“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Luca Cangianti

La Repubblica Romana di Valerio Evangelisti

Strade piene di buche, fogne che vomitano liquami, ratti e gabbiani che si cibano della spazzatura accatastata intorno alle rovine di un passato glorioso. L’avete riconosciuta tutti: è Roma! Non quella di oggi, però: siamo ai tempi della Repubblica del 1849, l’eroico e poco conosciuto esperimento rivoluzionario al quale Valerio Evangelisti dedica il suo ultimo romanzo storico: 1849. I guerrieri della libertà (Mondadori, 2019).

Ballard, tra noie e frenesie insurrezionali

Un mondo ridotto a spazio periferico infinito, funestato dalla depressione, da serial killer, da insurrezioni improvvise ed epidemie apocalittiche: “Ci sarà questa strana combinazione di noia e improvvisa frenesia” dice lo scrittore James Graham Ballard a Sandro Moiso nel 1992.

il Pickwick

Sostieni


Facebook