“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Giovanni Iozzoli

Frammenti implosi di gioventù bosniaca

Il mio fiume di Faruk Šehić (Mimesis, 2017), romanzo vincitore del Premio Letterario dell'Unione Europea nel 2013, è un libro che si apre a diverse chiavi di lettura: fin dall'inizio vorrebbe essere una riflessione sull'infanzia, sul tempo e sulle cose perdute – esercizi lirici di memoria in salsa balcanica. Ma a poco a poco, come una pressione incombente, la guerra irrompe nella storia, la piega a sé, ridisegna il mondo reale e quello narrato, riforgia la memoria costringendola a guardare ai suoi lati oscuri e rimossi.

il Pickwick

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