“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Luca del Vaglio

Les Voyages de Lubylu – Pasquetta in Cambogia (6)

6° GIORNO 


Poulettone stanotte mi aveva assicurato di aver organizzato il mio trasferimento in aeroporto. Ero, chissà perché, un po’ scettico. Ed invece alle 5:30 l’autista c’era davvero, incredibile, ed era anche già stato pagato. E soprattutto, a differenza di Poul, andava dritto.
Niente Thai, purtroppo, niente Lilla che invoglia; per il viaggio di ritorno volo con Qatar Airways, con scalo di dodici ore a Doha.
Molti anni fa, proprio in Qatar, Roby Facchinetti si incontrò con un gruppo di musicisti. Un secondo dopo erano Pooh. Atterrato a Doha, decido per un giretto della città, seguendo le indicazioni che ieri mi aveva lasciato Monique. Il Museo Islamico, i testi dell’audioguida sono stati scritti da lei, il lungomare ed il Suk, il mercato arabo. La capitale del Quatar è molto grande, ma chissà perché io me l’ero immaginata piccolina, una sputazza. È finita l’era dei saluti e dei sorrisi. Le donne hanno un burka nero, non si vedono neanche gli occhi, e gli uomini so’ tutti Dash, più bianchi non si può. Ma veramente è impressionante come riescano a mantenere i propri abiti così, non un alone, non un cedimento di colore, non un giallino, non uno schizzo d’olio, neanche una macchia di pummarola araba.
Finito il mio tour della città, ho la brillante idea di ritornare a piedi verso l’aeroporto. Nonostante un leggero venticello fa un caldo esagerato, mi so’ fatto la classica sudata saracena. Ma chi m’ha cecato? Menomale che in capa non tengo il kafiyyeh. Ho solo le pigne. In aeroporto trascorro l’intera giornata col mio inseparabile notebook, grazie alla rete wi-fi e alla presa di corrente riesco ad intravedere persino una importantissima vittoria del Napoli. Nei minuti di recupero mentre impazzisco per il collegamento che si blocca ogni sette secondi netti, mi arriva un sms di Poul: “U still in Doha?”.
Anche loro sono atterrati qui. Moniquetta, Paolone ed io di nuovo insieme. Siete arrivati proprio in extra time, mo’ però aspettate il triplice fischio. Tranquilli, lo so che stavate in ansia: uno a zero, gol di Hamsik. Siamo quasi in Champions. Lui è un bambino felice, lei è una ragazza felice. Sono felici per questa settimana che è andata alla grande e per il riposo della prossima.
Poul continua a ripetere "Seven days, bank holidays”. Deve essere un antico adagio bengalese. Un ultimo juice, un ultimo saluto, un caloroso abbraccio e le nostre strade si dividono definitivamente. È quasi l’una, loro sono pronti ad imbarcarsi per Londra, dopo poco io li imito per Roma.
Dormo tanto in aereo, mi sembra un’eternità, quando apro gli occhi siamo già sulla pista. Di Doha, però. Dobbiamo ancora partire. All’alba del primo maggio atterro in Capitale. È un po’ triste tornare in una città dove gli abitanti non si mangiano un sorriso. Primo maggio, su coraggio! Avrei proprio voglia di abbracciare una donna che stira. L’aeroporto è ricoperto di manifesti che celebrano la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Il Papa sembra guardare proprio me, lui sì che mi sorride, è felice di rivedermi. La mente torna indietro di sette anni, quando una mattina in Vaticano la Papa-mobile si fermò davanti la mia Micra-mobile. Karol Wojtyla si girò, mi guardò e salutandomi con la mano, mi offrì un semplice meraviglioso sorriso.
Beato Giovanni Paolo II.
E beato un po’ anche me…

 

 

Siem Reap, Cambogia
24 aprile / 1° maggio 2011

Les Voyages de Lubylu – Pasquetta in Cambogia (5)

5° GIORNO

La giornata inizia con i complimenti di Poul, mi dice che professionalmente sono molto cresciuto da Taipei ad Auschwitz fino ad oggi. Anche tu Poul, sei molto cresciuto. Di peso.
Oggi è il giorno in cui dobbiamo incontrare il Cliente, e su di noi incombe la famosa e-mail di Alicia. Poulone ci riunisce tutti dicendo: “Mi raccomando dobbiamo essere smart, smiling and professional, me per primo. Non diamo confidenza: we don’t joke with Client”.

Les Voyages de Lubylu – Pasquetta in Cambogia (4)

4° GIORNO 


Colazione con Monique e Jin Ciò Ciò, che mi fissa. I taiwanesi sono così, sono molto attenti. Inizia una scena che purtroppo avrà molte repliche: l’Inquisizione Cinese. Con una voce non umana, proveniente da un mondo irreale, parte l’interrogatorio del compagno Ciò: “Luca-what-is-your-salary-in-Italy?”.

Les Voyages de Lubylu – Pasquetta in Cambogia (3)

3° GIORNO

Ieri un paio di volte ero arrivato agli appuntamenti con cinque, dieci minuti di ritardo. Poul gentilmente mi aveva chiesto di “non fare l’italiano”.
Lasciatemi arrivare, con un ritardo umano; lasciatemi arrivare, sono un italiano.
Stamattina colazione alle 8 ish. E allora in spregio al Cutugno Nazionale, alle 8 ‘o clock, precise, che spaccano il secondo, sono seduto in sala. Da solo. Nessun compagno d’avventura all’orizzonte.

Les Voyages de Lubylu – Pasquetta in Cambogia (2)

2° GIORNO

Alle 5:30 siamo già alla biglietteria dei templi di Angkor. Con una webcam ci fanno una foto tessera che va sul biglietto, il modo più sicuro per rendere il titolo strettamente personale.
Io sto con un occhio chiuso e l’altro a mezz’asta.
Ma lo spettacolo dell’alba ad Angkor Vat giustifica due notti insonni. Ne giustificherebbe mille.

Les Voyages de Lubylu – Pasquetta in Cambogia (1)

1° GIORNO

Capodimonte, San Martino, Pozzuoli, Reggia di Caserta, Sorrento, Capri, Procida, Roma, addirittura una volta sono andato a Firenze, ma una Pasquetta in Cambogia no, sinceramente, mai organizzata. Papà non lo sa che tra poco partirò per i templi di Angkor, dove anche lì sta per sbarcare il Group In Tour. Vista l’età avanzata, si preoccuperebbe troppo. Mi direbbe: “Incosciente, sei un incosciente…” come se l’aereo ‘o guidassi io.

Les Voyages de Lubylu – Elezioni ad Auschwitz

4° GIORNO

Oggi è l’ultimo giorno di lavoro in terra polacca. Ieri in Italia era l’ultimo giorno di elezioni politiche. Meglio così, mi sono evitato un inutile diritto-dovere; tanto chi voto io non viene mai eletto. Il partito si scioglie e vanno tutti in galera.

Les Voyages de Lubylu – Elezioni ad Auschwitz (3)

3° GIORNO

La vodka è ancora lì pronta per la colazione, ma anche questa mattina non la prendo. Ho tutto il giorno per assaggiarla, magari giusto un goccio.
Oggi il cielo è azzurro, una splendida giornata di primavera. Taxi senza Lory e senza Canny e arrivo ad Auschwitz. Devo dire lo staff è sempre molto gentile; mi fanno grandi sorrisi. Tutti. Eh sì! Anche la ragazza scheletro sorride. Non chiedetemi come, c’è un gruppo di scienziati che sta studiando il fenomeno.

Les Voyages de Lubylu – Elezioni ad Auschwitz (2)

2° GIORNO

Today
faccio un bel servizio fotografico, così domani che arriva il mio English boss, Poulettone un po’ chiattone, gli faccio vedere che sto faticando.

Les Voyages de Lubylu – Elezioni ad Auschwitz (1)

1° GIORNO

Ho dormito appena un paio d’ore. Un po’ per l’eccitazione per il viaggio, un po’ per la voglia di iniziare subito il lavoro, un po’ per la Coca sfiatata dell’aereo, alle 6:50 sono già sveglio.
Colazione polacca, sono tentato quasi di prendermi un bel caffè corretto con vodka. Fuori è nevischio. Taxi e Campo di Auschwitz. All’interno c’è una nostra postazione Audio International dove stanno distribuendo i GIT. È la visita guidata ad ore, l’unica, per adesso, con i sistemi obbligatori. Tra pochi giorni il Group In Tour dovrà diventare universale: è un compito per ZuperLuca.

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il Pickwick

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