“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 11 December 2012 16:46

Il teatro cerca casa... e porta a casa Lucia Migliaccio

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Una parete viva di libri fa da sfondo. Tra gli scaffali occhieggiano due marionette (Don Qujiote e Sancho Panza?), una lampada Falkland di Munari illumina con morbida discrezione un salotto caldo e accogliente.
Brusio animato e allegro. Pubblico adulto, forse un po’ attempato, ma si vede, qua e là, per fortuna, qualche volto più giovane, che colora di profumo l’affollato salotto. Sulla scena, separata idealmente, ma non fisicamente dal pubblico, c’è già un’installazione: una nuvola, di rete metallica a trama fitta. Sembra quasi fatta di fumo, ha un’essenza magmatica e un cuore pulsante, fatto di luce, che si intravede sotto la rete, anch’esso di massa metallica aggrovigliata.

Una voce limpida e squillante esce dalla massa che si muove, quasi come magma o spuma marina, come un bozzolo di seta e piano piano, sinuosamente, la nuvola si trasforma in una gonna, da cui emerge un corpetto, spalle ampie e bianchissime, una piccola testa bruna dai capelli corti e un sorriso magnetico.
Lucia Migliaccio, nata duchessa di Floridia, vissuta principessa di Partanna, morta regina, in quanto moglie morganatica di Ferdinando IV di Borbone, ci investe con un torrente di parole e ci tiene sospesi, fino alla fine (e la si ascolterebbe per ore), mentre ciacola senza sosta e ci racconta di lei, della sua nascita, il matrimonio, l’incontro con Ferdinando e anche di Lei, Maria Carolina, il cui nome verrà pronunciato forse solo una volta, sostituito poi da quel pronome, con un allungamento della vocale pari forse solo al (mal)celato contrasto tra le due donne.
La duchessa di Floridia ostenta un marcato accento siciliano, la sua voce è un torrente in cui le parole rotolano veloci e scintillanti come sassi. Intrighi di corte, gestione del regno, abitudini del re, pettegolezzi, aspetti della vita privata... tutto è sullo stesso piano, tutto affidato al cicaleccio tra salottiero e pettegolo, tutto visto come da dietro il ventaglio, di metallo intrecciato anch’esso e con fiori inanellati come in bouquet. E così apprenderemo delle dicerie sul suo conto (senza nessuna prova come ci tiene a sottolineare), dell’incontro con Wuolfango Gote (sic), dei suoi 9 figli (fu un matrimonio fecondo col principe di Partanna, mai felice), dell’eco della rivoluzione francese (Maria Carolina era pur sempre la sorella di Maria Antonietta) e di Napoleone Bonaparte (che definì ancora Maria Carolina come l’unico uomo del regno di Napoli con cui si potesse parlare).
L’abito fa il monaco... in questo caso lo spettacolo. Il testo, scritto da Massimo Andrej in italiano e rimodulato da Antonella Romano in siciliano, nasce proprio da e intorno al vestito, realizzato dalla stessa Romano per un progetto precedente, Raccontami, e destinato a raccontare un luogo, San Leucio. E così la seta e i bachi, che tessono centinaia di nastri di seta fino a chiudersi in un bozzolo, poi lavorato da mani esperte, si trasformano in filo di ferro e il ferro perde la sua materia fino a farsi rete leggera, quasi tela di Aracne (giusto per restare in tema di insetti...).
Questa estate forse vedremo Lucia Migliaccio tornare a casa, nella sua Floridiana, e allora sarà davvero un incanto sentirla descrivere il palazzetto e la scalinata a due rampe e il bosco, forse la vedremo in cima alla doppia scalinata, davanti al mare, e magari per un attimo il teatro saprà compiere il miracolo della sospensione del tempo, la magia della evocazione di un tempo che è stato e che per un momento diventa presente.

 

 

 

Lucia Migliaccio
di Massimo Andrej
con Antonella Romano
drammaturgia Massimo Andrej
installazione di Antonella Romano
produzione Il teatro cerca casa
lingua Italiano
durata 50’
Napoli, casa Santanelli, 10 dicembre 2012
prossima data 16 dicembre 2012

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