Letteratura La bottega dei libri
«Narravano che la più misteriosa tra le botteghe fosse la bottega dei libri: da essa pare venisse un diabolico miscuglio di trame e vicende che contagiava i passanti più frettolosi tramutandoli in lettori accaniti».
Non è semplice dare una definizione di Noir. “Per molti, non necessariamente poco edotti, il Nero è omologabile a tutti gli effetti al Giallo, solo eventualmente un po’ più violento e movimentato; per altri, meno semplicistici, diventa tout court sinonimo dell’hard-boiled, la “scuola dei duri”, il giallo d’azione all’americana; per altri ancora, i più sofisticati, si riduce a propaggine secolarizzata del Gotico pre-romantico e romantico (si definiscono “romanzi neri” anche le opere della Radcliffe, di Lewis, di Maturin, ecc.), in cui il soprannaturale metafisico viene sostituito dalla patologia sociale, esistenziale e psicologica. Tutte queste affermazioni sono in minima parte vere e nessuna lo è affatto. Il fascino irresistibile del Noir risiede proprio in un’aura che permea ma non determina”. Così scrive Walter Catalano in apertura della Guida alla letteratura noir (Odoya edizioni, 2018), da lui curata, a proposito della difficile e controversa definizione di quella materia magmatica e sfuggente che è il Noir e su ciò, nella prima parte del volume, intervengono Luca Ortino, Giuseppe Panella, Pasquale Pede, Leopoldo Santovincenzo, oltre che lo stesso Walter Catalano.
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Alberto Mario Banti (Pisa,1957), professore ordinario di Storia Contemporanea all'Università di Pisa, ha pubblicato nel 2017 da Laterza un coinvolgente, polemico e voluminoso saggio sull’industria culturale del ’900 − Wonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd −, che spazia dal cinema e dal fumetto degli anni ’30 (con la loro idea consolatoria e buonista dell'intrattenimento, e l’imperativo del lieto fine) alla controcultura di massa degli anni Sessanta, (attraversata dai nuovi fenomeni del rock, del cinema e del teatro alternativo, dei movimenti per i diritti civili, del femminismo, della protesta afroamericana), fino agli ultimi decenni rifluiti in una produzione più addomesticata, e omogenea agli interessi del capitalismo internazionale.
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Chissà se André Gide diceva la verità, quando scrisse, a proposito dell’epistolario flaubertiano “Se l'opera intera di Flaubert dovesse essere messa su un piatto della bilancia, la sola Corrispondenza, gettata sull'altro, la supererebbe; e se mi fosse permesso di conservare soltanto l'una o l'altra, io sceglierei quest'ultima”. È certo comunque che queste Lettere d’amore a Louise Colet, pubblicate dalle edizioni milanesi SE, sono di una bellezza struggente, di un’accesa intensità emotiva, oltreché di superba raffinatezza formale.
Come scrive Franco Pezzini in un suo articolo inserito in Immaginari alterati (un interessante volume, uscito lo scorso anno per Mimesis, che raccoglie alcuni saggi dei redattori di Carmilla online), Dracula (1897) di Bram Stoker si presenta come “un’autentica opera mondo pop” (e qui l’autore riprende il concetto di “opera mondo” fornito da Franco Moretti): un romanzo apparso “sul parapetto ultimo di un’età vittoriana che ha rappresentato davvero le prove generali del nostro mondo globalizzato, e vede un precipitato prodigiosamente fitto di suggestioni”.
- Il conte incubo Tutto Dracula Volume I
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È da poco stato tradotto in italiano il volume Storia del buio (Il Saggiatore, 2019) di Nina Edwards, opera che andrebbe letta insieme all’affascinante Breve storia dell'ombra (Il Saggiatore, 2015) di Victor I. Stoichita, saggio che passa in rassegna la storia dell’ombra e dei significati che, strada facendo, ha assunto nella cultura occidentale dal mito pliniano delle origini della pittura all’Incarnazione del Verbo nelle Annunciazioni, dalla demonizzazione secentesca all’iperbolizzazione espressionista, dall’ombranalisi alla vertigine della proliferazione dei simulacri.
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Raduan Nassar, considerato uno dei grandi prosatori della letteratura brasiliana, è nato a Pindorama (São Paulo) nel 1935 da genitori di origine libanese. Autore di due romanzi e di una raccolta di racconti, dopo il successo ottenuto con Il pane del patriarca e Un bicchiere di rabbia, nel 1984 ha deciso di ritirarsi in campagna smettendo di scrivere.
Dolore e silenzio nella poesia di Antonia Pozzi
Written by Alida AiraghiA partire dalla fine degli anni ’80 si sono intensificati studi, convegni, edizioni degli scritti di Antonia Pozzi (Milano, 1912 − 1938), quasi a voler risarcire il silenzio, l’indifferenza e le censure seguite alla sua tragica fine. I critici ne hanno spesso interpretato tendenziosamente sia l’opera sia la biografia, chi facendone un vessillo di indipendenza femminista, chi decantandone l’ansia di assoluto e di ricerca spirituale. Le sue più importanti commentatrici, Alessandra Cenni e Onorina Dino, le hanno attribuito caratteristiche opposte: la prima una fisicità disinibita e ardente, la seconda un fiero anticonformismo, animato però da una castità misticheggiante.
- Antonia Pozzi
- Mia cara vita Cento poesie di amore e silenzio
- Alessandra Cenni
- Onorina Dino
- Vittorio Sereni
- Enzo Paci
- Luciano Anceschi
- Remo Cantoni
- Vincenzo Errante
- Antonio Banfi
- Roberto Pozzi
- Lina Cavagna Sangiuliani
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- Grigne
- Tommaso Grossi
- Antonio Maria Cervi
- abbazia di Chiaravalle
- Dino Formaggio
- Maria Corti
- Elisa Ruotolo
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- Marina Spada
- Poesia che mi guardi
- Sabrina Bonaiti
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- Il cielo in me Vita irrimediabile di una poetessa
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L’ultima diva dice addio di Vito di Battista è un romanzo sulla memoria e sul ricordo ma anche sull’impossibilità dell’esercizio della stessa memoria. Fra le dense pagine scritte in prima persona dall’io narrante, un giovane che, negli anni Settanta, diviene biografo di una vecchia diva del cinema, si sentono pulsare il tempo e le inestricabili volute con le quali esso si avvinghia alle persone, alle passioni, alle emozioni. Ed è così che nove capitoli su dieci iniziano tutti nello stesso modo: “Dimentico sempre tutto quello che avevo deciso di ricordare a perfezione”.
- L'ultima diva dice addio
- Vito di Battista
- Molly Buck
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- Tom Waits
- Time
- Suzanne
- Leonard Cohen
- fabrizio de andré
- Famous Blue Raincoat
- La famosa volpe azzurra
- Ornella Vanoni
- Veronika Voss
- Rainer Werner Fassbinder
- Viale del tramonto
- Gloria Swanson
- Billy Wilder
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Ci sono libri preziosi, che hanno il grande merito di racchiudere, in poche pagine di scorrevole lettura, i caratteri fondamentali del pensiero di un autore, le scelte che ne hanno determinato la formazione e lo sviluppo, gli snodi essenziali della sua biografia. È il caso di un volumetto di Tzvetan Todorov, pubblicato da Garzanti nel 2008 e riedito nel 2018, intitolato La letteratura in pericolo.
- Tzvetan Todorov
- La letteratura in pericolo
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- L'identità europea
- Unione Europea
- Emanuele Lana
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“Non ci sono date oggi che menzogne”, scriveva Simone Weil. Questa sua lapidaria e sconfortata constatazione viene riportata come esergo nell’ultimo libro di Marco Vannini, in cui si contestano due false scienze della contemporaneità, la psicologia e la teologia, assurte a mito e/o verità rivelata nell’immaginario collettivo, nei media e nella pubblicistica culturale totalizzante (o totalitaria?).
- Marco Vannini
- Mistica, psicologia, teologia
- Meister Eckhart
- Sant'Agostino
- Giovanni Gerson
- François de Fénelon
- Margherita Porete
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- Anonimo Francofortese
- Martin Lutero
- Angelus Silesius
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Grazia Cherchi, cattiva coscienza dell'editoria italiana
Written by Alida AiraghiRecentemente un convegno a Milano ha ricordato l’appassionata e coinvolgente operazione culturale svolta dai Quaderni Piacentini, rivista di letteratura e politica fondata a Piacenza da Piergiorgio Bellocchio e Grazia Cherchi nel 1962. A partire dai primi due numeri, ciclostilati in duecentocinquanta copie, questa pubblicazione trimestrale conobbe una crescente diffusione, fino a vendere quattordicimila copie negli anni Settanta, definendosi subito come strumento di riflessione politica e stimolo all’azione per i nascenti movimenti studenteschi e operai.
- Grazia Cherchi
- Scompartimento per lettori e taciturni
- Roberto Rossi
- Quaderni piacentini
- Piergiorgio Bellocchio
- Nuova Sinistra
- neomarxismo
- Scuola di Francoforte
- Herbert Marcuse
- Goffredo Fofi
- Franco Fortini
- Edoarda Masi
- Cesare Cases
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- Giovanni Jervis
- Sebastiano Timpanaro
- Giovanni Giudici
- Danilo Montaldi
- Elvio Fachinelli
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- Giovanni Raboni
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- Federico Stame
- Bianca Beccalli
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- Alfonso Berardinelli
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- Geno Pampaloni
- Clara Sereni
- Basta poco per sentirsi soli
- Fatiche d'amore perdute
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- scrittura
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Un libro importante e raffinato, questo che Nicola Crocetti ha curato e pubblicato nel 2015, con presentazione di Jérôme Lambert (CEO Montblanc) e postfazione di Daniele Piccini.
Il volume è stato ideato e prodotto in occasione dell’Expo di Milano, seguendo i contenuti tematici proposti all’interno del percorso espositivo del Padiglione Zero, ed è illustrato con immagini di incisioni rupestri provenienti dai maggiori siti archeologici mondiali.
- Le opere dell'uomo, i frutti della terra
- Nicola Crocetti
- Jérôme Lambert
- Daniele Piccini
- EXPO 2015
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- incisioni rupestri
- Inno al Nilo
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- Publio Ovidio Nasone
- Decimo Magno Ausonio
- Abu Nuwas
- Walt Whitman
- Gabriele D'Annunzio
- Alcyone
- Sergej Aleksandrovič Esenin
- Antonio Machado
- Pablo Neruda
- Khalil Gibran
- Crocetti
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"Sklovskij diceva che era un campione, Jakobson diceva il più grande poeta del Novecento, Tynjanov diceva una direzione, Markov diceva il Lenin del futurismo russo, Ripellino diceva il poeta del futuro, e avevan ragione, secondo me, tutti, però avevano torto, anche, secondo me, e avevano torto perché, secondo me, Chlebnikov è molto di più”.
Giuseppe Calogiuri (Lecce, 1978), avvocato, giornalista e musicista, accomunato spesso ad altri giallisti pugliesi (Gianrico Carofiglio, Donato Carrisi e Omar Di Monopoli), in un breve racconto ha evidenziato come la figura del macellaio venga tradizionalmente rappresentata nell’immaginario popolare, e spesso anche nella letteratura, come quella di un uomo truce, amante del macabro, capace di azioni efferate: in grado di sezionare carcasse di animali senza provare emozioni, e addirittura esibendo una sorta di gusto sadico nel maneggiare coltelli, far sgocciolare sangue, appendere a ganci arrugginiti agnellini e vitelli, squartare ventri e disarticolare ossa.
- Macellai
- Il macellaio
- Sàndor Màrai
- Laura Sgarioto
- Giuseppe Calogiuri
- Alina Reyes
- Anna Momigliano
- Il macellaio di Damasco
- Bashar Assad
- Ivano Ferrari
- Macello
- Annibale Carracci
- Bottega del macellaio
- Bartolomeo Passerotti
- Macelleria
- Oto Schwarz
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Nel 2016 Einaudi ha pubblicato un’antologia delle raccolte poetiche di Cees Nooteboom, scrittore olandese (L’Aja, 1933) di cui sono stati tradotti in Italia diversi romanzi, racconti e reportage di viaggio. Quest’anno è uscito un suo nuovo volume di versi, L’occhio del monaco, sempre per l’editore torinese, con l’attenta versione di Fulvio Ferrari.