
Letteratura La bottega dei libri
«Narravano che la più misteriosa tra le botteghe fosse la bottega dei libri: da essa pare venisse un diabolico miscuglio di trame e vicende che contagiava i passanti più frettolosi tramutandoli in lettori accaniti».
“Entra. Sorprende il suo aspetto. Piccolo, piccolissimo, in costume regionale grigioverde dai risvolti ricamati, indossa dei knickers. Mi sconcerta il suo aspetto di contadino un po’ tarchiato, vestito a festa. Capelli d’argento, l’occhio nero, lo sguardo acuto, appare stanco. Una certa tristezza si legge sul viso dalle guance scavate, qualcosa di tragico... Un provinciale curioso che non si sarebbe mai avventurato fuori dalla sua terra natale”. Con queste parole lo descrisse il suo discepolo Frédéric de Towarnicki (1920-2008), incontrando per la prima volta a venticinque anni nel 1945 Martin Heidegger nella sua casa di Zähringen. Il rapporto tra i due durò circa un trentennio, in maniera discontinua e problematica: originale, anticonformista, vulcanico l’allievo; meditativo, austero, criptico il filosofo. Tornato nel periodo della protesta sessantottesca a visitare il Professore ormai vecchio, deluso, isolato, de Towarnicki osò chiedergli il motivo del suo tragico errore del 1933, contestandogli duramente la collaborazione con il nazismo. “Dummheit”, rispose allora Heidegger: “Stupidità”.
- Martin Heidegger
- Ormai solo un Dio ci può salvare
- Alfredo Marini
- Guanda Editore
- Adolf Hitler
- Frédéric de Towarnicki
- nazismo
- Università di Friburgo
- George Steiner
- Ritorno ad Heidegger
- Donatella Di Cesare
- Franco Volpi
- Gianni Vattimo
- Essere e tempo
- filosofia
- Novecento
- recensioni
- libri
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
“Azzardo una spiegazione: scrivere è l’ultima risorsa quando abbiamo tradito”.
A dirlo è Jean Genet scrittore e poeta francese molto discusso del Novecento, la cui opera letteraria era così intimamente connessa alla sua vita privata tanto da rendere complessa la distinzione tra realtà e immaginazione, cose inventate e episodi accaduti realmente.
Qualcosa di simile accade con Annie Ernaux, ma senza polemica né discussione: la scrittrice contemporanea dichiara infatti esplicitamente che gli eventi di cui parla nelle sue opere sono reali e del tutto aderenti alla verità.
La società, fluttuante e musiva, di Michel Serres
Scritto da Alida AiraghiProssimo ormai ai novant’anni, il filosofo francese Michel Serres continua a stupire il mondo con la sua saggistica vivace, piena di entusiasmo e ottimismo, aperta ad ogni rivoluzionaria scoperta scientifica e tecnica, solidale con le giovani generazioni che abitano il virtuale. Decisamente favorevole alla “civiltà dell’accesso”, ama presentarsi come strenuo difensore di Internet e di Wikipedia, e di qualsiasi nuova modalità di espressione nella scrittura, nel linguaggio parlato, nell'arte, per una cultura finalmente accessibile a chiunque, in ogni luogo, senza barriere e pedanteschi paludamenti.
- Michel Serres
- Contro i bei tempi andati
- Bollati Boringhieri
- Chiara Tantarini
- Non è un mondo per vecchi
- Il mancino zoppo
- Biogea
- Il contratto naturale
- web 3 0
- Interno familiare
- wikipedia
- società mediale
- civiltà dell'accesso
- webmondo
- Vecchio Brontolone
- Pollicina
- social media
- MondoDuePuntoZero
- libri
- filosofia
- recensioni
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
Cesare Viviani (Siena, 1947) affianca all’attività letteraria quella di psicanalista. Come poeta, è partito da posizioni dadaiste (L’ostrabismo cara, 1973, e Piumana, 1977), ma in seguito il suo percorso non ha trascurato cadenze dialogiche, narrative e talvolta epigrammatiche (Preghiera del nome, 1990, premio Viareggio; La forma della vita, 2005; Credere nell’invisibile, 2009; Osare dire, 2016). Come saggista, ha esplorato i territori della creazione poetica, dei processi mentali e della convivenza civile (La voce inimitabile. Poesia e poetica del secondo Novecento, 2004; Non date le parole ai porci, 2014).
- La poesia è finita
- Cesare Viviani
- poesia contemporanea
- crisi della poesia
- L'ostrabismo cara
- Piumana
- dadaismo
- Preghiera del nome
- La forma della vita
- Osare dire
- Credere nell'invisibile
- La voce inimitabile
- Non date le parole ai porci
- È ancora possibile la poesia?
- Eugenio Montale
- Umberto Saba
- Luciano Erba
- Giovanni Giudici
- Mario Luzi
- Andrea Zanzotto
- Vittorio Sereni
- Giovanni Raboni
- Antonio Porta
- saggistica letteraria
- poesia
- letteratura russa
- letteratura
- Il Melangolo
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
Scrivere di Educare all’odio. L’antisemitismo nazista in tre libri per ragazzi significa innanzi tutto parlare di una più che apprezzabile e meritoria scelta editoriale che mette a disposizione del pubblico italiano – studiosi e ricercatori o semplici lettori interessati all’argomento – un volume prezioso, che per la prima volta in Italia traduce e pubblica tre libri illustrati per bambini e ragazzi, stampati in Germania nel 1936, nel ’38 e nel ’40 e destinati ad inculcare nei giovani tedeschi il più becero, esplicito e sguaiato antisemitismo di cui l’apparato propagandistico del nazionalsocialismo fosse capace.
- Educare all'odio
- L'antisemitismo nazista in tre libri per ragazzi
- Ivano Palmieri
- antisemitismo
- socialdarwinismo
- Julius Streicher
- Der Stürmer
- Sütterlin
- ideologia völkisch
- Ebrei
- Kinderbücher
- Stürmer Verlag
- Il fungo velenoso
- Bund der Deutschen Mädel
- Terzo Reich
- Der Pudelmopsdackelpinscher
- Ernst Hiemer
- Willi Hofmann
- Raul Hilberg
- Kristallnacht
- Il serpente velenoso
- Cierre edizioni
- letteratura
- Armando Lancellotti
- Il Pickwick
Nella primavera del 1875 il ventunenne Arthur Rimbaud visse per quasi un mese a Milano, ospite di un’anziana vedova, in un appartamento affacciato su Piazza del Duomo. Proprio in quei giorni prese la decisione di abbandonare la scrittura, dando inizio a una nuova esistenza, sempre avventurosa e anticonvenzionale, ma non più votata al demone dell’arte.
- Rimbaud e la vedova
- Edgardo Franzosini
- Arthur Rimbaud
- Rimbaud a Milano
- Paul Verlaine
- Bela Lugosi
- Johann Ernst Biren
- Stéphane Mallarmé
- Abissinia
- Harar
- Federico Borromeo
- Giuseppe Ripamonti
- Rembrandt Bugatti
- Ernest Delahaye
- Isabelle Rimbaud
- Il battello ebbro
- Una stagione all'inferno
- Illuminazioni
- Raymond Isidore
- Rimbaud il figlio
- letteratura
- Skira Editore
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
L’editore ticinese Casagrande propone, con la traduzione di Fabio Pusterla e Vera Gheno, le poesie che Ágota Kristóf scrisse in ungherese prima del suo forzato esilio a Neuchâtel, andate perdute in quel tragico frangente. Ricostruite successivamente nella memoria, ad esse furono aggiunti nuovi versi, composti sia nella lingua materna sia direttamente in francese durante gli anni trascorsi in Svizzera.
La filosofia come stile di vita: Pierre Hadot
Scritto da Alida AiraghiPierre Hadot (Parigi, 1922 − Orsay, 2010), cresciuto a Reims in una famiglia di fervente fede cattolica, dopo gli studi di filosofia e teologia, prese i voti nel 1944. Dieci anni dopo lasciò il sacerdozio, si sposò, impiegandosi dapprima come bibliotecario e in seguito come ricercatore al CNRS. Direttore della École pratique des hautes études dal 1964 al 1986, fu poi nominato professore (per iniziativa di Michel Foucault) al Collège de France nel 1982. I suoi campi di interesse furono rivolti soprattutto alla filosofia antica, all’orfismo e al neoplatonismo, ma si occupò anche di letteratura (Goethe) e di pensatori novecenteschi (Bergson e Wittgenstein).
- Pierre Hadot
- La filosofia come modo di vivere
- CNRS
- École pratique des hautes études
- Henri Bergson
- Ludwig Wittgenstein
- Plotino
- Che cos'è la filosofia antica?
- Socrate
- Epicuro
- Marco Aurelio
- Platone
- Plotino e la semplicità dello sguardo
- Mario Vittorino
- Lucio Anneo Seneca
- Epitteto
- Lettere a Lucilio
- Anna Chiara Peduzzi
- Laura Cremonesi
- einaudi editore
- letteratura e filosofia
- filosofia
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
L’epigramma, di cui Leopardi indicava i tratti fondamentali nell’arguzia e nella brevità, ha una tradizione millenaria nella nostra letteratura. Il termine deriva dal greco ἐπί-γράφω (“scrivere sopra”) e originariamente indicava la breve formula posta sulle lapidi funerarie. In età classica, i pochi versi che lo caratterizzavano si indirizzarono verso composizioni poetiche di vario genere, assumendo toni burleschi, licenziosi, celebrativi o di aspra critica civile e politica.
- Beppe Fenoglio
- Epigrammi di Beppe Fenoglio
- Marziale
- Epigrammi
- Antologia Palatina
- Catullo
- Poliziano
- Lorenzo de' Medici
- Michelangelo Buonarroti
- Ludovico Ariosto
- Pietro Bembo
- Niccolò Machiavelli
- Giovan Battista Marino
- Ugo Foscolo
- Vincenzo Monti
- Eugenio Montale
- Giuseppe Ungaretti
- Franco Fortini
- Vittorio Sereni
- Giorgio Caproni
- Giorgio Bassani
- Giovanni Arpino
- Italo Calvino
- Ennio Flaiano
- Giovanni Giudici
- Pier Paolo Pasolini
- Edoardo Sanguineti
- Umberto Eco
- Alba
- Il Partigiano Johnny
- Maria Corti
- gabriele pedullà
- Primavera di bellezza
- britishness
- Antologia di Spoon River
- Edgar Lee Masters
- einaudi editore
- letteratura italiana
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
Quelle vite aggrovigliate davanti al bancone del bar
Scritto da Marco CaneschiConfesso di non avere letto Open, l’autobiografia di Agassi, ma in molti me ne hanno parlato come di un bel libro. E confesso di avere mantenuto un atteggiamento snob di fronte al consiglio di cimentarmi con esso. Credo per una sorta di rifiuto nei confronti di chi racconta la sua vicenda di atleta sportivo. Che finisce per essere autoreferenziale.
L’editore milanese Marcos y Marcos ha pubblicato all’inizio di quest’anno un’antologia dell’opera di Federico Hindermann (Sempre altrove. Poesie scelte 1971-2012), curata da Matteo M. Pedroni e introdotta da Fabio Pusterla.
Hindermann, poeta coltissimo e appartato quanto pochi, nacque in provincia di Biella nel 1921 da padre svizzero-tedesco e madre piemontese, passò la sua prima infanzia a Torino e si trasferì poi a Basilea. Qui e a Zurigo studiò romanistica e letteratura comparata, intraprendendo la carriera giornalistica. Dal 1950 divenne lettore all'università di Oxford e, conseguito il dottorato, ricoprì la carica di professore di filologia romanza all'università di Erlangen. Tornato in Svizzera, si dedicò all’attività di traduttore e di direttore editoriale per la casa editrice Manesse. Morì ad Aarau nel 2012. La sua produzione letteraria iniziò nel 1941 con la pubblicazione di poesie in tedesco, ma dal 1978 proseguì servendosi principalmente della nostra lingua.
... proietta ricordi sfiniti di vecchi bambini
(F. Guccini, Acque)
La casa dei bambini, di Michele Cocchi, è uno stupefacente romanzo che racchiude al suo interno tre veri e propri romanzi diversi legati fra di loro dal tempo e dal ricordo. La “Casa dei bambini” che dà il titolo al libro è un orfanotrofio al quale vengono affidati i piccoli rimasti senza genitori. Siamo infatti in un periodo non definito che prelude ad una guerra, in cui un regime dittatoriale sta combattendo duramente contro i ribelli. La “Casa” è un universo a sé stante, quasi una specie di “montagna incantata” separata dal mondo esterno, del quale i bambini non conoscono nulla.
Nel buio della notte rotto soltanto da qualche lampione dalla luce fioca e traballante, nel desolato parcheggio di palazzoni di periferia di una città emiliana che si ostina per pudore e per miopia a non prendere atto di come le fondamenta su cui si crede e si racconta costruita siano in realtà sempre meno stabili, si incrociano le tragedie di due uomini di mezz'età che non hanno più notizie dei rispettivi figli.
I due, seppur in epoche diverse, sono approdati in questa cittadina del Nord con la speranza di aver finalmente raggiunto un luogo ove, pur a costo di tanti sacrifici, il lavoro avrebbe potuto garantire loro se non la felicità almeno la tranquillità economica. È nella periferia di questa città che vengono a contatto le vite di Pasquale, un migrante “interno” giunto dal Sud, che ha vissuto la fabbrica a testa alta dandosi da fare nel sindacato, e Mustafà, arrivato più recentemente dal Marocco, che ha dedicato l’esistenza alla sua piccola attività di ristorazione. Due migranti considerabili “integrati” da una comunità locale storicamente tendente a fare del lavoro l’unico orizzonte di vita tanto da rendere non di rado difficilmente distinguibili gli immaginari operai da quelli dei piccoli imprenditori, spesso provenienti dalle fila dei primi.
- Di notte nella provincia occidentase
- Giovanni Iozzoli
- trilogia dello sradicamento
- I terremotati
- I buttasangue
- La vita e la morte di Perzechella
- migranti
- Antonello Petrillo
- Crisi di una generazione
- Baby Boomers
- millennials
- Generazione X
- Generazione Z
- Douglas Coupland
- USA Today
- Edizioni Artestampa
- letteratura italiana
- letteratura contemporanea
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
Endre Ady, profeta maledetto di un'Ungheria ferita
Scritto da Alida AiraghiGabriella Caramore ci introduce, con sapienza e rigore, alla poesia di Endre Ady situandola storicamente e socialmente nel cuore dell’Ungheria di inizio ‘900, Paese dilaniato e sottomesso, in perpetua lotta contro gli oppressori austriaci e lacerato da contrasti interni.
L’accurata ricostruzione biografica effettuata dalla curatrice (che insieme a Vera Gheno si è occupata anche della traduzione dei testi) viene accompagnata da un commento che ne ricollega gli snodi fondamentali ai nuclei più rilevanti della produzione poetica, a partire dalle origini familiari, e poi attraverso gli studi, i viaggi, gli amori, la malattia: soprattutto esplorando evoluzioni e involuzioni del credo ideologico e spirituale dell’autore.
L'ascesa del nazismo nei racconti di Isherwood
Scritto da Alida AiraghiI sei racconti che compongono Addio a Berlino di Christopher Isherwood (1904-1986) sono stati scritti tra il 1930 e il 1933, e pubblicati per la prima volta in un unico volume nel 1939. Lo scrittore inglese dopo la laurea a Cambridge si era trasferito per alcuni anni nella capitale dell’allora Repubblica di Weimar, un po’ per sfuggire alla plumbea e intransigente atmosfera britannica, un po’ per approfondire le sue conoscenze linguistiche, e più probabilmente perché attratto dalla fama di anticonformismo e libertà sessuale della città tedesca. Dagli anni del liceo, Isherwood aveva stretto una relazione con il poeta Wystan Hugh Auden, con cui condivise poi un intenso legame affettivo e intellettuale, viaggi e collaborazioni editoriali, e il definitivo trasferimento in America nel 1939.