“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Francesca Clara Fiorentin

Il non detto interiorizzato come arma di potere

Riscopriamo questa bellissima opera di Brianna Carafa, finalista al Premio Strega nel 1975, ristampata da pochi mesi da Cliquot.
Cosa accade all’orfano bambino che chiede informazioni sul suo passato e su cosa si cela dietro i muri chiamati “Tetti Rossi” nella cittadina dove egli vive? L’autrice sembra dire che o si accoglie una verità − avendola cercata e riconosciuta, oppure interiorizzata dall’ambiente familiare − o si rischia la follia, ed è ciò che accade a un certo punto al protagonista, lontano dal cogliere nelle esperienze del presente e del passato una qualsiasi luce interpretativa, un senso.

Discorso di un manager ai lavoratori

In una sala mensa, davanti a decine e decine di lavoratori, impiegati e operai.
“Buon giorno, sono il vostro nuovo capo”.

il Pickwick

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