“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 21 March 2013 08:10

“Maccarune”, la tradizione culinaria a teatro

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Riscoprire il piacere di ridere di gusto a Teatro… con Maccarune, una piacevole commedia dai risvolti psico-gastronomici, di scena al Piccolo Bellini, si può. Luciano Saltarelli, attore ed autore della regia assieme a Giampiero Schiano, porta in scena uno spaccato della contemporanea realtà partenopea che ruota attorno alle elementari pulsioni di sempre: il Denaro, l’Amore, la Salute ed il Cibo.

Ed in particolare quest’ultimo rappresenta il fulcro figurato e materiale della vicenda, laddove gli attori non fingono di mangiare ma lo fanno realmente. Da sempre il cibo rappresenta uno spartiacque sociale, abbonda sul desco del ricco e scarseggia su quello del povero. Allora ecco che i coniugi Ferdinaldo e Rossanda, i cui nomi fanno ironicamente il verso alle commistioni linguistiche partenopee, trovano un modo per fronteggiare la precaria condizione economica: convincere l’impacciato e timido amico Gennarco (che tanto ricorda il Robertino di Ricomincio da tre) a ceder loro il magazzino della compianta Mammà per aprire un ristorante.
Dopo diverse contrattazioni, sogni pilotati e grazie alla complicità imposta ad Antoniettella (la timorata domestica) l’affare si conclude, ma a causa di un gesto involontario la commedia si tinge di nero e vira verso toni semidrammatici.
Da qui la regia si avvale degli espedienti narrativi tipici della commedia, come lo scambio di persona (il gemello buono e quello cattivo) e il classico ribaltamento dei ruoli (da acquiescente e remissiva, Antoniettella si veste di sfrontatezza e prende il posto della padrona), il tutto per marcare la differenza tra attori e comparse, presente così come nella finzione scenica, anche e soprattutto nella vita reale. Il tutto avviene sempre con quella leggerezza che non è sinonimo di superficialità ma al contrario rappresenta la solida arte di arrangiarsi tipica del popolo napoletano, questa volta attualizzata dall’emergenza contemporanea di una crisi economica che smorza il riso ma non il sorriso.
Gli interpreti, tutti in ugual misura bravi e convincenti, riescono a strappare al pubblico più di un applauso durante la messa in scena, ancor prima della chiusura del sipario. Si apprezza la duttilità degli attori, la verve recitativa naturale, mai volgare e sempre rispettosa della tradizione, anche quando prendono a prestito la famosa scena della spesa di Natale in casa Cupiello.
Saltarelli (già apprezzato ne Il Vantone di Arturo Cirillo) nella doppia veste di regista e attore, nei panni di Ferdinaldo restituisce il prototipo del marito espropriato dal ruolo di capofamiglia e perfettamente aderente al modello di famiglia matriarcale. È infatti la moglie (la brillante Manuela Schiano Lomoriello) a tenere le redini della vicenda, dandosi improbabili arie da Signora. A completare il quadretto domestico, è Antoniettella, la serva orfana che si rivela poi essere più sveglia del previsto; ad interpretarla è Antonella Raimondo, in un ruolo che valorizza il suo istrionismo.
L’unico neo è una struttura narrativa a tratti un po’ irrisolta che poteva godere di maggiore estensione, soprattutto nel finale.
Tuttavia Maccarune rimane un apprezzabile ed originale esperimento che mette appetito di Teatro.

 

 

 

Maccarune
di Luciano Saltarelli
regia Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano
con Antonella Raimondo, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano, Manuela Schiano Lomoriello
produzione Teatro a vapore/Luciferoteatro
disegno luci Massimo Abbate
scene e costumi Teatro a Vapore
assistente alla regia Raffaele Cesario
paese Italia
lingua italiano
durata 70’
Napoli, Teatro Piccolo Bellini, 19 marzo 2013
in scena
dal 19 al 24 Marzo 2013

 

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