“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 01 July 2017 00:00

L'esordio discografico di Peppe Lanzetta

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Il 16 giugno è uscito, per l’etichetta Full Heads, il primo lavoro discografico di Peppe Lanzetta dal titolo Non canto, non vedo, non sento. Reduce da una prestigiosa partecipazione all’ultimo episodio della serie 007, Spectre, per la regia del già premio Oscar Sam Mendes (American Beauty), l’attore e scrittore napoletano si cimenta per la prima volta con il canto.

Lanzetta, invero, non è estraneo al mondo della musica in quanto in passato è stato autore di testi per alcuni musicisti napoletani, tra i quali Edoardo Bennato, Tullio De Piscopo e James Senese, a cui è dedicato, tra l’altro, il brano Alla quale, che fa simpaticamente il verso ad un noto intercalare del sassofonista ex Napoli Centrale.
Il disco parte da lontano – come traspare dalle parole stesse di Lanzetta – da diciassette anni fa, per la precisione, nel 2000, quando, cioè, Franco Battiato musica un suo testo dando vita ad Arriverà, seconda traccia dell’album, di cui rappresenta, probabilmente, il momento migliore. Lanzetta non è un cantante, lo sa e lo ammette anche tramite il titolo stesso dell’album, che nasce da una forte passione per la musica e rappresenta un tentativo di unire questa passione con la scrittura. E dall’ascolto l’impressione immediata, infatti, è proprio quella di una scrittura musicata più che di una vera e propria composizione armonica: le parole non nascono espressamente per essere inserite in un contesto strumentale; al contrario è la musica che sembra adattarsi al fluire delle parole senza alcuna imposizione metrica.
Non mancano, comunque, brani più “tradizionali” come la già citata Arriverà, o come Ammore che nun pareva ammore, Pane e puparuoli e Tu no, rivisitazione e omaggio a Piero Ciampi. Il disco rivela così una duplice identità a cui fanno da collante le partiture musicali, ben scritte, eseguite ed arrangiate da Jennà Romano (Letti Sfatti), che riescono ad amalgamare in maniera impeccabile le diverse esigenze narrative e a rendere, in tal modo, l’intero album un lavoro coerente e compiuto.
Nonostante ciò, Non canto, non vedo, non sento, pur proponendo validi spunti, contiene in sé anche il confine intrinseco dal quale non riesce ad uscire e a liberarsi, rappresentato proprio dal pretesto da cui nasce. Ostaggio di se stesso, rivela, infatti, per sua buona parte, una chiara e naturale vocazione per l’auto-rappresentazione teatrale, palesando il limite sostanziale che deriva dal semplice ascolto di contenuti che necessiterebbero e meriterebbero, invece, un’interpretazione più ampia e completa. Non canto, non vedo, non sento, dunque, si rivela un lavoro apprezzabile e completamente soddisfacente solo se lo si considera per quello che è: un esperimento. Diversamente, confinato in un ambito che non può risaltarne tutte le potenzialità, può apparire come un esercizio di stile difficile da mandar giù per intero, senza, cioè, esser costretti a saltarne qualche traccia.

 

 

 

Peppe Lanzetta
Non canto, non vedo, non sento

Etichetta: Full Heads
Track List: 1. Songhe accussì; 2. Arriverà; 3. Ammore che nun pareva ammore; 4. Bla bla bla; 5. Mediterraneo; 6. Pane e puparuoli; 7. Lo sputo del 2011; Alla quale; 8. Tu no; 9. Valle Giulia

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