“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Paola Spedaliere

"Ma", la sillaba primitiva

Candida Nieri, vincitrice del premio Ubu, è già sul palco all’ingresso in platea degli spettatori.

Shakespeare Forever

Il palco è diviso in due aree sceniche: a destra un ampio paravento con tendaggio bianco (che nasconde un trono) e, accanto, un tavolino con della frutta e una sedia savonarola, mentre a sinistra campeggia una scrivania messa di sbieco, coperta da un telo rosso su cui sono affastellati dei libri, delle carte, un piccolo specchio.

Fiori, note musicali e piccole tragedie contadine

Fiori, fiori ovunque. Stampati sugli abiti delle donne che compaiono quasi al limite del boccascena, sedute mimando il gesto dello schiacciar le mandorle, fiori dritti impertinenti che coprono un tappeto d’erba sul palco leggermente inclinato verso la platea ad evocare una campagna rigogliosa e incombente. Fiori sul cappello a tuba del contadino Nino Schillaci, detto Liolà.

Se l'esperimento fallisce

Sulla scena del Teatro Piccolo Bellini si trovano una batteria sulla sinistra e una gabbia all’estrema destra, dove un uomo vestito di pellicce suona un contrabbasso. Al centro una scenografia mobile, che ricorda i libri dei bambini tridimensionali, suggerisce gli interni dove si svolge la storia. 

Mare Redentore

Una nota di pregio di questa edizione del Napoli Teatro Festival Italia è la scelta dei luoghi della città estremamente suggestivi per raccontare come una storia si possa trasformare in teatro. Dopo Villa Pignatelli, un’altra scenografia naturale è il Molo San Vincenzo occupato dalla Marina Militare e per questo motivo interdetto ai comuni mortali. Per il Festival, la Marina ha offerto ospitalità per la rappresentazione di Mare Mater di Fabio Cocifoglia e di Alfonso Postiglione, storia di mare e redenzione che ha come sfondo il colle su cui domina Castel Sant’Elmo, il Maschio Angioino sulla sinistra e il Porto sulla destra del pubblico.

La scomposizione dell'attimo visivo

Il buio prevale nettamente sui pochi oggetti fiocamente illuminati sul palco: vi è un lungo tavolo posto verticalmente alla platea su cui si intravedono dei calici e dei piatti, inoltre vi sono solo due sedie trasparenti come quelle del designer Philippe Starck poste da un lato e dall’altro di esso. Un grosso schermo rettangolare è posto alle spalle del lungo banco, qui verranno proiettate le immagini che una piccola telecamera calata dall’altro molto lentamente riprende avanzando sul tavolo a raccontarne le minuzie.

L'amore che danza

Il palcoscenico di Villa Pignatelli dove va in scena lo spettacolo La danse des amants di Sara Sole Notarbartolo è meraviglioso e suggestivo: è il prato di una delle grandi aiuole alberate situate alle spalle dell’edificio neoclassico illuminato di giallo e di blu. È un prato che presenta dossi, piccole collinette, che si presta alla perfezione a raccontare il luogo della storia, una festa di paese che tutti gli anni si ripete il 20 giugno del Millenovecento e qualcosa.

L’equilibrio precario di un’altalena

Il Napoli Teatro Festival Italia edizione 2016 ha in sé uno spettacolo che è parte integrante di un progetto che prevede la collaborazione tra teatri, istituti penali per minori e scuole grazie a percorsi che mirano a ricostruire la coscienza etica del giovane che delinque e renderlo un adulto consapevole in grado di reinserirsi nella società.

Il teatro, moltiplicatore di vite

Inizialmente sul palco del teatro dell’Ex Asilo Filangieri si contano una decina di uomini e donne vestiti elegantemente di nero che portano delle sedie. Sembra debbano sedersi, ma in realtà, non appena le poggiano a terra, riprendono nuovamente a muoversi seguendo percorsi curvilinei. Ogni tanto uno di questi attori sembra sedersi nel silenzio e nell’immobilità di tutti gli altri, ma un segno di insofferenza o una smorfia di disappunto lo fanno desistere e quindi riprende il moto circolare, assolutamente non uniforme.

Se amore vuol dir gelosia

Il palco è trasformato in un interno di una casa altoborghese che ha conosciuto giorni migliori, infatti le pareti dai colori nelle tonalità pompeiane ormai sbiadite portano le tracce dell’intonaco liberatosi del colore qua e là. Sullo sfondo si aprono due porte che comunicano con l’esterno e vi sono tre portabiti messi sulle tre pareti pieni di vestiti dalle sfumature bianche che completano la scena. Anche alcune sedie messe sul palco svelano un passato diverso nella tappezzeria che manca negli schienali. Tre lampadari portacandele pendono dal soffitto a connotare un’epoca.

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il Pickwick

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