“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 24 March 2014 00:00

Il Volto Verde: cose che non muoiono

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Ci deve essere qualcosa di assolutamente misterico dietro la composizione di un album. Qualcosa che va oltre le variabili che possono essere indicate come tecnica, fantasia e capacità di scrittura. Qualcosa di non dissimile da un processo alchemico. Una sintesi superiore di elementi che si combinano senza lasciare che nessuno degli stessi svanisca in maniera completa.

Si, perché spesso l’alchimia ama mostrarsi così tollerante e democratica che a confronto i processi umani potrebbero sembrare unicamente bieche imitazioni di quella. E allora oltre alla strumentazione tutta, ai cavi, ai microfoni, ai vari jack, alle spie, ai monitor, ai plettri e ad ogni altro tipo di cianfrusaglia necessaria alla registrazione, ogni studio discografico dovrebbe disporre di una sala adiacente. Una sala meno scarna e più cupa, una sala fatta di alambicchi, bobine Tesla, tomi di formule esoteriche e pentacoli alle pareti. Una sala ove poter rivedere le proprie produzioni e dare a quelle la dovuta profondità. Ahimè, non tutti gli studi di registrazione sono dotati di una sala simile e pochi nell’orizzonte musicale italiano sono capaci di fare gli alchimisti e di suonare la batteria, magari con due bacchette da rabdomante. Di quei pochi, sicuramente i genovesi Il Segno Del Comando, sono tra i maggiori rappresentanti. La band, lungo il suo cammino occulto ha già regalato alla discografia Dark/Prog italiana, due gemme: Il Segno Del Comando e Der Golem. Poi il silenzio, la creatura di Diego Banchero e del cantante Mercy (causa anche l’abbandono di quest’ultimo) si eclissa; lo stato non è la morte ma un processo irreversibile di disfacimento, un momento senza impeti e di natura catatonica.
Ma si sa, sono quelli che vengono volgarmente definiti progetti musicali o band a perire, una creatura nata da un processo alchemico difficilmente muore. Ed ecco allora, proprio come recita la traccia finale Epilogo, “… si è destato dal regno dei morti”. Il soggetto non può che essere il già citato Diego Banchero, ormai vero e proprio Athasius Pernath alla guida di un Golem che come in passato, ha tutta la forza per lasciare dietro di sé nuove vittime.
Il Segno Del Comando, in questa sua nuova veste trova un largo parterre di ospiti che si donano alla causa e che lasciano il proprio contributo all’interno del disco. Tra questi: Claudio Simonetti dei Goblin, Gianni Leone de Il Balletto Di Bronzo, Martin Grice dai Delirium, Freddy Delirio dei Death SS e Sophya Baccini di Presence, Osanna e Delirium.
Il Volto Verde, questo il titolo del lavoro, è naturalmente ispirato alla seconda opera di Gustav Meyrink, continua fonte di ispirazione per la band, e si compone di dodici tracce, sotto la struttura del concept. Più che parlare di un vero e proprio album, si dovrebbe parlare de Il Volto Verde come di un vero e proprio viaggio. Un viaggio allucinato attraverso un piccolo microcosmo fatto di esoterismo, sia dal punto di vista strettamente sonoro, sia da quello narrativo.
Accanto a brani maggiormente fruibili (termine che va preso con le molle) come Chinder il Verde e Trenodia delle dolci Parole troviamo sprazzi sperimentali, nenie Dark, asfittiche trame Gothic, riletture spaziali da colonna sonora e Progressive Rock di matrice 70’s.
Il tutto sotto l’esempio maestro del Dark/Prog made in italy già di Jacula e Goblin. Non vi sono territori ove l’ascoltatore può avventurarsi a cuor leggero e nemmeno stralci potenzialmente incompiuti all’interno del disco. Il tutto è come al solito, ben studiato e composto con precisione chirurgica. La stessa con cui riff elettrici, muri di tastiere, barlumi elettronici e vocals dal piglio classico si stringono ai lobi della corteccia telencefalica e ti trasportano altrove.
Che abbiate o meno una visione romantica, come quella del sottoscritto di alcuni studi di registrazione, non dissimili da una bottega delle meraviglie, il mio consiglio è di regalarvi l’esperienza de Il Volto Verde e più in generale de Il Segno Del Comando.
Respirate e portate con voi una fonte di luce, meglio se soggetta ad improvvisi cali di tono, di qui in avanti il buio sarà come catrame nei polmoni.

 

 

 

 

Il Segno Del Comando
Il Volto Verde
electric bass, fretless bass, keyboards, theremin Diego Banchero
lead and backing vocals Maethelyiah
guitars Giorgio Cesare Neri, Davide Bruzzi, Roberto Lucanato
drums, percussions Fernando Cherchi
keyboards, piano, organ Maurizio Pustianaz
etichetta Black Widow Records
anno 2013
tracklist 01. Echoes; 02. La Bottega delle Meraviglie; 03. Chidher Il Verde; 04. Trenodia delle Dolci Parole; 05. Il Rituale; 06. La Congrega dello Zee Dick; 07. Il Manoscritto; 08. L'evocazione di Eva; 09. Retrospettiva di un Amore; 10. Usibepu; 11. L'apocalisse; 12. Epilogo

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