“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 19 May 2013 02:00

Arenile, 18 maggio

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Bagnoli alle 22 di sabato sera è una fila di macchine che s’incunea nei più riposti vicoli oscuri; non c’è pace, proprio no, si scalpita ovunque si sorpassa si frena si spinge sulla frizione comincia a far caldo si sbuffa si frena e si impreca. Promette male. C’è festa all’Arenile, anzi un concerto.
L’Arenile sta sulla spiaggia di Bagnoli ed è uno dei locali che nel napoletano vanno di più, pieni di gente felice di età variabile tra adolescenza post-adolescenza e maturità presunta o meno. Andare all’Arenile nel weekend vuol dire molto: chi ci va ha dato un senso alla serata, è degno di massima stima, il giorno dopo può dire “ieri sono stato all’Arenile”, con sorriso soddisfatto, tre giorni prima può dire “sabato andiamo all’Arenile”, con la presunzione dei giusti, il giorno stesso può dire “sto all’Arenile: so’ un’ bbuon’!”.

Io mi ritrovo incastrato nella fila e intanto ascolto il gran Califfo, Califano, che racconta di un carpentiere, un pover’uomo del sottoproletariato romano che patisce la vita e se la gode a stento come tutti quelli né poveri né ricchi (http://www.youtube.com/watch?v=mdpYb21nqpA): lui torna a casa – è venerdì – ammazzato di fatica e s’imbatte in un casino perché la sua donna è pronta per il weekend in montagna. Io sono nel casino, è sabato, ma una botta di culo mi sostiene e lo trovo il posto dove parcheggiare, e veloce mi appresto al gran concerto. Che gente! Mentre a piedi mi incuneo tra i vicoli e le macchine vedo giovani e meno giovani, sento musica a palla urla e risate dalle auto, sono spaventato: questi vogliono spaccare il mondo e proprio stasera!
I compagni al tabacchino mi aspettano gaudenti: da bere per tutti, anche loro hanno tanta e tanta voglia di fare. Il concerto è iniziato, dentro, ma fuori chissenefrega! si beve si fuma si beve si chiacchiera si ride si beve si fuma, che fretta c’è? Io dico che così si fa. Poi dico la verità: nella calca scodinzolante e sculettante mi aspettavo qualcuno con la sigaretta elettronica tra le labbra tipo flauto di Pan e invece no; evidentemente non è trendy, ahimè. A un certo punto si va, mentre il traffico impazza ancora e tanta e tanta gente sta evocando tutti i santi del mondo oppure saggiamente se la ride: “è sabato! verimm’ ‘e nun ce ‘ndussecà!”.
L’Arenile è pieno, come sempre. Fuori vendono hot dog e bibite, strepitano come nei migliori mercati rionali personaggi che a descriverli la macchietta è troppo facile. Quante gonne e quanti tacchi, e camicie e occhiali e cappelli e scarpe buone e tutto lindo e decoroso, è un sacco bello a vedersi, sembra proprio un mondo felice e mi viene in mente L’albero azzurro (http://www.youtube.com/watch?v=PrORGw0yCTU) che prometteva tanto e ha mantenuto poco (lo so che non c’azzecca). Le femmine sono in ghingheri e i maschi pure, c’è speranza di cambiare le sorti dell’universo e di rovesciare le peggiori congiunzioni astrali. Vista così, la vita è veramente bella assai.
Il centro di Bagnoli sta di faccia a noi, quasi sonnolenta, scocciata forse, e tutta ‘sta gente la sopporta a stento. Il centro di Bagnoli c’avrà i tappi nelle orecchie per ignorare questa marmaglia del sabato sera che ha la forza di piegare i cucchiaini a botta di ferormoni. Bagnoli c’ha altro per la testa di questi tempi, altro che non stiamo qui a dire ma un incendio avvenuto a pochi passi dall’Arenile (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/03/04/Napoli-fiamme-Citta-Scienza_8346861.html) si sente ancora nelle viscere e poi si scopre da poco che tutto è infetto e noi camminiamo sull’infetto e sotto di noi davanti a noi dietro di noi è infetto (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/04/11/Bagnoli-disatro-ambientale-cc-sequestrano-aree_8533648.html), ma nun ce pensamm’ però che è sabato il dì di festa.
I compagni devono comprare ancora i biglietti. Li comprano. Entriamo come attraversando una passerella di luci e di occhi luccicanti ebbri felici. Stasera che sera! Dentro l’Arenile: palme, sdraio, ombrelloni, luci, ombre, gente a beverun’, flash flash flash. A mare una barca si gode il concerto a gratis. Tutto è cominciato da una mezz’ora almeno. Io mi guardo intorno per capire cosa ci facciamo qui e che ci fanno tutte ‘ste creature. Poi viene il momento delle foto. Tra di noi spuntano cellulari di ultima generazione e a turno ci mettiamo in posa e ci stampiamo in faccia il più plastico dei sorrisi. Flash flash flash. Foto con la pala. Viene pure il fotografo dell’Arenile e il cerchio si chiude. Ancora flash. Ancora sorridiamo. E poi qualcuno salta, qualcun altro balla, e si chiacchiera di Napoli Cavani Mazzarri Zuniga scudetto non scudetto e si ride felici e si dice di tutto per non stare a pensarci troppo a certe cose e anche perché è sabato.

E comunque davanti a me la visuale è questa 

                                   

Guardate bene: quello lì in fondo è Max Gazzè.

 

 

 


Max Gazzè
Sotto Casa Tour 2013
voce e basso Max Gazzè
tastiere Clemente Ferrari
chitarra Giorgio Baldi
batteria Cristiano Micalizzi
Napoli, Arenile, 18 maggio 2013

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