“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 09 April 2013 22:01

Ogni bimbo è come Alice

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Roberta ha voluto indossare le sue scarpe più belle per lo spettacolo. Ha cinque anni e appena ha messo piede, per la prima volta in vita sua, all’Orto Botanico ha esclamato: “Sembra un posto incantato!”. Lo era davvero. Il sole caldo di sabato mattina faceva brillare tutto, le foglie sui rami, l’acqua che saltellava allegramente dalla fontanina, i fiori nel prato e i capelli di tutti i bambini. Erano davvero in tanti, tutti impazienti di vedere Alice e di entrare con lei nel paese delle meraviglie.

Perché è questo che accade quando si partecipa ad uno spettacolo de I Teatrini all’Orto Botanico: le storie non si guardano da fuori stando seduti su una sedia ma ci si infila dentro, camminando per i vialetti o sopra i prati, parlando con i personaggi e facendosi tenere per mano. Ognuno dei presenti è un protagonista della storia.
Alice arriva di corsa da dietro un albero, la cosa strana è che sta cercando Alice e la chiama a gran voce. Dice di averla persa e di non ricordare nemmeno il proprio nome, dice che sta crescendo, che i vestiti le stanno stretti e non si sente più come prima. Quella che intraprendiamo con lei, allora, non è il primo viaggio di Alice che curiosa insegue il Bianconiglio nel paese delle meraviglie ma è una nuova avventura, un ritorno in quel luogo tanto assurdo in cui la parte più piccina di lei è rimasta intrappolata. I personaggi di Carrol sono ancora lì e non sono cambiati. Il Bianconiglio ha fretta, il cappellaio è matto e la regina ha quella strana abitudine di tagliare le teste.
Lo spettacolo è itinerante e i bambini, come Alice, attraversano l’Orto Botanico per incontrare i vari personaggi. A guidarli, affinché non perdano la via, è la musica. C’è chi suona la tromba, chi il violino, chi invece il tamburo. Roberta e gli altri piccoli protagonisti sentono la musica arrivare da lontano ed entusiasti esclamano frasi come: “Eccolo il coniglio!” e partono veloci verso la scena che li aspetta, insieme alla loro eroina. Di volta in volta, i personaggi che incontrano li coinvolgono in canti, balli o storie da raccontare. Al cospetto della regina, per evitare che qualche testa rotoli, tutti devono mascherarsi da carte da gioco e per tornare a casa ognuno col proprio nome, devono affrontare il labirinto delle felci. Ogni cosa proprio come fa Alice.
E proprio come Alice ogni adulto che ha accompagnato un bambino sa bene che crescere è un momento molto strano, in cui si fatica a sentirsi la stessa persona di una volta e a tener viva la magia che crea mondi incantati. Ognuno desidera conservarsi allegro e gioioso nel mondo adulto in cui ci sono sempre meno figure e dialoghi. Insieme ad Alice è possibile lottare ancora una volta contro la ragione a favore della fantasia ed uno spettacolo pensato per i piccoli si rivela emozionante anche per i grandi.
Conclusa l’avventura io e Roberta abbiamo rincorso Alice tra i viali alberati, volevamo complimentarci con lei e le abbiamo stretto la mano. Quando è andata via ho chiesto a Roberta: “Cosa scriveremo di questo spettacolo?” e lei ha risposto: “Che è bellissimo e che Alice è bravissima e che ha i capelli più belli del mondo. Ci torniamo domani? Per favore! Per favore! Per favore! Lo voglio rivedere!”.
E questo capriccetto di Roberta può valere più di mille recensioni.

 

 

Come Alice
testo e regia
Giovanna Facciolo
con Adele Amato de Serpis, Cristina Messere, Monica Costigliola, Valentina Carbonara
maschere, figure e costumi  Rosellina Leone, Francesca Caracciolo
produzione I Teatrini
Napoli, Real Orto Botanico, 6 aprile 2013
in scena il 6 e 7 ed il 13 e 14 aprile 2013

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