“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 11 October 2013 02:00

Over the Rock

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Nel 1970 tre giovani musicisti britannici, Keith Emerson, Greg Lake e Carl Palmer, danno alla luce il loro primo lavoro discografico dal titolo Emerson Lake & Palmer. ELP è la somma “acronima” delle pregresse esperienze musicali dei suoi interpreti, provenienti da gruppi come Nice, Crazy World, Atomic Rooster e King Crimson, il cui primo album, In The Court of Crimson King, è ancora oggi considerato quale indiscusso punto di partenza del Progressive Rock.

A questo movimento, evidentemente, si ricollega la produzione del trio, dall’uso della strumentazione (organo Hammond, synth, moog), alla struttura delle composizioni, dai continui cambi di ritmica, all’influenza della musica classica e del jazz. Vere e proprie sinfonie in chiave rock, con escursioni non rare in ambiti blues e folk.
ELP Legacy – Twist of the Wrist è il tour con il quale Carl Palmer, batterista degli ELP, porta in giro per tutto il 2013 alcune delle pagine più significative della band, grazie alla partecipazione di Paul Bielatowicz alla chitarra elettrica e di Simon Fitzpartick al basso.
Inizio hard rock in memoria dei trascorsi negli Atomic Rooster: seduto dietro alla batteria trasparente blu a doppia grancassa, Palmer picchia sulle pelli e sui pedali come se non ci fosse un domani. Fitzpatrick non si risparmia nell’uso degli effetti per riprodurre i suoni delle tastiere, mentre Bielatowicz si limita per ora ad accompagnare la melodia. Nessuno strumento è protagonista assoluto, eppure tutti lo sono contemporaneamente. La chitarra esordisce con le linee di basso, mentre il basso fa incetta di note alte ad emulare la chitarra, in un interessante scambio di ruoli. Se si distoglie lo sguardo si fa fatica a capire quale dei due strumenti stia suonando. E infatti ora è il basso che riprende la sua funzione canonica con la chitarra a svisare sulle scale armoniche. Hoe-down di Aaron Copland catapulta lo spettatore in un insolito country/folk elettrico condito di wah wah e ritmiche che sconfinano volentieri nell’hard rock. Da West Side Story  ecco materializzarsi dalla chitarra le note di America, e subito a seguire le inconfondibili linee di basso introducono Knife Edge, orfana della parte cantata, riprodotta qui, ora dal basso ora dalla chitarra, in un dialogo serrato e continuo incorniciato dai tom tom ossessivi di Palmer.
Timpani messi a dura prova dai decibel sparati da amplificatori senza pietà. Armi di distruzione di cassa.
Stairway to Heaven in omaggio ai Led Zeppelin, a dar tregua passeggera in tapping solo: Fitzpatrick accarezza sapientemente le sei corde del suo basso per dar voce all’intro più famosa della storia del rock, e a ricalcarne successivamente le parti cantate servendosi del loop pedal come tappeto di sottofondo. Un momento molto apprezzato, testimoniato da scroscianti applausi di approvazione. La stessa riservata a Bielatowicz che in solitaria esegue, sempre in tapping technique, l’eterea Clair de Lune di Claude Debussy. Momenti di levatura tecnica e artistica altissimi, esaltati dalla contrapposizione tra la soave impalpabilità delle note lente e scandite dei due assoli, e la feroce esplosione di energia dei pezzi suonati precedentemente. Lo stesso Palmer concede e si concede un momento personale in cui riesce a mostrare e dimostrare, qualora non si fosse ancora pienamente inteso, quanto la natura l’abbia dotato di un talento non comune, esaltato da una tecnica affinata e perfezionata in anni di dedizione allo strumento. Forse quindici minuti e più di sole percussioni potrebbero risultare eccessivi e vagamente autoreferenziali. D’altronde stiamo parlando di Progressive, che di virtuosismo e dilatazione temporale si nutre, e quindi il tutto rientra ampiamente entro le peculiarità del genere.
Per concludere, una rivisitazione dei Carmina Burana, che coronano degnamente quasi due ore intense, in cui i tre musicisti sono riusciti a racchiudere il meglio della discografia degli ELP, e non solo, interpretandola secondo il gusto attuale del leader.
Anche se magistralmente parafrasate da chitarra e basso, si è sentita, per la verità, la mancanza delle parti cantate, che, da un punto di vista prettamente compositivo, fungevano da intermezzo, da sospensione tra un momento musicale e l’altro. Questa circostanza, nello spettacolo di Palmer, viene forse un po’ a mancare, ma è una scelta ben precisa del batterista di Birmingham, che porta all’estremo il concetto di perfezione esecutiva, ed anzi va oltre, fino alla ostentazione di una maestria e di una padronanza tecnica che potrebbero essere intese come fini a se stesse, ma che invece assecondano la volontà di ideare la complessità, realizzarla e, infine, dominarla.

 

 

 

Trianon Music Live
Carl Palmers ELP Legacy − Twist of The Wrist tour 2013
Carl Palmer batteria
Paul Bielatowicz chitarra elettrica
Simon Fitzpartick basso elettrico
Napoli, Teatro Trianon, 9 ottobre 2013

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