“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Grazia Laderchi

Una Parure per perdersi o salvarsi

Una giovane donna bella e seducente, seduta su di una poltrona rosa antico, con occhi semichiusi e uno sfingeo sorriso lascia andare i pensieri all'inseguimento di ricordi talmente lontani da sembrare appartenere ad una sua vita precedente. Parla di sé in terza persona perché in questo modo è stata forgiata dalla penna paterna di Maupassant, e a quella penna − a parole − ha intenzione di restare fedele fino alla fine. Tra tredici raccolte di racconti La parure − scritta dopo la morte del suo amatissimo Flaubert − è tra i più famosi racconti dell'autore, tanto da ispirare diverse trasposizioni cinematografiche: Chabrol, ad esempio, nel 2007 vi trasse un mediometraggio di mezz'ora per la serie Chez Maupassant.

Il Signor de Molière nella Stanza Blu

Una premessa sulla Stanza Blu: idea e luogo.
La Stanza Blu è un progetto di Le Nuvole nato per offrire ai più giovani i grandi testi della tradizione teatrale. In origine l'idea è stata quella di intrattenere bambini e ragazzi con una versione ridotta del medesimo testo che, contemporaneamente, veniva portato in scena nelle sale 'ufficiali' del Teatro Mercadante, in modo da offrire ad un pubblico anagraficamente eterogeneo sia una versione adulta e integrale, che una più giovane e ridotta. Le famiglie, quindi, avrebbero potuto recarsi al completo a teatro per fruire alla medesima ora di due diverse versioni, collocate in diverse sale: grandi/sala grande; piccoli/Stanza Blu.

La Grande Guerra di Cederna

Cent'anni dopo la Grande Guerra, un soldato sopravvissuto riemerge dalla trincea per rievocare il passato; il suo corpo riverso e inerme giace sorretto dai sabbiosi mattoni di una trincea, suscitando tutto il muto dolore di un Cristo del Mantegna. Un afflato di vita lo rianima, o forse è il tempo che ha invertito il suo corso per permetterci di ascoltare la testimonianza di chi, su questa terra, ha vissuto cose da far sembrare la prospettiva dell'inferno una piacevole villeggiatura. Abbandonato in una semioscurità dischiude la bocca senza emettere alcun suono, a parlare invece è Filippo Tommaso Marinetti le cui parole, colme di religiosa esaltazione, smuovono verso la superficie gli orrori della guerra. Il soldato segue con le labbra quella voce che giunge da lontano e il dolore dimenticato prende a salire ad ondate, come nembi di schiuma nera trasportati da una marea ferale.

Badù e il lungo percorso verso la libertà

Badù Re, anzi leone è un piccolo gioiello dei Kismet OperA, una compagnia storica del teatro per ragazzi. L'alchimia di questo spettacolo risiede nella capacità di ricreare un'atmosfera visiva e musicale armonicamente calata nel ritmo e nella cultura africana.

"Scannasurice": un requiem sempre attuale

Scannasurice, è un testo di Enzo Moscato scritto negli anni '80, agli esordi della sua carriera di drammaturgo. In quest'opera, lo sguardo potente e affilato possiede già quello 'zoom' regolabile capace, allo stesso tempo, di avvicinarsi dolorosamente e allontanarsi in un commosso distacco da un'umanità ferita a morte, che si dibatte per non perire.

Le lacrime dei colori primari

Da un leggio bianco una scrittrice cerca l'ispirazione per una nuova storia. Parole senza senso escono dalla sua bocca, sono lo specchio di una mente assorta dal momento creativo, quando le idee si affastellano indisciplinate e cercano di farsi strada per trovare il proprio posto sul foglio bianco. Alle sue spalle una grande tela immacolata segnata da un lungo squarcio verticale attende in silenzio qualcosa da poter rappresentare.

A teatro per 'una pura formalità'

Nell'atmosfera intima e ovattata de Il Pozzo e il Pendolo va in scena Una pura formalità di Pascal Quignard, un testo nato per il cinema ma strutturalmente pronto ad offrirsi al teatro con la naturalezza di un abito sartoriale. La vera natura di quest'opera risiede nell'ambiguità, che puntualmente smentisce e capovolge tutte le prime impressioni; l'apparenza è sempre inganno.

Tondo è più bello

Questo spettacolo trae spunto da un bellissimo racconto di José Saramago, Il racconto dell’isola sconosciuta, che parla di isole non contemplate sulle mappe, mari tenebrosi, avventurieri e regnanti scettici da dover persuadere. Con tutto questo materiale letterario, che da sempre è il prediletto da bambini e ragazzi, Rosario Sparno ha modellato il suo Mondo Rotondo, dove narrazione, musica e canzoni si avvicendano in un ordito favolistico e favoloso che è allo stesso tempo spettacolo e inaugurazione di un luogo ai limiti dell'impossibile.

Il mago delle bolle

A pochi giorni dal Natale, al Teatro Galilei 104, si festeggia con l'ultimo spettacolo del 2014, si tratta di un gran concerto natalizio in stile Le Nuvole, che anche in questa occasione ha saputo ammaliare e stupire con un qualcosa di fuori dall'ordinario.

Luparella, Nanà, Enzo, Isa, la guerra, e l'arte

Luparella è un testo di Enzo Moscato che affonda le sue radici in un periodo particolare della storia partenopea, il ’43. Recentemente l'autore ha sentito nuovamente l’esigenza di tornare sul medesimo tema con un altro spettacolo, intitolato Napoli ‘43, che è stato realizzato per le celebrazioni del settantesimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli. Sicuramente l’interesse di Moscato nei confronti del passato ha qualcosa a che fare con la sua formazione, ma quello che è certo, è che i prodotti dell'elaborazione teatrale in cui convergono gli eventi storici prescelti non sono un mero esercizio nostalgico e commemorativo fine a se stesso, bensì e sempre, un pretesto per parlare del presente con i riflettori ben puntati su ciò che ci sta alle spalle: "Se dimentichiamo il nostro passato siamo già condannati". Il vero argomento, quindi, non è mai l'evento storico circoscritto in un determinato luogo, ma l'esperienza della vita umana, nella sua felicità e nella sua sventura.

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il Pickwick

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