“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 10 October 2013 02:00

Ma tu lo conosci il gatto di Schrödinger?

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Neanche l’ombra. “Io non vedo l’ombra perché non c’è luce”. Voce fioca. Incerta a tratti. “Spazi stretti, claustrofobici. Tieni insieme gli opposti. Non importa quanto ti costi, tieni insieme gli opposti”.

Spazi al di là delle case, oltre i confini giacciono rose senza più spine.

L’uomo, che ora è solo, continua a pensare ai contrari, anche al contrario.

“E se il gatto vivo fosse morto?”

Al di là delle case giacciono margherite, queste, sì, hanno le spine.

“E se il gatto morto fosse vivo?”

Le ombre fugate da un raggio di sole, breve ed intenso, rendevano chiara una zona al di là delle case, al di là delle cose.

Sprazzi di luce e si spezza la voce.
L’unica certezza al momento è che il gatto è vivo e il gatto è morto.

“Tieni insieme gli opposti”

I dubbi devono essere nascosti. Volgere lo sguardo altrove, se non si vede chiaramente,  aiuterebbe ad allontanarsi dalla propria mente.

Al di là delle case, ora, solo altre case.
La donna, sulla strada, batte le dita sul proprio orologio: è fermo.

L’uomo la osserva teneramente: “Il tempo mia cara è un riflesso d’insicurezza”.

La donna, soddisfatta, ha appena trovato la scusa al suo ritardo, la sua bugia reggerà, ma questo l’uomo non può saperlo.

“Il gatto è morto, ma il gatto è ancora vivo”

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