Print this page
Sunday, 19 December 2021 00:00

Quei divari di generi

Written by 

Non so come ci siamo messe a parlare del ruolo di noi donne nel mondo contemporaneo. Eravamo sulla terrazza di un bar in Corso Buenos Aires a Milano, dove abitiamo tutte e tre.

Era un pomeriggio di una domenica d’estate, la luce del sole creava uno stato d’animo gioioso. L’incontro con le mie amiche l’avevo organizzato io, Laura. Le altre due erano Ilaria e Patrizia. Tutte e tre prossime ai quaranta.
I nostri mariti erano altrove. Il mio alla partita dell’Inter che non voleva assolutamente perdere, gli altri due a un concerto dei Procol Harum nel salone del Cinema Smeraldo. Per prima cosa al bar ordinammo tre Gin Fizz, uno splendido long drink di grande precisione aromatica.
Prese la parola Ilaria , la più giovane di noi. “Di cosa vogliamo parlare?”, disse.
“Dovremmo cercare di capire quale sarà la parte positiva di noi donne in questo mondo che sta cambiando radicalmente, e dove la politica se proprio non ci esclude perlomeno non ci apre orizzonti di genere”, dissi.
Patrizia: ”Cambiano le aspirazioni, cambia anche la moralità. E il lavoro in quanto tale non è alla portata di tutti perché il profitto, più che in passato, è l’obiettivo irrinunciabile che non lascia spazio agli impegni di rinnovamento a beneficio dell’umanità nel suo insieme. Quanto poi all’avvento dell’Era Digitale è abbastanza chiaro che richiede una specializzazione che di fatto esclude una larga parte di aspiranti lavoratori. Pensate, tanto per fare un esempio, come non sia facile accedere ai social. E qual è la situazione delle donne in un siffatto stato di cose”.
Dopo le prima considerazioni su dove stava orientandosi la società umana, la nostra conversazione prese a considerare la necessità di scambiarci le nostre opinioni riguardo a come, e in che misura, le donne fossero in grado di prendersi un loro spazio ed esprimersi secondo le loro singole capacità.
“Che il mondo femminile sia da sempre penalizzato è un dato di fatto. Ma poniamoci una domanda: è la nostra natura strutturale a renderci difficile, se non in molti casi impossibile, l’accesso a posizioni di sostanziale importanza, al successo insomma, o sono gli uomini che ce lo impediscono? Manchiamo forse di aggressività e sicurezza quando dobbiamo confrontarci con l’altro genere?” disse Patrizia.
“E se si trattasse di una creazione ultraterrena? disse Ilaria con un accenno al sorriso.
“Suvvia, non scherziamo. Siamo tutte e tre miscredenti”, dissi.
Il Gin Fizz ci dava la carica per approfondire la questione. Nessuna di noi si esprimeva in maniera da convincere le altre di avere la certezza di una giusta interpretazione della realtà in cui vivevamo Tuttavia, fu Ilaria a farci riflettere sulla nostra apparente fragilità, ricordandoci che non è vero che noi donne accettiamo la nostra subalternità passivamente. Tant’è che nei secoli antichi, nel Medioevo in particolare, le donne che hanno tentato di prendersi il loro spazio sono state persino giudicate streghe e mandate al rogo.
“Vogliamo parlare anche dell’amore” disse poi Ilaria. “È un tema interessante. Non fosse altro perché siamo donne”.
Data la provocazione sul rapporto amoroso tra uomo e donna, decidemmo di ordinare un altro Gin Fizz.
E parlammo d’amore. Nessun dubbio che tale sentimento può e deve esistere. E che quando il rapporto è sincero l’uguaglianza tra i due generi non è in discussione.
Ne approfittò Ilaria con un’altra provocazione. “Che ne dite di quel brano di una nota canzone di Adriano Celentano, che così si esprime: Due caratteri diversi prendon fuoco facilmente?”.
“Beh, non stiamo parlando di amore che subisce l’influenza dei caratteri. L’amore vero è altra cosa”, dissi.
Non fummo in grado di approfondire ulteriormente il tema dell’amore, perché era ormai l’ora di rincasare, dove sicuramente i nostri mariti ci stavano aspettando. Con amore.

Latest from Enrico Brega

Related items