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Friday, 08 January 2016 00:00

Dell'umanesimo nel cosmo

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Mi è capitato tra le mani per caso, in questi giorni. Stavo facendo un po’ di ordine nella mia libreria, in ogni angolo accessibile di casa, con mia moglie che mi lanciava sguardi obliqui. “Non c’è dubbio che i tuoi figli" − i nostri − "tutti e due abbiano preso da te i geni del caos” mi dice Laura sospirando.
Ed è stata quella parola “caos” a farmi scattare la curiosità di mettermi alla ricerca di un libro che avevo letto un paio d’anni prima. Una buona mezz’ora, ma poi l’ho trovato. È delle Edizioni Laterza, il titolo Disumane lettere di Carla Benedetti.

Fresco reduce della lettura di Breve storia del futuro di Jacques Attali (Fazi – collana Le terre), sono subito affiorate nella mia mente, quasi a espellere qualsiasi altro pensiero, schegge di quel libro: tra pochi decenni la popolazione del pianeta passerà da sette a dieci miliardi, conseguente esplosione di terrorismi di ogni genere, impossibile arrestare il surriscaldamento della Terra, progressivo esaurimento delle risorse naturali, fame dilagante; al punto che per una pura esigenza di sopravvivenza si innescheranno “guerre di cortile”... e via precipitando così verso il collasso del pianeta. Sennonché, stando sempre ad Attali, a pochi passi dal baratro, gli uomini, di ogni razza e colore, troveranno la forza di darsi un colpo di reni per avviarsi a diventare un autentico consorzio umano. Una speranza, forse.
È saggista di fama, critica letteraria e insegnante di Letteratura italiana moderna e contemporanea, Carla Benedetti. Il suo linguaggio talvolta ti mette alla prova, ma del resto la materia che tratta non ammette superficialità, specie in questa raccolta di scritti che sto sfogliando soffermandomi sugli enunciati di maggior interesse attuale.
Dopo Attali, rileggere ciò che scrive Carla Benedetti è stato per me un must, sentivo di non poterne fare a meno, e pagina dopo pagina mi è venuto da chiedermi come sia possibile non approfondire concettualmente quale ruolo potrebbe svolgere la letteratura per elaborare forme di intervento del pensiero atte ad attrezzare l’umanità per affrontare con successo una tale incombente, drammatica emergenza vitale.
Ed eccomi al punto. Anziché citare i passaggi più interessanti di Disumane lettere sul tema, dato il mio modo di concepire l’esercizio della scrittura mi è più agevole esprimere quanto vi ho colto con flash mirati, più o meno ravvivati da un sufficiente chiarore, che permettano a chi mi legge di cogliere il mio pensiero e, se necessario, commentarlo.
Prende avvio dagli Usa, Carla Benedetti, e non poteva essere altrimenti. Richard Powers, William T. Volmann sono gli scrittori del momento, che riprendono a riannodare con le loro narrazioni le fila tessute da scrittori “altruisti” del passato (cioè orientati oltre l’umano con lo sguardo rivolto al cosmo), quali Henry D. Thoreau, Mark Twain, Jack London − scrittori grazie ai quali ho fatto le mie prime esperienze letterarie.
Veniamo ora al rapporto tra esseri umani e cosmo, in campo letterario. Quali sono gli scenari che il genere umano, attraverso l’arte della narrativa, è in grado di immaginare riguardo a un futuro non lontano. Quale contributo può dare la fiction alla formulazione di un pensiero, e per conseguenza di approccio fattivo, di fronte alle prospettive che si aprono sul destino dell’umanità e degli altri esseri viventi. Si tratta, in sostanza, di interrogare gli scrittori su come rapportarsi con gli operatori culturali in generale, con le ideologie, la politica, le religioni, la natura, la società, la scienza. Con il mondo, insomma. Poiché la sfida riguarda tutti e tutto. Le chiusure specialistiche, così come i limiti fittizi dei vari campi d’azione o semplicemente dell’esistente non possono che portare al collasso.
Dunque, la letteratura. Quelle che si usava chiamare le “umane lettere” devono proporsi uno scatto per uscire dall’isolamento, pena l’agonia dell’umanità. Non sarà un’impresa facile, ma occorre renderla possibile.
Non è mia intenzione stendere una completa e articolata recensione degli scritti (ricchi e complessi) di Carla Benedetti e Jacques Attali, dei quali ho accennato qualche tratto fin qui, non ne sarei capace. Sento tuttavia di doverne consigliarne la lettura e di esprimere qualche semplice nota di commento su aspetti a mio parere di particolare interesse.
Partendo da Giacomo Leopardi, Carla Benedetti richiama l’attenzione del lettore su altri scrittori del nostro Paese che con le loro opere hanno dato prova di una particolare sensibilità per quanto ha a che fare col rapporto tra cultura umanistica e dimensione cosmica: Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini, tra quelli che hanno avuto un’acuta percezione del caos nel quale siamo immersi. Dal canto suo, Carlo Emilio Gadda con La cognizione del dolore allarga l’orizzonte narrativo alla natura nella sua totalità, dando vita a un intreccio di chimica, cellule e altre essenze materiali.
C’è poi Antonio Moresco, che scrive come la posizione dello scrittore sia oggi nell’occhio del ciclone, sostenendo anche quanto si abbia bisogno di una forte capacità di astrazione della narrativa (per restituirle il suo potere di ridare nuova vita quando un insieme di sfere culturali rischia l’esaurimento, vorrei da parte mia aggiungere), ma si lascia poi andare a valutazioni discutibili quando scrive che “oggi uno scrittore sembra, invece, debba occuparsi solo di inventare delle storielle seriali di intrattenimento oppure di cose che riguardano l’organizzazione della vita umana associata”.
Sto per concludere queste mie brevi note, quando mio figlio Massimo mi chiama al cellulare dicendomi che sta per venirmi a trovare. Il tono della sua voce me lo fa immaginare in una delle sue fasi di effervescenza. Ora è qui in casa, e mi porge subito un libro, il titolo è Scegli la tua vita! (Ponte delle Grazie) − autore Jacques Attali.
Massimo è filmaker, ed è reduce da Parigi, dove ha intervistato Attali al termine di un percorso in vari Paesi del mondo per realizzare il documentario Money Art che la Rai metterà in onda a fine mese. Mi punta gli occhi addosso, poi: ”Sai papà, con questo libro Attali si pone su una posizione diversa rispetto a Breve storia del futuro, c’è una nuova visione o per lo meno un approccio diverso rispetto allo stato dell’umanità. In rapporto anche al caos chimico-cosmico, direi”.
“Spiegati meglio, ma con poche parole però”.
“Be’, il messaggio è questo: Occorre affrancarsi dai determinismi. È la nuova formulazione del pensiero di Attali. Per non parlare di quelli che lui chiama rassegnati-reclamanti. Ti basta?”.
“Direi di sì, tanto per convincermi a leggerlo. Ma tu adesso che farai, hai qualche nuova idea in testa? E perché non senti tuo fratello Andrea, che in quanto giornalista di buona cultura storico-filosofica oltre che letteraria potrebbe affiancarti nel realizzare qualcosa di nuovo?”.
“È quello che avevo in mente”. Poi ci saluta.
Ed è sera. Terminata la cena, Laura − tra le virtuali braccia del morbido divano − è nel soggiorno semibuio dove lampeggia l’alternarsi delle scene trasmesse dalla Tv. “Vado nel mio studio a leggere un po'” le dico. Tra le mani ho il nuovo libro che, assieme alle altre letture, spero possa aiutarmi a indagare la dimensione umana che si nasconde al di là delle nuvole.

 

 

 

 

Bibliografia:

Carla Benedetti
Disumane lettere
Bari, Laterza, 2011
pp. 220

Jacques Attali
Breve storia del futuro
traduzione Eleonora Secchi
Roma, Fazi Editore, 2007
pp. 227

Jacques Attali
Scegli la tua vita!
traduzione Maddamma M.
Milano, Ponte Alle Grazie, 2015
pp. 155



N.B.: immagine di copertina: Job Koelewijn (senza titolo)

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