“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 09 February 2014 00:00

Il profumo della ricerca

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Dove nasce una ricerca? Quando nasce? Come si sviluppa? Ricerca è cercare. Cercare è andare. Da A a B. E se invece il percorso fosse inverso? Se il fine si trasforma nel principio? Se il percorso diventa sostanza? Se quell’obiettivo lontano si arricchisce di ruscelli collaterali? Ci si può rendere conto, nel percorso, che la vera ricerca, il vero obiettivo, non è arrivare, ma camminare, la strada percorsa per arrivare al risultato, alla meta.

Una ricerca in campo umanistico è una discesa nel labirinto della conoscenza. Un percorso di con-centrazione, ritrovamento del centro, e ritorno all’esterno, dopo il confronto vittorioso con il Minotauro dell’ignoto. Se vince il Minotauro si continua a girare in tondo nella spirale dei tentativi vani, nelle tenebre del non conosciuto, illuminati da brevi sprazzi di luce, intuizioni fugaci, che potranno essere la chiave per l’uscita o l’ennesimo passo falso, l’ennesima falsa svolta.
La ricerca archeologica moderna, smessi i panni dei cercatori di tesori, sfoglia con amore le pagine della terra, gli strati antropici accumulati nel corso dei secoli, per ricostruire a ritroso il filo delle azioni compiute dagli esseri umani. Colore, consistenza, composizione, materiali dispersi, immondizia dei secoli che furono, tutto viene registrato, catalogato e, nei limiti del possibile, interpretato. Si tratta pur sempre di un puzzle di cui abbiamo perso tanti pezzi per la via, non sappiamo precisamente quanti, abbiamo perso anche la scatola con il disegno.
E poi ci sono gli archivi. Un mare sconosciuto. Un archivio non è una biblioteca, anche se apparentemente la funzione è simile. Libri e documenti si leggono, ma non è esattamente la stessa cosa.
Un libro è concepito per la lettura, ludica o professionale non importa, ma è stato concepito da qualcuno perché altri lo legga in quanto tale. Anche il documento di archivio è concepito per essere letto, s’intende, ma si tratta di una lettura, se vogliamo, funzionale. Si tratta di atti giuridici, lettere, provvedimenti, circolari, documenti nel senso corrente e comune del termine. Sono oggetti che hanno prodotto effetti, concepiti per produrre effetti.
Quando la polvere del tempo si stratifica su di loro tuttavia, quando l’umidità inevitabile ha reso più pesanti quelle pagine di pura cellulosa (una goduria per tarli e pesciolini d’argento...), quando il loro fruscio diventa pesante e l’odore pungente, ecco che quelle carte possono illuminarsi di nuova luce.
Le grafie fiorite della fine del XIX secolo evocano un mondo passato, fatto di scrivani e di bella grafia. Quegli atti ormai passati si dispongono davanti agli occhi, tasselli di una storia, testimoni di un processo, quello del divenire umano. Sta a noi porre le domande, interrogare questi testi reticenti, chiamarli alla sbarra, magari più di una volta, pronti a guardarli ogni volta con occhi nuovi o con nuove domande. E magari quel documento che un anno prima se n’era restato muto, inerte, inutilizzabile, sterile, un anno dopo può aprire la chiave per aprire una nuova porta, un nuovo cassetto. La delusione spesso è dietro l’angolo, beninteso. A volte quell’intuizione non basta e bisogna ricominciare da capo, senza fretta, senza cercare scorciatoie. Ricerca è avere le orecchie aperte e i sensi tesi. Pronti a cogliere ogni accenno, ogni aiuto, ogni appiglio. Ricerca è confronto con l’altro, perché è nello sforzo di convincere l’altro che il pensiero acquista chiarezza, si cesella, esce dal solipsismo individualista e si trasforma in strumento al servizio della collettività.
E poi ci sono i colpi di fortuna. Ogni tanto. Idee buone, conversazioni illuminanti, persone gentili. La ricerca è un percorso individuale, sicuramente, ma anche Teseo ha avuto Arianna a dargli il filo per uscire... E allora in un attimo e per un attimo la fatica si cancella, le ore di lettura inutile, la noia delle trascrizioni. Per un attimo ci si sente volare, ci si sente leggeri, tutto diventa chiaro, si è avuto ragione del Minotauro. La puzza di umidità si trasforma nel profumo della ricerca.

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