Malastrada, in scena al Teatro Elicantropo di Napoli, è come un sogno premonitore sulla catastrofe che potrebbe generarsi da un cambiamento, dall’attraversamento di un varco, dall’affidarsi al cammino di un ponte, allo stare nel bel mezzo di un passaggio.
Si respira l’aria della Sicilia, si sente il dialetto degli attori prima ancora di vederli apparire sul palco. Sono tre: padre, madre, figlio, la classica riproposizione di un triangolo borghese che cammina per le strade della propria terra, la Sicilia dell’estremo Nord-Est.
Lo stesso soggetto, un'espressione diversa
Written by Alessandro ToppiCreditori è opera scritta per “far vero” ossia per prendere parte alla grande stagione tardo ottocentesca del verismo teatrale. Non è un caso, dunque, che la si trovi impaginata in un piccolo volume verdognolo che porta il titolo di Teatro Naturalistico. Era a Zola che Strindberg s’ispirava inventandosi nuove opere in serie. Convinto di trattare il tema della disparità matrimoniale tra i sessi, della distinzione di genere, della vendetta come saldo preteso dopo un’usurpazione illegittima (ogni voce viene iscritta nel gran libro ed ogni voce, prima o poi, giunge al suo conto), Strindberg – esaltato dalla fallace prospettiva zoliana – finì invece per scrivere sì un capolavoro ma un capolavoro che nulla aveva del verismo, del realismo, del naturalismo: per fortuna.
L'Arte e la Storia. In cammino tra le opere di Andrea Cefaly
Written by Delio SalottoloNon esiste soltanto l’arte che cambia la Storia, quella che riempie i musei e che studiamo sui libri. Certo l’arte che cambia la Storia ci fa gonfiare gli occhi di stupore o ci racconta il senso di un epoca, e così può essere decisivo un determinato uso della pennellata o una rivoluzione nella tavolozza. In poche parole l’arte che cambia la Storia è quella che fa la Storia, e forse proprio per questo la cambia, e la cambia per tutto un insieme di coincidenze e di incontri fortunati. Soprattutto l’arte del XX secolo ha proceduto in una direzione tale per un insieme infinito di concause, ma forse quella determinante, il “caso” o forse più correttamente il kairos, il saper cogliere il momento opportuno a partire dalle circostanze, non è stato mai troppo approfondito.
Ma queste sono ciance.
Il Circo(lo) Volante Pickwick
Written by Daniele Magliuolo - Delio SalottoloCi siamo. È finalmente venerdì sera e tutta la nazione è sintonizzata sul programma del giornalista Palin. Il nostro presentatore è visibilmente emozionato. È evidente che gli ospiti in studio questa sera sono di un certo livello, ma Michael non si perde d’animo e, come di consueto, comincia: “Buonasera signore e signori. Siamo finalmente giunti al tanto atteso appuntamento del venerdì ‘Tra Scienza e Fede’. Ospiti in studio il vescovo Donald e l’astrofisico …”
“No no no no” – lo interrompe Donald – “io sono un semplice prete”.
“Qui c’è scritto Donald Bishop” – si giustifica Palin.
“Si, certo. Bishop è il mio cognome”.
“Ah, ecco. Sì, in effetti avevo dimenticato questa strana coincidenza. Beh, vedrà che la faranno vescovo prima o poi, lei è un predestinato”.
Padre Bishop sembra un po’ seccato, sicuramente imbarazzato da quest’ultima affermazione del noto giornalista televisivo, ma con grande eleganza risponde: “Grazie, ne sono lusingato. Lasciamo fare al Signore”.
Whip Whitaker è un pilota che fa uso di alcool e sniffa cocaina (essenzialmente per superare la sbronza). Un giorno come tutti gli altri, un volo come tutti gli altri: da Orlando alla natìa Atlanta, una turbolenza iniziale audacemente superata, una sospirata tranquillità. Ma il destino (l’incuria umana – l’aereo non è stato sufficientemente revisionato) precipita tutti nel baratro della tragedia, scongiurata con una peripezia straordinaria da parte sua. Solo sei vittime su duecentodue persone in totale. Fra i morti, due hostess, tra cui l’attuale ragazza di Whip, padre divorziato. Nicole è una giovane fotografa di Atlanta che è già precipitata per un’overdose, e che incrocia il sopravvissuto pilota in ospedale.
Genio senza tempo. Al di sopra del tempo
Written by Caterina Serena MartucciCastel Capuano. Il tribunale della Vicaria vecchia. Sala del Tronetto (o della Regina). Migliaia di chilometri. Più di un centinaio di anni. Un vecchio processo, ormai sepolto dal tempo e dai mutamenti dei tempi, riprende vita in un vecchio tribunale, già regale residenza, ormai privato della sua funzione e in cerca di nuova occupazione.
Sul programma, Giorni scontati è presentato come una commedia capace di trascinare il pubblico che si divertirà alle battute delle protagoniste le quali vivono situazioni divertenti (ancora una volta), disperate e grottesche. Tra quelli usati, l'unico aggettivo che si addice alla piéce è “disperate”.
Lo spettacolo, preceduto da un dibattito sulla situazione delle carceri in Italia, abbatte la parete della cella di un carcere femminile.
CICLO BERGMAN (parte I) - Il settimo sigillo
Written by Daniele Magliuolo“Il settimo sigillo attraversò il mondo come un incendio. Incontrai forti reazioni da parte di persone che avvertivano come il film centrasse le loro scissioni intime e la loro angoscia”
(Ingmar Bergman)
Con questo film intendiamo inaugurare una serie di scritti dedicati al grande regista svedese Ingmar Bergman, denominata Ciclo Bergman. La raccolta che ci siamo prefissi di raccontare non è completa, mancano molte opere, parliamo del resto di uno dei cineasti più prolifici della storia del cinema, una carriera che copre la bellezza di quasi sessant’anni, iniziata nel 1945 con Kris e conclusasi nel 2003 con Sarabanda. Quasi impossibile quindi ricoprire l’intera produzione bergmaniana (e ci stiamo limitando a considerare solo il lavoro cinematografico, tralasciando il teatro, i lavori radiofonici e televisivi, e le opere letterarie che comunque citeremo qua e là durante il racconto).
- Ingmar Bergman
- Kris
- Sarabanda
- Il settimo sigillo
- Pittura su legno
- Carmina Burana
- Carl Orff
- Come in uno specchio
- Luci d’inverno
- Il silenzio
- Il posto delle fragole
- Sorrisi di una notte d’estate
- Svensk Filmindustri
- Per grazia ricevuta
- nino manfredi
- Lourdes
- Jessica Hausner
- Apocalisse di Giovanni
- Dostoevskij
- karamazov
- Gunnar Fischer
- Daniele Magliuolo
- Il Pickwick
- Ciclo Bergman
- Retrovisioni
“Ed ecco il divieto della Governante. Come i lettori potranno vedere, la sostanza della vicenda, narrata in questa commedia, è più la calunnia che l’amore fra le due donne. Nessuno degl’ingenui, in difesa dei quali si batte la censura democristiana, indovinerebbe il vero sentimento che lega la governante alla cameriera. D’altra parte, quest’amore irregolare, mentre in tutte le letterature moderne viene difeso e quasi proposto come modello, qui è condannato. La morale che vige nella commedia è quella provinciale del vecchio Leopoldo. E la peccatrice finisce coll’uccidersi. In che modo viene offesa la morale corrente? Qual è il principio sovvertitore che viene enunciato? Dove sono le scene che potrebbero offendere il candore di una quindicenne (se pure di ragazze quindicenni se ne vedano a teatro)?”.
Inconscio di una madre messo a nudo in un interno: denudato e narrato sfruttando al meglio le molteplici possibilità offerte dalla mimesi teatrale. Questo è La parola 'Madre', libero dichiarato tradimento dall'atto unico Emma B. vedova Giocasta di Alberto Savinio, messo in scena con felice congegno dalla compagnia “Teatro di Legno”.