“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 22 December 2017 00:00

“La ruota delle meraviglie“, sull'amore e altri demoni

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La Coney Island degli anni ’50, attori di grande calibro come Kate Winslet in splendida forma nel ruolo di protagonista tormentata, una fotografia impeccabile, una trama che va dal romantico al drammatico passando per il thriller: questi gli elementi dell’ultima fatica cinematografica del registra Woody Allen.

La ruota delle meraviglie è la storia di quattro vite che si intrecciano: c’è un bagnino (Justin Timberlake) che intrattiene (e racconta in prima persona) una storia con una donna tormentata e annoiata (Kate Winslet), sposata intanto con un giostraio di mezza età (Jim Belushi), ex ubriacone e padre di una ragazza molto giovane (Juno Temple) per la quale il bagnino perderà ad un certo punto la testa.
La trama è semplice e a tratti banale, ma d’altronde la vita è banale e il potere dell’arte, e di Woody Allen nel caso specifico, non sta in cosa si racconta, ma come.
Chi pensasse − sotto suggestione del titolo della pellicola − di andare al cinema e trovarsi dinanzi ad una commedia romantica o al mondo incantato di Midnight in Paris, si troverà dinanzi a qualcosa che ha più a che fare con Match Point, film di Allen del 2006 che vedeva la splendida Scarlett Johansson nel ruolo di protagonista femminile rifiutato a quei tempi (ironia della sorte) da Kate Winslet.
È bene precisare che non siamo al cospetto del più grande lavoro del regista di Manhattan: manca la verve tipica a cui lui stesso ci ha abituati nonostante non bisogni dimenticare che si è davanti ad un dramma e non ad una commedia.
Tecnicamente la pellicola è perfetta, ma a tratti non scalda il cuore nonostante la luce incantata che illumina i volti dei personaggi; un sole al tramonto che fa arrossire gli umori più instabili di tutti, in special modo della protagonista.
È proprio su di lei che si sviluppa tutta la trama: l’interpretazione della Winslet è fenomenale, cinquanta minuti di applausi, volendola dire parafrasando Fantozzi; tuttavia è proprio il suo ruolo ad essere altamente ansiogeno, tanto da considerare la pellicola, a mio modestissimo parere, non consigliata a soggetti psicologicamente instabili.
Nella Winslet vivono e lottano tra loro vari temi della donna e dell’essere umano moderni: le ossessioni, gli scatti d’ira, la difficoltà di accettazione dell’età che cambia, la frustrazione nel non essere riusciti a realizzare i propri sogni ritrovandosi, invece, in un matrimonio sbagliato, con un lavoro sbagliato, nel posto sbagliato.
E poi c’è il difficile tema che logora l’animo e il fegato della protagonista: la gelosia. Circa questo sentimento ci sarebbe tanto da dire e pagine bellissime a tal riguardo sono state scritte da Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso di cui è altamente consigliata la lettura.
Anche Marcel Proust ne Alla ricerca del tempo perduto interveniva a tal proposito: “E comprendevo l'impossibilità contro la quale urta l'amore. Noi ci figuriamo che esso abbia come oggetto un essere che può star coricato davanti a noi, chiuso in un corpo. Ahimè! L'amore è l'estensione di tale essere a tutti i punti dello spazio e del tempo che li ha occupati e occuperà. Se non possediamo il suo contatto con il tale luogo, con la tale ora, noi non lo possediamo. Ma tutti quei punti non possiamo toccarli. Forse, se ci venissero indicati, potremmo arrivare sino a essi; ma noi procediamo a tentoni senza trovarli. Di qui la diffidenza, la gelosia, le persecuzioni. Perdiamo un tempo prezioso su di una pista assurda, e passiamo senz'accorgercene accanto alla verità”.
Insomma, Woody Allen tocca tematiche vecchie come il mondo e pur sempre attuali e ogni volta propone il suo personale e affascinante punto di vista mostrandoci, come solo lui sa fare, a cosa può portare l’umana frustrazione.
Niente risate o momenti d’ironia dunque: questo è un film serio dove a farla da padrone ci sono la vittoria dell’egoismo e il sonno della ragione che genera mostri interiori e morti in carne ed ossa.
Buona visione.





 

La ruota delle meraviglie
regia, soggetto, sceneggiatura Woody Allen
con Jim Belushi, Juno Temple, Justin Timberlake, Kate Winslet, Max Casella, Jack Gore, David Krumholtz, Tony Sirico, Steve Schirripa, Debi Mazar, Geneva Carr, Robert C. Kirk, Tommy Nohilly
fotografia Vittorio Storaro
montaggio Alisa Lepselter
produzione Amazon Studios, Gravier Productions, Perdido Productions
distribuzione Lucky Red
paese USA
lingua originale inglese
colore a colori
anno 2017
durata 101 min.

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