Grazia Laderchi
I bambini e la solitudine del sonno
si esercita per la vita che verrà
(Friedrich Nietzsche)
"Come diventare se stessi": metavisione che assolve dal peccato
Dall'11 febbraio è nelle sale italiane The End of the Tour – Un viaggio con David Foster Wallace, uno dei film più attesi (e temuti) dell'anno. Diretto da James Ponsoldt, consiste nella trasposizione cinematografica del libro di David Lipsky (Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta), uscito nel 2010, in cui lo scrittore – che all’epoca scriveva per Rolling Stone – trascrive fedelmente il materiale delle interviste a David Foster Wallace, registrate nel 1996, alla fine del tour promozionale di Infinite Jest.
Direttamente nel quadro
"L'arte non mette in moto la mente ma l'arresta in una stasi luminosa e muta".
(J. Joyce)
Lo spettacolo di Vittorio Zanella è un omaggio, autobiografico, del regista al Museo dei Burattini di Budrio, luogo aperto alla collettività dal 2000 in cui si documenta la storia del teatro d'animazione attraverso uno straordinario patrimonio di burattini, pupi, marionette e teatrini.
In questa rappresentazione, il teatro delle ombre e quello dei burattini, si alternano nella narrazione senza perdere le rispettive peculiarità e poteri incantatori.
Nella testa di un condannato
A distanza di quasi due secoli, da quelle pagine che sembrano scritte dal fondo di una cella, Victor Hugo continua ad interpellarci sulla pena di morte. Attraverso questo spettacolo, Davide Sacco, si serve del gesto poetico-politico compiuto con il Dernier Jour per affrontare un tema – la pena di morte – che travalica i confini temporali di ogni epoca, continuando a proiettare le sue ombre nere sia in quei territori in cui le sentenze capitali rappresentano un'idea di giustizia in pieno vigore, sia tra le piaghe degli Stati abolizionisti, dove questa pratica, seppur depennata dai codici penali, ha acquisito un'aura da nostalgie de la boue, tanto da rappresentare un'ipotesi da molti auspicata per delitti di particolare atrocità.
Un "Otello" tridimensionale
Laura Angiulli porta in scena, nuovamente, Shakespeare. Nuovamente perché a distanza di un anno dalla riuscitissima messinscena de Il mercante di Venezia, la regista torna ad affrontare un'opera del grande Bardo; e nuovamente in quanto la rappresentazione interviene sull'archetipo con riduzioni e adattamenti idonei a preservarne l'imperitura modernità.
Lo spettacolo P_Ossessione Otello è il risultato di un lungo e complesso lavoro teso a concentrare la complessa trama dell'Otello in una sintesi fedelmente svolta sul filo dei contrasti cromatici, gergali ed esistenziali dell'opera.
La guerra di Delbono e le metamorfosi di Bobò
Nell'intima e informale Sala Assoli, Pippo Delbono, introduce lo spettacolo che porterà in scena con Bobò e Pepe Robledo in occasione del 30ennale di Sala Assoli. Ma nel contatto ravvicinato col suo pubblico – come sempre accade – Pippo instaura misteriose complicità e prende ad espandersi; la gabbia dorata delle parole si apre, lo spirito libero sprigiona quel magnetismo tipico delle forze della natura e la presentazione diviene già spettacolo.
L'insospettabile gradevolezza di un calcio in bocca
Sull'assito pochi essenziali elementi circoscrivono l'interno della bottega di un falegname; un giovane apprendista, figlio dei tempi moderni, si muove all'interno di un'anomia di oggetti obsoleti che stabiliscono un tempo anacronistico che qualcuno si è rifiutato di lasciar passare. Indifferente al severo e silenzioso monito di quello stato di cose, l'apprendista viola la radio desueta affinché proceda a restituire, almeno nella sostanza, suoni e rumori di una contemporaneità bandita da quelle mura.
Gli occulti poteri di Geronta il giostraio
"L'essere moderno dal punto di vista tecnico è l'attributo meno importante di un artista − per quanto io aggiungerei che, pur essendo il meno importante, forse un tale attributo è comunque essenziale. Tutto sommato, essere tecnicamente obsoleti costituisce con ogni probabilità un vero e proprio difetto"
(John Barth)
È molto probabile che per un regista il confronto con un'opera come Il contratto, possa dare la sensazione di trovarsi di fronte ad un vicolo cieco.
Alice e la guerra fiorita
La lingua è arbitraria, la lingua non combacia con la realtà, per questo non sempre le cose sono le conseguenze dei loro nomi, e viceversa. Tra il "nome" e la "cosa" c'è spesso di mezzo una distanza la cui ampiezza cambia a seconda del punto d'osservazione in cui, per scelta o per fatalità, ci si colloca.
Per esempio, una guerra potrebbe non rivelare da subito la sua ferale solennità a doppio fondo nel momento in cui gli Aztechi decidono di chiamarla "Guerra Fiorita". Il prigioniero: catturato vivo, ricoperto di fiori, e festosamente scortato al villaggio, potrebbe pensare di essere l'atteso invitato di un gioioso evento folcloristico.
Telemachia sound
È un incandescente fil rouge di altissima qualità quello che dalla colina del Parco Cerillo – dove il 5 settembre ha avuto inizio l'Efestoval borrelliano – strapiomba, in un'inarrestabile colata lavica, fino al mare dolcenero di Bacoli. Su quella soglia si ferma, trovando alloggio nell'hangar del Cantiere Navale Postiglione, un altro luogo storico carico di significati che per una sera diventa spazio teatrale e trionfo della parola messa-in-scena. Gli spettatori, come gli omerici achei portatori di morte, vengono immessi nel ventre pulsante del cantiere e immersi negli amniotici odori di legni antichi che con orgoglio restituiscono ancora l'eco di tutti i mari affrontati e vinti.
il Pickwick
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