“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 07 May 2020 00:00

Fidatevi: ascoltate il primo album dei Miele

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L’otto maggio esce Haven, il primo lavoro discografico di Miele, band cremonese nata nel 2019 dall’incontro di tre musicisti uniti dalla passione comune per l’alternative rock americano.

Come in molti progetti musicali ben riusciti, fatti di incontri quasi casuali ed estemporanei, i tre componenti del gruppo incrociano le proprie strade per la prima volta nel 2017 in occasione di un live del cantante del gruppo, Simone Rosani, impegnato all’epoca in un progetto solista (SMNSPZ).
Solo due anni più tardi, come a voler lasciar decantare un’intesa naturale forse inaspettata ma piuttosto evidente, nasce il progetto Miele vero e proprio con la stesura di diversi canovacci, che prenderanno poi vita e forma definitiva durante le registrazioni al Found Soundation Recording Studio di Brooklyn (NY).
Sei pezzi, più un E.P. che un album vero e proprio, quindi. Precisazione doverosa, ma che nulla toglie, comunque, a quello che appare come un lavoro finito e coerente. I pezzi sono brevi e improvvisi flash, concisi ma ispirati, piccoli bonsai musicali. Se è vero che un primo ascolto potrebbe lasciare perplessi, quasi spiazzati, dall’inizio in chorus di un brano, così come dalla sua inaspettata e repentina conclusione, gli ascolti successivi rivelano invece proprio nella capacità di sintesi una certa personalità compositiva. Quella che permette di snobbare bridge, special e assoli, elementi ordinari della forma canzone tradizionale, che, spesso abusati e infilati a forza, diventano artifici utili solo ad “allungare il brodo”, ma che, altrettanto spesso, lo annacquano. I Miele non sembrano aver necessità di allungare e annacquare, riuscendo a esprimere la loro musica in maniera molto diretta e immediata: le loro canzoni irrompono senza preamboli con melodie che rimangono maledettamente in testa, dimostrando una maturità compositiva non così diffusa, soprattutto se si tiene conto che ci si trova di fronte a un esordio.
I riferimenti, peraltro dichiarati, a certe sonorità dei ’90 sono evidenti. La scelta di usare effetti un po’ dimenticati, tipici (non solo) di quella decade, è forse nostalgia di quelle atmosfere, ma comunque non è mai mera ripetizione, è celebrazione e omaggio che trova tuttavia una chiave di lettura assolutamente personale e moderna. Moderna, senza rap e ritmi raggaeton, incredibile!
E con una cura del suono e dell’amalgama tra strumenti e tra strumenti e voce, che chiarisce che siamo in presenza di musicisti di indubbio talento e non certo alle prime armi. Un buon disco, insomma: uno di quelli che ti piacciono subito; uno di quelli che inizi ad ascoltare perché “devi” e continui ad ascoltare perché vuoi.
Interessante anche la scelta di diffusione al pubblico − anticipata dall’uscita del video ufficiale del primo singolo estratto, Everyone But Me − che avverrà tramite una mailing list alla quale chiunque potrà iscriversi direttamente dal sito ufficiale. Ogni brano verrà raccontato direttamente dalla band con cadenza settimanale, attraverso un testo creato ad hoc: un’occasione per mettere a fuoco le giornate monotone a cui siamo costretti, per scandire i tempi di una quotidianità distorta e dilatata, un modo per accorciare le distanze in questo strano periodo di sospensione che stiamo vivendo.





Miele
Haven
chitarra e voce
Simone Rosani
basso
Giulio Cipelletti
batteria Angelo Anselmi 
mixaggio e masterizzazione Jesse Cannon
studio di registrazione Found Soundation Recording Studio (NY)
produzione Miele
tracklist: 1. Escape You; 2. Everyone But Me; ; 3. Oh My; 4. Interlude; 5. Wait, Again; 6. Who Am I?

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