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Sunday, 30 January 2022 00:00

Brevi storie

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Una cosa che non è divertente? Scrivere racconti.
“Ma perché?”, potrebbero dire i miei lettori. “Hai scritto decine e decine di racconti in pochi anni, e ora sei giunto alla conclusione di avere soltanto perso tempo, inoltre annoiandoti. È una contraddizione, la tua”.

No, risponderei, è piuttosto una provocazione. Quello che intendo chiarire è che il mondo in cui viviamo offre scarse possibilità di diversificare in chiave sia realistica sia creativa le vicende delle quali si vuole scrivere. C’è un livellamento verso il basso del modo di vivere della gente comune. Per la qual cosa si corre il rischio di ripetersi. A meno di volersi indirizzare verso una scrittura fantascientifica. La qual cosa non risponde ai miei interessi narrativi.
Parità di diritti, uguaglianza e giustizia sociale sono, nel loro insieme allo stato delle cose, le condizioni in cui vorrebbero vivere i loro giorni le persone delle quali desidero scrivere. Ma le cose vano diversamente. Il mondo, è vero, sta cambiando. Tuttavia, non porta con sé nuove condizioni di vita che pongano la società umana in una realtà vivibile all’altezza delle sue legittime aspettative. Che fare, allora? Smettere di scrivere, perché è inutile? Direi di no. Occorre impegnarsi affinché quanto viene narrato sia diffuso nei limiti del possibile tra la gente. E tale obiettivo deve coinvolgere anche gli editori, i cui interessi artistici, peraltro, coincidono con quelli degli scrittori.
Certo, questa mia semplice analisi non risolve il problema. Semmai si limita a denunciarlo. Il che però non basta.
Poco si scrive della politica, che resta chiusa in sé stessa. Quindi, a mio parere, coloro che gestiscono il potere decisionale nella vita della società andrebbero richiamati con la massima decisione a impegnarsi in tale attività con una visione senza confini, nell’interesse di tutti, anziché sottostare ai limiti egoistici di natura ideologica.
E che dire della vita famigliare e comunque di convivenza? Qui il campo si allarga, e c’è abbondante materia per scrivere.
Prendiamo, ad esempio, il sesso. C’è molto da dire con la scrittura. È in ogni caso di fondamentale importanza evitare racconti di rapporti erotici fini a sé stessi. Occorre raccontare con umana partecipazione l’amore fisico non disgiunto da quello sentimentale, in un cotesto che sia affine alla storia che viene narrata. Altrimenti è porno.
Per poter continuare e scrivere senza riserve penso sia indispensabile leggere quanto viene pubblicato. Con particolare riferimento alla narrativa di stampo realista. La letteratura postmoderna, così come la metafiction − che nondimeno hanno dato alle stampe opere di notevole valore culturale − tengono la scrittura lontano da autentici rapporti umani dei quali è giusto scrivere.
A conclusione di queste mie brevi note mi sento di affermare che la vita degli umani non solo va vissuta, come è ovvio, ma deve anche essere interpretata dalle diverse forme artistiche, tra le quali la narrativa, a mio avviso, occupa una funzione di massima rilevanza.
Mi resta da aggiungere che l’Era Digitale offre a chi scrive importanti e facilmente accessibili possibilità di essere pubblicati su webmagazine. Con il vantaggio, in tal modo, di evitare lungaggini se non difficoltà di accesso. Scrivere, dunque, senza inutili riserve.

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