“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 07 February 2020 00:00

La Musica (E il resto scompare)

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Quando arriva la seconda puntata, su una manifestazione che ne prevede cinque, siamo praticamente già a metà percorso.
Gli ascolti ci comunicano che il Festival sta andando alla grande, con il 53,3 % di share e 9.693.000 spettatori. Amadeus è riuscito a superare il Festival di Bonolis del 2005, quello in cui fu anche annunciata in diretta televisiva la morte di Alberto Castagna. Non solo. Fu annunciata anche la liberazione della giornalista de Il Manifesto Giuliana Sgrena, sequestrata diversi mesi prima da alcuni combattenti in Iraq, e persino la tragica morte del funzionario di polizia Nicola Calipari, artefice della liberazione della Sgrena. Accadde di tutto in quelle serate.

In questo Festival invece non succede nulla, a morire è solo la musica ma il picco di ascolti schizza alle stelle.
Ma siamo felici per Amadeus, che tutto sommato ci fa anche tenerezza.
La conduzione del Festival di Sanremo è considerato un grande traguardo per un conduttore televisivo e Amadeus sta facendo del suo meglio per risultare all’altezza della situazione. Fortuna che continua a esserci Fiorello a fargli da spalla, pur rubandogli inevitabilmente la scena ogni volta che è al suo fianco. Anzi, in alcuni momenti Amadeus appare del tutto schiacciato dalla personalità istrionica dello showman siciliano. Ci dispiace per lui ma siamo contenti per noi, perché Fiorello ci piace, ci mette di buon umore, e la sua presenza può essere ascritta alla sezione “i migliori momenti del Festival”.  Lo showman è arrivato a travestirsi da Maria De Filippi, come aveva promesso, e durante la diretta ha addirittura parlato con lei al telefono, doppiandone la voce. Ha palleggiato sul palco con una racchetta da tennis con il campione serbo Novak Djokovic, ha cantato Che sarà con I Ricchi e Poveri che si sono riuniti dopo secoli nella loro formazione originale proprio in occasione del Festival. Il gruppo ha cantato palesemente in playback i successi di sempre, facendo scatenare persino il nuovo direttore della Rai dall’espressione costantemente algida, per poi abbozzare un coro intonato quando Fiorello si è esibito dal vivo in Che sarà. Siamo certi che la presenza dell’artista catanese abbia contribuito parecchio al picco di ascolti.
Un’altra trovata geniale per lo share è stata quella di farci attendere con suspense l’uscita di Junior Cally (Cosa canterà? Faranno una premessa durante la sua presentazione? Avrà la maschera o no?). La maschera non ce l’aveva, la canzone si è posizionata ultima in classifica e Salvini ce l’ha con lui per essere stato deriso nel suo pezzo. Junior Cally e tutto ciò che rappresenta ci piacerebbe vederlo ammassato in una ecoballa del casertano ma chiunque faccia sentire Salvini un po’ deriso, non può che ottenere la nostra approvazione, anche solo per un attimo.
Durante la serata c’è stata tanta bella e lunga pubblicità, interrotta ogni tanto da qualche artista che si esibiva, e Nicola Savino − conduttore de L’Altro Festival, che non è altro che “il Dopo Festival” – ci ha tenuto a sottolineare l’insostenibile durata del programma, lanciando una battuta ad Amadeus: “Quando ci darete la linea, verso le tre di notte...”. Nicola Savino scherzava, del resto quella tra Fiorello-Savino-Amadeus è un’amicizia indistruttibile, ma ci permettiamo di credere che scherzasse sul serio.
Altri ospiti della serata sono stati Zucchero, con il suo sound Soul & Blues, Massimo Ranieri e la sua immancabile Perdere l’amore con tanto di colpetto alla testa ogni volta che dice “rischi di impazzire” e “sbattere la testa mille volte contro il muro”, accompagnato da Tiziano Ferro che sarà presente in tutte le serate del Festival e che ha cercato invano di raggiungere le note del bravissimo Ranieri. Poverino, non gliene sta andando bene una. Però si è aggiudicato l’onore in diretta di essere ufficialmente definitivo il figlio putativo del cantante napoletano che lo ha insignito del titolo esortandolo con un “chiammame papà!”.
Sarà pur giunta l’ora di parlare degli artisti in gara? Se proprio dobbiamo... i migliori della serata sono stati certamente Francesco Gabbani con Viceversa, un pezzo degno di essere portato su un palco, eseguito bene e che risulta al primo posto nella classifica provvisoria; la cantante e attrice Tosca con la sua Ho amato tutto, un brano intenso, un po’ di nicchia, portato avanti con eleganza e stile all’interno di una performance impeccabile e vocalmente molto interessante. Sui restanti della serata, potremmo anche chiudere direttamente i battenti. Le Nuove Proposte sarebbe stato meglio lasciarle chiuse nel cassetto e se proprio fosse stato necessario aprire questo comò, avrebbero dovuto far continuare la gara a Matteo Faustini, con la sua Nel bene e nel male. Un ragazzino dal volto pulito, con un testo ingenuo, delicato e a tratti anche originale, di cui ha scritto anche la musica. E invece hanno preferito Marco Sentieri, un rapper napoletano con gli occhi schizzati e col capello rasato e una striscetta bionda in testa che si abbinava sia al microfono che a come stava vestito. Giacca e pantaloni neri con strisce verticali gialle a mo’ di segnaletica stradale o di prima maglia del Football  Club Torinese, il tutto ristretto in lavatrice. I Pinguini Tattici Nucleari senza infamia e senza lode, di Levante possiamo commentare solo il completino rosa asserendo che le stava bene. Piero Pelù ha deciso di celebrare i suoi quaranta anni di carriera con la sua primissima partecipazione al Festival, ma avrebbe fatto meglio a proseguire con il restarne fuori perché questa mise da metallaro in pelle non si porta più, soprattutto se non è più messa realmente al servizio della propria musica. Saranno rimasti solo lui e Bennato in Italia coi pantaloni di pelle anche nel mese di luglio. Piero Pelù ci piace ricordarlo nei Litfiba nel periodo ’80-’99, quando era portatore di sonorità e testi orecchiabili e alternativi, e magari anche in una primissima parte del debutto da solista ma poi basta. Enrico Nigiotti, anch’egli ex concorrente di Amici di mille edizioni fa, si è fatto lo chignon come Piero Pelù e ha voluto propinarci questa versione intima del suo brano Baciami adesso facendoci approfittare di quei minuti per andare a fare la pipì. E poi c’è il caso umano di Elettra Lamborghini, una povera ragazza ricca a cui non è bastato essere tra i protagonisti del docu-reality di MTV #Riccanza, in cui ha potuto raccontarci per filo e per segno quanto è ricca e come impiega le sue liberissime giornate (non potevamo farne a meno), non le è bastato essere scelta indebitamente tra i giudici di The Voice, deve pure ostinarsi a fare la cantante. Un tronco di albero all’interno di un vestito preso in prestito nella metà superiore da Renato Zero e in quella inferiore dal Tuca tuca della Carrà. Manco il corpo ha saputo muovere, sembrava uno stoccafisso dotato di un braccio e ogni tanto decideva di alzarlo. E ci canta il brano Musica (e il resto scompare) a cui vorremmo cambiare il titolo in “La musica scompare e rimane tutto il resto, ovvero niente”.
Per quanto riguarda i ventiquattro Big nella loro totalità, che sono stati divisi in due serate, lanciamo un appello: oltre a Tosca e Gabbani, di cui abbiamo parlato bene poco fa e ci auguriamo che vinca almeno uno dei due, che ne direste di estrapolare Masini, Gualazzi e Morgan e rispedire tutti gli altri a casa? Al massimo possiamo lasciare Elodie per la felicità degli uomini e poi la ragazza canta bene, il pezzo è anche ballabile, ma qui lo dico e qui lo nego, perché il palco dell’Ariston è bello immaginarlo calpestato da cantanti che hanno una storia, che non hanno bisogno di puntare solo sull’aspetto, che portano pezzi non da discoteca.
Ma il Festival sta ricevendo ascolti e alla Rai interessa che lo guardiamo non che ci piaccia.
E ben 9.693.000 di italiani lo hanno visto.
Eppure le cassiere del supermercato sotto casa dicono di non averlo visto, mia madre si è addormentata, i miei amici di sempre dicono di essere troppo intelligenti per seguire Sanremo, i vicini che di solito hanno il televisore a palla mai come ieri sera sembravano tutti morti... è un po’ come quando Berlusconi vinceva le elezioni ma tutti dichiaravano di non averlo votato.
Menomale che ci siamo noi a occuparcene, noi che amiamo calarci in quelle situazioni che ci fanno soffrire pur di non rimanere fuori dagli eventi che ci circondano e soprattutto che amiamo il gossip che ne consegue.





Festival di Sanremo 2020
70° edizione del Festival della canzone italiana
Seconda serata
Sanremo (IM), Teatro Ariston, 5 febbraio 2020
dal 4 alll’8 febbraio 2020

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