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Thursday, 28 March 2013 05:58

Non solo canzonette: italiani alla corte del Re Cremisi

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Psichedelico, dilatato, sinfonico, barocco, esoterico: l’uomo schizoide si reincarna dopo anni di confinamento silente nei meandri più bui della sua stessa lucida pazzia. E torna a vivere grazie alle prodezze di tre gruppi che hanno fatto, ognuno a proprio modo, la storia del rock progressivo italiano. E non solo.
Sì perché, quando si parla di “Prog”, si pensa immediatamente alle icone del genere, che, erroneamente, vengono identificate sempre e solamente in band straniere.

Se da una parte, però, ad interpretare magnificamente la follia tradotta in musica ci sono formazioni storiche e di livello riconosciuto come Genesis, E.L.P., King Crimson, Yes, Pink Floyd e Jethro Tull, l’altra faccia della medaglia, quella tricolore, non è meno nobile: Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, New Trolls. Gruppi che testimoniano come, per una volta, la musica italiana non sia rimasta spettatrice né, peggio ancora, passiva riproduttrice di cover nazionalizzate – pratica assai diffusa all’epoca – ad uso e consumo del pubblico festivaliero.
Il presentatore della serata preannuncia tre ore di concerto diviso in tre parti con una sorpresa finale. Eccezionalmente, e solamente per la data di Napoli, aprono i napoletani Osanna, probabilmente tra i tre gruppi in programma i meno conosciuti, almeno a livello nazionale. Nati dall’incontro della formazione rock dei Città Frontale e del flautista e sassofonista Elio D’Anna, già membro degli Showman di James Senese, la formazione attuale conserva la sola voce originaria, Lino Vairetti, istrionico frontman dalla prorompente emissione vocale. La sapiente chitarra di Pasquale Capobianco non lesina eco e riverbero per introdurre all’ascolto e scandire i frequenti cambi di tempo e atmosfera. Nonostante la dilatazione temporale dei brani, in pieno stile “Prog”, le composizioni non risultano mai noiose e ripetitive, merito anche di omaggi e citazioni illustri (Purple Haze di Jimi Hendrix, Impressioni di Settembre della P.F.M.).
Neanche il tempo che i brividi si disperdano che tocca ai New Trolls, attualmente denominatisi “La Storia New Trolls”, per questioni inerenti ai diritti d’autore. Poco male, perché la radice creativa della band è ancora presente e decisamente in salute. Nonostante le ridotte capacità di movimento causate da un incidente che nel ’98  lo tenne quarantaquattro giorni in coma, e che lo ha costretto a cambiare strumento musicale, Nico Di Palo, fondatore insieme a Vittorio De Scalzi del nucleo principale del gruppo, è ancora “La Voce”: è incredibile come, ogni qualvolta la si ascolti, si rimanga costantemente sopraffatti dalla sua potenza e allo stesso tempo ammaliati dalla sua elegante limpidezza. Quelli Come Noi apre il concerto per rimorchiare i ricordi degli spettatori che conoscono i New Trolls per la loro vena pop, per la verità successiva e marginale rispetto al rock sinfonico che ne ha connotato principalmente i primi anni di attività. A seguire, infatti, De Scalzi e soci propongono Visioni, brano in stile Equipe 84, e La Prima Goccia Bagna il Viso, preceduta da un gustoso aneddoto che racconta di come fu risolto il problema dello spazio troppo ridotto di un 45 giri, incapace di contenere l’intera composizione (il pezzo fu registrato occupando entrambi i lati del disco). Il finale, puro esercizio di eccellenza tecnica, sfocia in dinamiche di dialogo serrato tra gli strumenti, riprendendo, in maniera neanche troppo celata, i virtuosismi ancestrali di 21st Century Schizoid Man dei King Crimson. E subito a seguire alcune delle composizioni di Concerto Grosso, l’album che ancora oggi è considerato il loro capolavoro. La base classica, opera del compositore Luis Bacalov, viene dal vivo affiancata dalle chitarre elettriche e dai sintetizzatori, in un connubio spiazzante per originalità e resa armonica, soprattutto se si pensa all’epoca in cui sono state scritte: Adagio, Allegro e Shadows omaggio all’Hendrix di Little Wing. Chiude Barocco’n Roll, dall’album Concerto Grosso: The Seven Season, che spazia dall’ariosità delle composizioni di Vivaldi (non a caso) all’uso di effetti strumentali tipici del barocco musicale (clavicembalo) in omaggio a Bach.
È poi il momento de Le Orme, il cui unico superstite della band originaria, Michi De Rossi, è oggi affiancato da Michele Bon e Fabio Trentini. Quello che colpisce immediatamente e che in qualche modo differenzia questa strepitosa band dai colleghi di genere è la vena introspettiva e quasi “malata” della loro musica. Sospesi nell’incredibile, ma in generale l’intero album Felona and Sorona, ne rappresentano forse l’esempio più calzante, con i contrappunti batteria/organo dispersi nella dilatazione infinita che priva l’ascolto di contorni definiti, sfumando l’angoscia con melodie che ricordano stornelli cantati dai buffoni di corte, per poi catapultarsi, nuovamente, nell’ ossessività allucinata scandita dall’uso del minimoog e dell’organo Hammond. La voce di Fabio Trentini non fa rimpiangere affatto il suo illustre predecessore, anzi, se possibile arricchisce e reinterpreta rispettosa ma non sottomessa. Versatile anche nell’uso della strumentazione, Trentini passa con nonchalance dal bass pedal alla chitarra acustica, al basso elettrico, supportato dalla “elettrica” di De Bon che altro non è che una tastiera a tracolla. Ottimi strumentisti, innegabile evidenza sottolineata anche dalla scioltezza con cui De Rossi esegue le complicate partiture di batteria. E non potrebbe essere altrimenti, vista la difficoltà dei brani da eseguire. Ma le doti tecniche da sole non potrebbero mai arrivare a tali vette di perfezione se non supportate da un “sentire musicale” simbiotico e non ordinario.
In coda, la preannunciata sorpresa: sul palco, insieme, New Trolls, Le Orme e Lino Vairetti in omaggi reciproci quasi a rassicurare gli spettatori meno allenati con brani molto noti (Gioco di Bimba e Una Miniera). Rare concessioni al pop e alla pura melodia che hanno permesso alle due band di arrivare ad un pubblico più vasto lasciando probabilmente un’impronta ben definita nell’immaginario collettivo, che però non corrisponde in pieno ad un’essenza musicale di ben più ampio respiro e che ha fatto loro assumere una rilevanza nazionale ed internazionale come espressioni di eccellenza musicale made in Italy.

 

Prog Night 2013 – La Storia New Trolls, Le Orme, Osanna

 

La Storia New Trolls
voce, flauto traverso, chitarra, tastiere e synth 
Vittorio De Scalzi
voce, tastiere Nico di Palo

voce e chitarre Andrea Maddalone

voce e basso Francesco Bellia

voce e batteria Giorgio Bellia

 

Le Orme
batteria
Michi De Rossi
organo Hammond, Piano e synth Michele Bon
voce, basso, chitarra, bass pedal Fabio Trentini 

 

Osanna
voce, chitarra acustica Lino Varetti
batteria Gennaro Barba
basso Nello D'Anna
sintetizzatore e cori Irvin Luca Vairetti
chitarra elettrica Pasquale Capobianco

Napoli, Teatro Trianon, 24 marzo 2013


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