“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Nunzio Di Sarno

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Pop esteem

Tutto è alla portata di tutti 
Ma non tutti possono
Pur volendo tutto sentire

25 aprile

O partigiano portati via
Lo sfruttamento e la gerarchia

Né comunismo né capitale
Unica via è l’anarchia

Preghiera per la fine del mondo

Io padre onnipotente generato
Non creato da energia cosciente       

Creatore del cielo e della terra
Di tutte le cose visibili e invisibili

Fa’ che sia sempre consapevole
Di ciò che accade dentro e fuori

Tu

Vaneggio tra quattro porte 
Chiuse dal mio Stato
D’emergenza invisibile

Virus

Tanto parlare cliccare chattare e skippare
Per farmi scaldare e rimbalzare tra pulpiti
Di cartapesta grondanti interesse e vanità

Perché non mi faccio saltare il cervello con un colpo di pistola

Quando il buio mi mangia il cuore
E la saturazione m’irrigidisce
E mi arma la mano 

In un attimo un filo si allenta
E piano ritorna a galla

Comune

Vecchi e nuovi sacerdoti
Cambiano le parole
E l’abito non nasconde
Il cuore dell’uomo
Vecchio come il mondo

Settembre

Tutto acceso
Per paura
Che mi lasci
Il torpore

Same Old Trap

Bah bah balbetta
Astioso poppante
Sonnacchioso 

Vomita merda
A più caro prezzo
Monta disprezzo

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il Pickwick

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