“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Stella Martellini

Una doccia bollente (un racconto erotico e pulp)

“Vattene”. La stretta si era fatta più decisa. Lei cercava di liberarsi con grazia, senza farsi troppo male. “Vattene via. Torna da dove sei venuto”. Sapeva bene quello che stava succedendo. Di nuovo, dopo anni, e lei stava quasi per cadere nella rete. Quasi. “Scusa, ma come mi hai trovata? La tua amica si è informata e ti ha mandato fin qui? Cos’è? Non trovi più nessuno in pianura e sei costretto a visitare le isole dell’oceano per avere qualche attenzione?”. Anni prima non ce l’avrebbe mai fatta a parlargli così. Invece adesso non vedeva l’ora di insultarlo come un cane. Un tempo, era lui, il cattivo. Che prendeva, lasciava, quando aveva voglia, quando gli girava, tutte suo territorio. Tutte puttane.
Eppure, una volta, le aveva anche fatto tenerezza. Aveva gli occhi verdi come il mare, profondi e tristi. Poi, un giorno, ci era caduta dentro, e si era accorta che c’era il vuoto.

il Pickwick

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