È un tranquillo pomeriggio primaverile, Marco e Giovanna, sua moglie, sul balcone di casa sorseggiano un aperitivo.
− Perché meravigliarci se la nostra sofferenza non interessa a nessuno? − Giovanna.
− Forse perché sarebbe come ammettere il proprio fallimento. Sto parlando di me stesso, naturalmente.
− Be’ tesoro... non dubito che tu abbia le necessarie qualità per sfidare le convenzioni e cercare sbocchi alternativi. Del resto, nei diversi lavori che in questi dieci anni ti hanno visto impegnato hai dimostrato di volere puntare sempre più in alto. Perché, a questo punto, non prendere una volta per tutte la decisione di imboccare l’unica strada che hai mente.
− Già, ma quale strada? Fin qui ho lavorato passando da un campo all’altro ma senza trovare l’ambito nel quale collocarmi. Per dirla in parole povere: è ormai chiaro che la via che vado cercando io non è tanto cosa fare bensì come.
− C’è qualcosa che può apparire chiaro in quello che dici, ma non del tutto.
Un nodo da sciogliere sempre più intricato. Marco ne è consapevole. La società in cui viviamo è un contraddittorio intreccio di competizione fine a se stessa, se non al profitto di pochi. L’innovazione intesa come progresso dell’esistenza umana resta un sogno, è il pensiero di Marco.
Del resto lui è non ha dubbi che se non ti pieghi al volere del capitale difficilmente puoi realizzarti secondo le tue aspirazioni. Ma non intende cedere.
− Ascolta Marco, ti rendi conto del costo, in termini di frustrazioni alle quali potresti sottostare, e in definitiva come la tua ricerca potrebbe essere senza sbocchi? – Giovanna.
− Ma la mia ricerca, come la chiami tu, altro non è che il possibile, magari modesto, contributo a dare finalmente vita dopo secoli e secoli a una brotherhood of men, come cantava John Lennon, il cui senso era, un’illusione forse, no possession and no religion too.
− D’accordo, ma allora esci dall’ambiguità. E porta alla luce quello che sei.
− Hai ragione, amore. Sì, devo scrivere. La narrativa mi aiuterà a dare il mio contributo a dare un significato esistenziale. Specie dopo che l’umanità ha subito l’immane tragedia del Coronavirus. Certo, noi umani siamo a una svolta del nostro stare al mondo. E io non posso mancare di dire la mia... che ne dici?
− Sarò con te. Come sempre.