“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 02 June 2019 00:00

Amo le foglie

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Le nuvole sono sparite dal cuore.
Ora ascolto in pace il discorso intrecciato dei rami.


Perdonami, giardino mio, se non voglio più scrivere
la data di un fiore che non sboccia.
Vorrei trovare quell’ultima parola
che l’ape dice prima di posarsi
e dirla con un bacio che fa primavera in tutti i tuoi angoli.
Ho cura di te, nel lungo dicembre che nulla spera
giacché amo il suo coraggio di pianta;
amo tutte le foglie
prima che vengano i fiori, i frutti, i figli.
In una notte fredda e ventosa
difronte a te, l’ho desiderato:
sii tu il destino, sii tu la mia terra.
Sii tu il re di questa corte
che anemoni e narcisi indorano.
Prima che splenda
c’è bisogno, anima,
che quest’inverno perda anche tu le foglie.
L’ho ascoltato cantare come il piccolo torrente sotto casa
remigando con le uniche ali possibili
il percorso di una lacrima
che poi fa rorido il mattino.
Il cuore stava acceso in silenzio
come un bulbo
protetto dal suo petto di terreno.
Quella notte ho scoperto di amar le foglie
perché loro ci diranno
se è amor di ciliegio o amareno.
Risponderanno fiduciose
Quando chiederemo in quale odore verde scuro crolleranno le ombre della sera.
Son venuta a te, giardino mio, per accogliere le tue risposte
di verdi brillanti
ma se sbaglio
in cuore al tempo
me ne andrò come una foglia di novembre.
Vorrei provare ad essere grata abbastanza
ad ogni raggio di luce cui si porta una foglia nata
quando verrò incontro ai tuoi fusti
per abbracciar finalmente la solitudine di una sola immensa vita.
Prepara una festa millenaria
e imbandisci la terra come una tavola
di cespugli profumati e bacche dolcissime.
Voglio che il nostro amore sia un fiume in piena
tra le tue labbra rosa di camelie sbocciate.
Sono grata sin d’ora al giglio per la fatica di rinascere tutti gli anni.
Voglio che per questo amore le api facciano musica eterna e sconosciuta
Questa volta non ho strappato un fiore per vanità,
non vengo più per adornare i capelli di fanciulla.
Ci sarò sempre a far compagnia al vento
quando porge
ai soli pochi rami verdi
i primi bouquet di marzo.

Oh mio giardino, l’amore non può stare nelle sue stanze.
qualunque sia il suo destino di pianta,
digli che amo le sue foglie.
Son venuta per pregarlo insieme a te
che il primo fior d’arancio
venga e si riunisca ai suoi diletti.

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