorno ai due bambini... Hansel e Gretel corrono in cerca del sentiero per tornare a casa e la scatola gira. I genitori si nascondono, non vogliono farsi raggiungere. Entrano tra i rami di un lato ed escono tra quelli dell’altro mentre la scatola continua a girare in un vortice di alberi tutti uguali e di emozioni contrastanti. Ritorna costante, ad ogni giro, l’immagine della casa che sembra vicina ma è lontana, in fondo alla strada smarrita. La scatola è anche la casetta di marzapane, la casa dei sogni per un bambino affamato. Tutto è commestibile. La proprietaria è bella e generosa ma… “mai lasciarsi ingannare!” ci avverte una voce. È la strega che vuole bambini cicciottelli solo per renderli più gustosi da mangiare. Allora la scatola si gira di nuovo e la quercia del fondo diventa la prigione di Hansel. La struttura di legno e ferro è proprio come un giocattolo che si apre e si trasforma a seconda della posizione in cui viene messa. Ci sono porte, finestre, grate e forni da aprire e richiudere. Il regista ci gioca e ci lascia giocare gli attori.
La storia di Hansel e Gretel è la storia di un abbandono ma anche la storia di un ritrovamento. I bambini crescono, diventano indipendenti, si salvano da soli con ingegno e cooperazione e nello spettacolo ogni cosa è ben sottolineata.
Hansel e Gretel riescono ad uccidere la vecchia strega, le rubano i tesori e ritrovano la strada di casa con l’aiuto del Signor Corvo. Si ritorna. La scatola gira di nuovo. La strega è morta e la madre cattiva non c’è più. Il corvo nero, spezzata la maledizione si trasforma sulle note dei Pink Floyd in un bellissimo cigno bianco. Il padre adesso può essere amorevole.
Lo spettacolo è bello, da qualunque lato lo si voglia guardare. Gli attori sembrano venuti fuori dal libro, come se i personaggi, stanchi del mondo di carta, si fossero staccati dalle illustrazioni e avessero scelto il teatro per vivere tridimensionale. Non si direbbe che ad interpretare i bambini ci siano degli adulti, né che la vecchia strega in realtà non sia gobba e abbia la voce dolce. Tutto è molto curato, dall’interpretazione ai costumi. Anche lo scorrere del tempo della prigionia, scandito come un orologio a cucù in una delle scene, per me, più affascinanti.
Tutta la cura per la messinscena della storia è stata ben ripagata dal pubblico numerosissimo, con lunghi applausi e l’assalto finale agli attori per chiedere loro l’autografo. Molti bambini con i loro genitori non sono riusciti ad entrare al Galilei 104, domenica. Molte famiglie si sono fatte sistemare sulle scalinate pur di non perdere l’evento. Il tutto esaurito a teatro mi mancava. Fortunati noi che siamo riusciti ad esser spettatori e che abbiamo avuto la possibilità di vivere un’ora da fiaba. A casa portiamo po’ di incanto ed un foglietto con su scritto a penna “Gretel”, “Hansel”, “La strega”, "Cu! Cu! Il corvo”.

 

 

 

La storia di Hansel e Gretel
testo
Katia Scarimbolo
scene, luci e regia Michelangelo Campanale
con Catia Caramia, Marianna Di Muro, Giulio Ferretto, Paolo Gubello, Luigi Tagliente
costumi Cristina Bari
tecnico luci Vito Marra
foto di scena Marco Caselli
produzione
Crest di Taranto
lingua
italiano
durata 1h
Napoli, Teatro Galilei 104 – Le Nuvole, 26 gennaio 2014
in scena 26 gennaio 2014 (data unica)

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