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Sunday, 27 July 2014 00:00

Gli Editors. Da Birmingham a Roma

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Altro che “una mela al giorno leva il medico di torno”. Il vero toccasana per la salute mentale e fisica è la musica, la musica live. Di base, proprio se uno vuole fare il minimo indispensabile per sentirsi davvero bene, dovrebbe partecipare ad un concerto al mese, ma proprio volendo volare bassi.

Decisa a mantenere questa media il più alta possibile, il 21 Luglio scorso mi sono regalata il secondo concerto in due mesi, stavolta all’ippodromo delle Capannelle, in quel di Roma, in occasione dell’ormai consolidato festival estivo 'PostPay Rock in Rome'. Arriva per la terza volta in Italia un gruppo inglese, da Birmingham per essere precisi, attivo dal 2002 con quattro album sfornati, e che raggiungono le coste italiche in occasione del loro ultimo album, The Weight of Your Love: ragazzi sto parlando degli Editors!
La band capitanata da Tom Smith ha infiammato nella notte del 21 Luglio il pubblico dell’Ippodromo delle Capannelle di Roma per due ore di musica e spettacolo.
Gli Editors ne hanno fatta di strada da quando i membri si sono incontrati alla Staffordshire University: prima di scegliere il nome Editors, si sono anche fatti conoscere come Pilot, The Pride e Snowfield. Poi, dopo la firma con la Kitchenware Records, avvenuta nel settembre 2004, sono diventati gli Editors a tutti gli effetti. Solo un anno dopo debuttano con il loro primo singolo, Bullets, che fa da lancio al loro primo album The Black Room che ottenne molto successo, successo confermano soprattutto dal loro singolo successivo, Munich.
https://www.youtube.com/watch?v=ZcmZC8hV0mo
Ho sempre voluto vederli dal vivo ma la voglia s’è fatta alta nel 2009 quando uscì il loro terzo lavoro In This Light and on This Evening, album dai suoni più grezzi e dai rimandi elettronici. Alla fine ce l’ho fatta! Nonostante il tempo minaccioso e la pioggia pronta lì, proprio dietro la nuova, a ceder giù,  – cosa che comunque avrebbe fatto molto rock diciamolo – alle ore 19:00 ero già lì pronta a godermi il concerto. Uno dei lati positivi di vedere una band, o un musicista, non troppo blasonati ma molto bravi, è che rischi davvero di essere appena dietro le transenne... che peccato! Trovo il mio piccolo angolo di paradiso appena sotto al palco e attendo come una bambina, infreddolita sì, ma tanto tanto contenta, che la band si materializzi sul palco. Ad aprire la serata una band tedesca di musica un po’ rock, un pò elettronica di nome Sizarr: bravi ok, carini sì ma... DATECE GLI EDITORS! Purtroppo per quanto capaci, i gruppi che hanno il compito di aprire i concerti altrui destano sempre un po’ di fastidio dopo i primi venti minuti che suonano: l’attesa cresce e il miglior chitarrista al mondo diventa solo l’uomo che si frappone tra te e il TUO concerto.
Scattano le 21:25, penso: “amen!”, sottovalutando che i piccoli lord inglesi hanno una strumentazione paragonabile all’orchestra sinfonica di Vienna e allora passano altri 30 minuti durante i quali vediamo susseguirsi sul palco tecnici e operatori che provano, riprovano e riprovano gli strumenti. Ammetto che nonostante lo snervamento, ne è valsa la pena: luci rosse, fumi (allucinogeni?), cinque figuri in nero che salgono sul palco e che attaccano con il brano Sugar – cosa che non mi aspettavo in apertura, pollice in su – ultimo singolo del loro ultimo album. https://www.youtube.com/watch?v=ZWcc5VJiRVA
Esecuzione fantastica, tranne che per un piccolo problemino tecnico al microfono sulle prime parole, e poi il frontman Tom Smith saluta il pubblico di Milan… ROMA! Essi, una piccola grande gaffe per lui che insieme alla band erano stati la sera prima in concerto a Milano: un laconico ma sincero “I’m sorry... ROMAAA”, ma soprattutto la bravura di questa band fa dimenticare questo piccolo lapsus. La scaletta è riuscita a spaziare tra brani del passato lasciando spazio a quelli dell’ultimo album, album che nonostante le critiche abbiano un po’ stroncato, ho trovato molto ben fatto: ricco di suoni e molto “delicated” per certe sonorità più morbide come per la ballad, Nothing, eseguita dal vivo ma arrangiata in modo inedito, più rock, rispetto all’album version.
Tom Smith ha energia da vendere e non fa che passare da una chitarra all’altra per poi mettersi al piano, ma non solo: il frontman degli Editors più volte lo usa come palco salendoci sopra nel suo continuo muoversi e ballare in un modo che unisce grinta e raffinatezza. Avrei scommesso una birra che fosse caduto o si fosse attorcigliato nel filo del microfono: un vero animale da palcoscenico. Tom e gli altri del gruppo non si fermano ma anche la platea partecipa al concerto tra un tempo scandito con le mani, un coretto su un ritornello e una miriade di saltelli sul posto. L’amore non è solo nei testi delle canzoni degli Editors, tanto che poco prima del bis, al termine di A Ton of Love Tom Smith non si limita a ringraziare la folla per l’ennesima volta, ma manda un bacio via microfono al suo pubblico, che non può fare altro che applaudire.
Il finale – e che finale! − è affidato a un cavallo di battaglia degli Editors, Papillon, che per l’occasione si allunga per dar modo alla band di salutare per bene il pubblico del 'Rock in Roma'.
Una cosa è certa: io e gli Editors ci incontreremo ancora.
https://www.youtube.com/watch?v=Wq4tyDRhU_4

 

 

 

 

 

PostPay Rock in Rome 2014
Editors in concerto

voce, chitarra, pianoforte, sintetizzatori Tom Smith
basso, sintetizzatori Russell Leetch
batteria Edward Lay
chitarra Justin Lockey
chitarra Nicholas Willes
Roma, Ippodromo delle Capannelle, 21 luglio 2014

 

 

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