“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 30 September 2017 00:00

Viaggiando, e scrivendo, lungo l'Adriatico

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Lo studioso Dario Di Donfrancesco − nel suo La vela, la ruota, il vapore. Percorsi letterari dell’Adriatico e mezzi di trasporto (Mimesis, 2017) − passa in rassegna la letteratura italiana degli ultimi due secoli che ha in qualche modo a che fare con “quell’affascinante conglomerato storico, sociale e letterario che è il Mar Adriatico” alla ricerca di come in (e su) di essa agiscono i mezzi di trasporto considerati “come vere e proprie 'scatole socioculturali' o come mobili sorgenti visive”.

Nel lavoro dello studioso il macroconcetto di “Mar Adriatico” coinvolge una marea, è il caso di dire, di microaree tematiche e culturali inerenti, ad esempio, ai paesaggi, alle identità locali e ai linguaggi incontrati. L’arco temporale esaminato parte dai primi decenni dell'Ottocento e arriva ai giorni nostri attraversando l'avvento del motore a vapore che ha trasformato la navigazione, i trasporti, le comunicazioni, oltre che il senso del viaggio, mentre fanno capolino, o si ammodernano, il treno, l’automobile e la bicicletta.
Di Donfrancesco, riprendendo gli studi di Romano Luperini, si chiede se l'interazione con i mezzi di trasporto possa essere definita un “tema” vero e proprio. “Il fatto che ogni tema sia soggetto o argomento non significa che qualunque soggetto o argomento sia un tema. L’impiego critico del termine 'tema' implica infatti il momento della lettura e della ricezione, quando questo risulti filtrato dall’immaginario e su di esso concentrato. I grandi temi [...] si ancorano al terreno comune dell’immaginario, vero e proprio ponte di comunicazione fra opera e lettore (Luperini, Dalla critica tematica all’insegnamento tematico della letteratura: appunti per un bilancio, in Allegoria, n. 44, 2003, p. 116). Dunque, sostiene Di Donfrancesco, “non potendo individuare in elaborazioni o modalità paesaggistiche e odeporiche dell’Adriatico un vero e proprio grande tema saldato con l’universo immaginario e condiviso dell’uomo, e quantunque esse siano tuttavia in grado di configurarsi autonomamente come utili ponti di comunicazione tra opere di letteratura adriatica e lettore, ecco che l’interazione tra viaggio, paesaggio adriatico e mezzo di trasporto pare configurarsi piuttosto come una particolare categoria di 'topos' o 'motivo', quasi una modalità narrativo-descrittiva propria, ben tracciabile e analizzabile, composta da una congerie di richiami geostorici e antropologici riferibili al Mar Adriatico e al suo microuniverso antropologico ed economico. Si tratta di una modalità adriatico-letteraria soffusa, spesso così faticosamente intuibile nelle sue realizzazioni testuali da non essere idonea a costituire un’autonoma (in senso letterario) tipologia di motivo o topos delimitabile con esattezza di definizione, con il sentore che la coesione e la sovrapponibilità del sotto-motivo adriatico qui in argomento con i motivi e i topoi tradizionalmente individuati dalla critica rispetto alla letteratura di viaggio, quella del mare o quella adriatica, non sia mai perfettamente coincidente”.
A proposito del genere della “letteratura di viaggio”, Di Donfrancesco, riprendendo lo studioso Vincenzo De Caprio, considera “la letteratura di viaggio una locuzione dai contorni semantici molto ampi, in cui far ricadere opere di narrativa di finzione nelle quali compaiano viaggi e itinerari di fantasia oppure non compiuti di persona dall’autore”, dunque indica con letteratura odeporica esclusivamente quelle opere di scrittori-viaggiatori prodotte nel compimento reale del viaggio, indipendentemente dalla forma adottata (reportage giornalistici, diari, giornali di bordo ecc.). In tal modo l'autore intende rispettare tanto la distinzione storico-critica tra true travel account e fiction travel, che quella fra travel literature e travel writing.
Se, come sostiene Michael Jakob (Paesaggio e letteratura, 2005) il paesaggio è un “fenomeno soggettivo, antropologico, esistente davvero soltanto in rapporto alla rielaborazione umana, non misurabile oggettivamente e dunque assimilabile a un prodotto pienamente artistico e sempre mediato dall’arte”, allora l'intrecciarsi di paesaggio letterario e mezzi di trasporto nell'ambito dell'area adriatica, di cui si occupa Di Donfrancesco, offre numerosi e originali modelli visivo-letterari. Altro elemento da tener presente, sottolinea l'autore, è che “il paesaggio, in rapporto alla letteratura e alla percezione soggettiva, ha origine anche dalla distanza tra osservatore e spazio osservato”.
Visto il paesaggismo che contraddistingue numerosi testi esaminati dallo studioso, questi possono essere intesi come “unità descrittive adriatiche” e l'interazione di queste con i mezzi di trasporto conduce a importanti riflessioni circa il rapporto esistente tra aspetto tecnico-tecnologico e spazio astratto come oggetto narrativo.
In accordo con quanto sostenuto da Marc Desportes (Trasporti e percezione dello spazio tra XVIII e XX secolo, 2008), Di Donfrancesco sostiene che “il paesaggio in rapporto all’atto della locomozione e a una qualsivoglia forma di trasporto [...] non è affatto una mera o banale conseguenza dell’innovazione, ma ne è al contrario uno degli elementi primari, e questo è ancora più vero nell’interazione con la sfera odeporico-letteraria”.
Circa la selezione dei testi effettuata, lo studioso dichiara di aver cercato di coprire il più possibile la “varietà cronotopica adriatica, seppure in stretta interdipendenza con il mezzo di trasporto che si tramuta in filtro rielaboratore di immagini e suggestioni”. Nel saggio ogni capitolo è dedicato a una diversa tipologia di mezzi di locomozione: “Navi, velieri, barche. Il mezzo nautico e le sue interazioni con il testo-paesaggio Adriatico”; “Treni dell’Adriatico. Tipologie, rotaie, paesaggi, fuggenti sguardi”; “La ruota, i viaggi e i paesaggi. Automobili e carrozze sulle strade Adriatiche”; “I pedali, la fatica e la lentezza. Istantanee Adriatiche in bicicletta”.
È dunque davvero un viaggio affascinante nell'Adriatico letterario a bordo di navi, automobili e biciclette quello offerto da Dario Di Donfrancesco.

 



Dario Di Donfrancesco
La vela, la ruota, il vapore. Percorsi letterari dell’Adriatico e mezzi di trasporto
Milano, Mimesis Edizioni, 2017
pp. 278

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