“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Extra

Extra La locanda delle chiacchiere

«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».

Sunday, 03 May 2015 00:00

Mio amato carceriere (I capitolo)

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Cronaca di un viaggio in un luogo senza tempo

 

 “Chi non è impegnato a risorgere
  è impegnato a morire”

 (Bob Dylan)

 

Viaggiando dentro

Quando infine mi consentirai di essere libera, mio amato carceriere.
Quando abbasserai la voce,  per ascoltare il mio sussurro.
Quando ascolterai il respiro, per entrare nel mio ritmo.
Quando capirai che la tua vita è solo una fase del viaggio.
Quando accetterai di ridurti, per consentire la mia crescita.
Allora sarò te e tu me ne sarai grato.             

                 (I messaggio)

 

La pioggia iniziò ad infittirsi mentre l’autobus di linea si avvicinava a Findhorn. Sino a quel momento, era stata soltanto una lieve pioggerella innocua, utile al più a dare al paesaggio circostante i colori abituali.

Wednesday, 29 April 2015 00:00

"IJF 15" a posteriori

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Come ogni anno, la terza settimana del mese di aprile trova Perugia in piena fibrillazione per il Festival Internazionale del Giornalismo.
Da scribacchina, non c’è evento che potrebbe rendermi più lieta, tranne forse l’istituzione della Festa della Letteratura, o della Scrittura Creativa: finalmente un evento che non riguardi l’alimentazione, o la musica. Niente in contrario a tavolate odorose di prodotti gastronomici o contro scenografiche armonie di ottoni, ma addirittura un festival – termine che sottintende una durata calcolabile in giorni – su uno dei prodotti più alti della cultura umana, è più di quanto potessi desiderare.

“Nel suo studio si consuma la sua vita. Aldilà dei gesti e delle parole di un uomo c’è la forza di un artista che lascia tracce del suo vissuto su ogni opera. Così diverso ma così, necessariamente, uguale è il suo stile sia nei dipinti che nelle sculture. Necessariamente perché Scarselli è sempre uguale a se stesso, coerente. Perché è un artista che, in ogni situazione, ha il bisogno, la necessità, di essere in simbiosi con l’opera. 

Saturday, 25 April 2015 00:00

Le idi di maggio

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11 ottobre 2006
Alfredo camminava per l’ultima volta su quel marciapiede, vestito di tutto punto, come gli aveva raccomandato la sua mamma. Aveva una falcata stanca ma fiera, come di chi percorre il miglio verde sapendo che alla fine del corridoio lo attende una nuova vita.
Quell’assurda camminata quotidiana era così frustrante. Passare accanto a quelle persone insignificanti, magari urtarle ed essere costretto a scusarsi, Alfredo era arrivato al limite della sopportazione. Quel giorno però sarebbe tutto finito, l’ultimo sforzo e tutto si sarebbe concluso con un fragoroso plauso da parte della commissione d’esame. La sua tesi era frutto di un lavoro durissimo, per sei mesi non aveva mangiato, dormito, persino non aveva scopato pur di completarla. Il risultato però era un capolavoro, frutto di collaborazioni illustri guadagnate grazie al prestigio dell’illustre padre, un argomento così complesso che anche il più brillante dei suoi compagni di corso non avrebbe capito una virgola.

Ho sempre odiato il teatro, l'idea stessa che qualcuno davanti a me potesse guardarmi e mentirmi senza preoccuparsi troppo di farlo con discrezione. Ho studiato la storia e le poetiche del teatro con entusiasmo ma, dal vivo, lo spettacolo teatrale mi è sempre sembrato una violenza adulta di cui non ero capace di reggere il peso. Il libro, lo schermo, il quadro: corpi morti rassicuranti le cui menzogne non inquietano. Ma un uomo, una donna, a portata di bacio, impossibili da conoscere, che mi parlano senza rivolgermi mai la parola e senza nemmeno chiedermi come sto! Come accettarlo con serenità? Come emozionarsi davanti a questa oscenità? Come accettare il vile patto e dimenticare l'uomo sotto la sua invisibile maschera per poterne credere la storia?

Monday, 20 April 2015 00:00

ART 3.0: AutoRiTratto di Marco Orsucci

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Marco Orsucci si racconta così prima di rispondere alle nostre domande: “Sono nato 'sfollato' nel '44 ad Altopascio da famiglia livornese. Figlio di orafo, probabilmente il mio destino sarebbe stato quello di intraprendere il mestiere di mio padre. La ventura (non posso dire fortuna) è stata quella di realizzare, da giovanissimo, piccole sculture in creta che hanno suscitato un coro di "ma quanto è bravo! Ma come è creativo! Mandiamolo a studiare a Firenze" e mi sono salvato da un istituto per geometri. A Firenze liceo artistico e accademia: al liceo ho avuto la fortuna di incappare in personaggi come Piero Bigongiari e Quinto Ghermandi che Dio solo sa cosa ci facessero lì.

Ho molto riflettuto prima di pubblicare questa intervista perché non riuscivo a modificarla editorialmente senza travolgerne il significato. Cambiare una parola, una sfumatura o anche solo la punteggiatura rende sicuramente più fruibile il testo ma non permette di seguire il contorto movimento del pensiero di chi risponde. Questo spazio che il giornale ha offerto al progetto ART 3.0 non è destinato ad uno sguardo critico sul lavoro altrui, ma è una finestra sul modo in cui gli artisti contemporanei affrontano il mondo. Uomini e donne che si raccontano. A tutti piace apparire nel pieno di una luce che ne valorizzi i pregi e minimizzi i difetti, ma non è questo l'obiettivo: compito primario di ART 3.0 è cercare di testimoniare quello che accade in alcuni scantinati fiorentini, quello che accade grazie al lavoro e l'impegno di alcuni giovani artisti (che piano piano diventaranno meno giovani), di coloro che hanno maturato già molta esperienza riuscendo a dialogare con il presente, di coloro che colgono le occasioni che il sistema artistico italiano offre di coloro che, invece, mancano l'appuntamento.
Nel caso di Roberto Cappellini ho deciso di  rinunciare a qualsiasi filtro correttivo, lasciando che le parole − la loro forma e il loro contenuto − ne testimonino personalità, carattere, scelte artistiche.

Sunday, 12 April 2015 00:00

Erosione

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Cammino ormai da ventisei giorni. A giudicare però dal fermento di queste persone, che con me hanno condiviso milioni di passi, dobbiamo essere vicini alla meta.
Non riesco a rendermi conto di dove siamo: il mio senso dell’orientamento si è smarrito poco dopo Burgos, tra distese di campi giallo oro e una strada polverosa della quale non riuscivo a vedere mai la fine. Cotto dal sole di giugno, ho continuato ad avanzare quasi meccanicamente, affastellando pensieri alla stessa velocità dei sassolini negli scarponi logori, lasciandomi trasportare dal flusso di pellegrini come se fossi la spira di un serpente senza capo né coda.
Quasi di riflesso, la mia lingua rosea guizza tra le labbra screpolate come se stesse pregustando il sale dell’Oceano; mentre gli altri accelerano il passo, io rallento per cercare di captare l’odore della salsedine in quella brezza che comincia a sfiorare i nostri vestiti incartapecoriti dal sudore, dall’acqua e dall’impietoso sole.

Monday, 06 April 2015 00:00

ART 3.0: AutoRiTratto di Armando Orfeo

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Nel 2013 ho incontrato Armando Orfeo alla Biennale di Arte Contemporanea di Firenze. Un uomo curioso, attento e ironico di quell'ironia che non è cattiveria, ma consapevolezza. Un artista che mentre ti ascolta già salta in qualche altro luogo dello spazio senza perdere il contatto con la realtà. Non sapevo niente di lui, solo che quelle opere mi erano particolarmente affini dove il protagonista si trova, spesso da solo, in una città che lo sovrasta ma che non gli impedisce di vedere il cielo. Un uomo dalla testa piccola e il ventre rotondo che salta con estrema agilità da un tetto ad un libro per perdersi sul bordo di un labirinto sempre cercando un passaggio per un altro spazio. Una poltrona e il pensiero si riposa mentre attorno resta quello che si riconosce senza conoscerlo mai abbastanza.

Gli anni Novanta hanno dato i nativi allo Smartphone, dall’inglese Telefono Intelligente, ma fu così che l’uomo iniziò a diventare cretino.
Un passaggio inversamente proporzionale. Un’affermazione la mia, la nostra, quella di molti, che si giustifica da sé, senza la necessità di spendere troppe parole in merito, perché tutti ormai abbiamo uno Smartphone e sappiamo bene quanto tempo ed energie ci dedichiamo, principalmente in stronzate.
Diremo dunque semplicemente che lo Smartphone è diventato un prolungamento dell’essere umano, e allora ho pensato bene di creare e brevettare applicazioni con cui migliorare l’uomo nella struttura fisica e cerebrale, ottenendo così un’esistenza migliore.

Thursday, 02 April 2015 00:00

Peacekeeper

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Se ne sta dietro una colonna cercando di non farsi notare. Allunga lo sguardo per qualche istante. Poco più avanti, su un’altra colonna dei portici che incorniciano la piazza, mani non tanto ignote hanno affisso un manifesto scritto fitto fitto con pennarelli colorati. Da dove si trova, la ragazza riesce a intravedere solo le prime due parole a caratteri più grandi: UNIVERSITAS STUDIORUM. C’è anche una fotografia, che subito riconosce. Sorride. Il manifesto goliardico è per lei. Si è laureata in lingue estere, e della parola “lingue” lei pensa che su quel foglio potrebbero esserci le più fantasiose versioni, con tanto di espressioni e disegni allusivi e grevi quanto basta. Le solite cose, immagina. Come da copione. Qualche passante gli lancia un’occhiata di sguincio proseguendo spedito lungo i portici dove filtra la luce di prima mattina. Pochi, per lo più giovani, si soffermano a leggerlo, ridacchiando.

Thursday, 09 April 2015 00:00

Sono dietro di te (parte 13 – finale)

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Le giornate a casa con lei passarono piacevoli, ma io non riuscivo a smettere di pensare alla scelta che dovevo fare. Me l’ero messo in testa. Era passata qualche settimana dal mio ultimo delitto e iniziavo a desiderarne un altro. A lavoro ripresi a guardarmi un po’ intorno, ma pensai che sarebbe stato estremamente stupido uccidere un altro paziente della stessa struttura. A quel punto tanto valeva ammazzare direttamente Barbara.

Monday, 30 March 2015 00:00

ART 3.0: AutoRiTratto di Lalla Lippi

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"STREGA RIGATTIERA. Signori miei, non passino oltre a quel modo; non lascino fuggire l'occasione.Veggano, veggano che fiore di mercante! Qui v'è di tutto; e son nullameno tutte coserarissime e senza eguali in terra; tutte famose perqualche gran malanno recato, quando che fosse, agli uomini e al mondo. Io non ho in bottega un pugnale dal quale non sia grondatosangue, non una tazza che non abbia dato a bere un segreto veleno, e distrutte le più robuste complessioni; non un ornamento che non lasciasse una donna da bene; non una spada che non rompesse un'alleanza, o non trafiggesse l'avversario alle spalle.

Remo Anzovino, IglooTregua (feat. Luca Aquino)


La casa in cui, nel febbraio del 1960, mi trasferii con tutta la mia famiglia era di proprietà della municipalizzata dove mio padre lavorava. Si trovava all’ultimo di un palazzone di otto piani e a mia madre non era mai piaciuta. Ma soprattutto non le era piaciuto trasferirsi dal quieto terzo piano della casa di Monteverde, dove vivevamo, ad oneroso affitto libero, vicinissimi a quella stretta cerchia di amici, compari e zie che furono la presenza degli adulti nella mia infanzia. E fino alla sua morte non vi si adattò mai.

Monday, 23 March 2015 00:00

ART 3.0: AutoRiTratto di Andrea Mancini

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Illustratore di moda, Andrea Mancini ha realizzato acquerelli e ritratti per il catalogo Massimo Alba, collezione primavera-estate 2013. Ama l'acquerello perchè la ritiene una tecnica "lieve ma decisa, pura ed immediata, fatta di velature luminose, a volte quasi invisibili. È indiscutibilmente l’arte della leggerezza".

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