“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 09 June 2019 00:00

Daniela e la magia dell’autunno

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Le succedeva con l’avvento di quella stagione. Si sentiva elemento integrante. Una sorta di interprete del tempo che scorre.  La sua vita sembrava dilatarsi, carica di suggestione e di romanticismo.
− Credo di capirti − disse Giorgio, facendo scivolare lente le mani sotto la camicetta che lei stava iniziando a togliersi. − Tu sei a un bivio al di là del quale ancora non vedi la giusta direzione, ma sei consapevole che presto sarai al centro di una nuova realtà.

Sdraiati sulla riva dell’Adda, sotto di loro un plaid dagli eccitanti colori, lontani da occhi indiscreti. − Vuoi dire che ormai avrei deciso? − Daniela trattenendo a stento un grido di piacere.
− Ne dobbiamo parlare... ma non ora.

Nell’auto di Giorgio momenti di silenzio e un mezzo sorriso che affiorava sulle loro labbra tornando a Milano, diretti a casa di Daniela.
− Quindi divorzierete il mese prossimo? − Giorgio.
− Sì, così mi hanno detto in Comune.
− E potremo finalmente dedicarci a noi stessi. Ma quando inizierai il nuovo lavoro?
− Devo prima mettere a punto alcuni particolari con l’editore. Mi ci vorranno un paio di settimane, niente di più.
− Certo che quando ti ho conosciuta non avrei mai pensato che saresti passata dall’attività di avvocato a quella di editing.
− Che vuoi, è un sogno che coltivo da quando ero poco più che adolescente. Del resto, la laurea in legge l’ho presa per far contenti i miei genitori che lo consideravano quasi un obbligo per me. E poi, ti dirò, prima o poi vorrei scrivere qualcosa di mio.
− Ok, quanto a noi siamo d’accordo di convivere senza necessariamente sposarci. Ne sei sempre convinta?
− Sarà la mia nuova e vera vita.

La casa editrice aveva una sezione dove pubblicava le novità di narrativa in lingua inglese. Per Daniela sarebbe stato facile svolgere il lavoro di traduzione e di editor poiché conosceva molto bene tale lingua avendo trascorso per anni le vacanze di studio negli Usa.
− Quando ti trasferirai nel tuo nuovo ufficio? − Giorgio.
− Presto, e non vedo l’ora.
Giorgio era uno dei Professori dell’Università Statale di Milano addetti ai corsi di insegnamento della cultura digitale che stava ormai espandendosi con continue nuove tecniche in tutto il mondo. Dopo pochi mesi di felice convivenza con Daniela, il preside dell’Università gli propose di partecipare al Progetto Digitale OCSE per i percorsi futuri fondati sullo sviluppo dell’innovazione tecnica. Si trattava di un lavoro molto impegnativo ma al tempo stesso di estremo interesse. C’era solo da superare da parte di Giorgio una certa esitazione di dover vivere lunghi periodi all’estero, in vari Paesi, che lo costringevano a stare lontano da Daniela. E prima di accettare gliene parlò.
− Non esitare, amore mio, l’offerta che ti hanno fatto mi rende ancora più orgogliosa di te. Accetta. Sarà una straordinaria esperienza che ti porterà ai massimi livelli del tuo lavoro.
− D’accordo, ma non può accadere che come il tuo ex-marito io possa farmi prendere da una forma, diciamo quasi ossessiva, di carrierismo.
− Stai tranquillo, tu sei diverso. Prima la famiglia, ma senza rinunciare a te stesso. E poi ci sono io. Troverò il modo di rafforzare il nostro legame, mi conosci. E poi... sono incinta. Che ne dici? Sarà un maschio.
− Daniela, tu con questa notizia non sai quanto mi rendi felice. Ma, mi raccomando, fa che io ti senta sempre vicina a me. Anche quando ci separano interi continenti. Io, del resto, vedrò di non esagerare, perché la mia vita devo sentirla qui... da te e da nostro figlio.

Il lavoro in Francia − il primo Paese dove si trasferì − dette i suoi buoni risultati quando il direttore si complimentò per l’ottima qualità del suo lavoro molto impegnativo e intenso, promuovendolo responsabile di reparto. Ciò che tuttavia non gli lasciò neppure il tempo di fare un salto su un aereo per una sia pur fugace visita a casa. Ma la delusione per non avere potuto abbracciare Daniela lasciò presto il passo all’entusiasmo che gli aveva procurato la notizia che lo avrebbero trasferito in missione in Cina dove il Progetto si stava sviluppando ad alti livelli.
− Domani parto per Pechino, non ti preoccupare. Là darò il meglio di me stesso, ma metterò subito in chiaro che le mia permanenza non potrà andare oltre una ragionevole durata perché non intendo dimenticare il mio Paese. Specie in vista dell’imminente nascita del nostro piccolo − fu quello che Giorgio disse a Daniela per telefono.
− Qui torna in gioco l’intima pacatezza della mia derivazione autunnale. Quindi puoi stare tranquillo. Al tuo ritorno la nostra vita sarà stupenda. E poi avremo con noi il piccolo.
− E come lo chiameremo?
− Filippo.
Tre mesi di intenso lavoro, ma entusiasmante. Giorgio era consapevole di contribuire alla nascita dell’Era Digitale che avrebbe cambiato il mondo e creato più occupazione.
In quei mesi di lavoro Giorgio ebbe pochissimo tempo per mantenere i contatti con Daniela attraverso WhatsApp e Skype. Troppo poco per lui. Giorno dopo giorno avvertiva un disagio emotivo che tra gli altri disturbi gli procurava insonnia e ansia. La lontananza da casa si faceva sentire. Lei tuttavia intuiva lo stato d’animo del marito e si teneva pronta a intervenire.
A modo suo − serenità autunnale − in caso di necessità.
Fu quel giorno che Daniela ricevette una telefonata da Pechino che venne a sapere che la situazione di suo marito stava diventando preoccupante.
− Abbiamo dovuto far ricoverare Giorgio in una clinica psichiatrica perché è caduto in depressione. La terremo informata, la questione dovrebbe comunque risolversi in poco tempo − le disse i Direttore del dipartimento.
Nel frattempo stava per nascere Filippo. Daniela fece ricorso a tutta la sua forza interiore. Nella clinica dove il piccolo nel frattempo era nato, chiamò a raccolta tutta la sua famiglia, il fratello Adriano e i suoi anziani genitori, e insieme decisero che Adriano avrebbe preso il primo aereo per Pechino dove c’era da prendere le decisioni necessarie, d’accordo con i medici della clinica, per fare uscire Giorgio dallo stato di depressione e, se necessario, riportarlo a casa senza il minimo indugio. La sensibilità umana al di sopra delle ambizioni carrieristiche.

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