Vorrebbe scrivere di principesse dalla pelle liscia vissute nel periodo grigio del mondo. Un tempo in cui tutto era bianco o nero, e quando non era né bianco né nero, era grigio. Dalla tela fuoriesce timidamente una figura vestita di grigio, potrebbe essere la principessa della storia, ma si rifiuta di voltarsi e di esaudire gli ordini e le suppliche del narratore. La ragione è presto spiegata, qualche problema di comunicazione tra l'idea e la sua rappresentazione ha fatto sì che la principessa in realtà non fosse esattamente una leggiadra fanciulla dalla pelle liscia, ma un uomo. Tuttavia la storia deve proseguire, anzi deve iniziare, e la scrittrice decide di accontentarsi di ciò che la tela le ha offerto.
Il principe consegnato era alto e forte, come tutti i principi, e anche se in realtà non lo era, per esigenze letterarie non si poteva definirlo altrimenti; tuttavia non parlava, era un principe senza voce dalla cui bocca usciva solo puzza. Impegnava le sue giornate regali ad affrontare i nemici del regno: schiacciava le formiche bianche, acciuffava le mosche nere e trafiggeva i lombrichi grigi. Ma un triste giorno uno stato di torpore dell'anima si impossessò di lui tanto che i nemici del regno poterono girare indisturbati senza dover temere più nulla dai piedi e dai dardi della testa coronata ridotta all'immobilità. Dagli occhi del principe cominciò a sgorgare dell'acqua, in quel regno nessuno aveva mai stillato acqua dagli occhi, escludendo i rubinetti. Le sue lacrime vennero portate dai dottori e analizzate, e dal loro ribollire (blu, blu, blu, blu) venne fuori un colore nuovo, che chiamarono: blu! In onore di quel nuovo bellissimo colore tutto il regno fu colorato di blu, venne lanciata la moda del blu, e anche i bambini diventarono blu. Ma presto anche quel colore venne a noia, anzi quella nuova tristezza divenne una vera e propria malattia, la 'noiosite'. Altre lacrime sgorgarono e, analizzate dai dottori, diedero vita al giallo. Nuovamente tutto il regno si adeguò al nuovo colore e la moda del giallo rimpiazzò la precedente. Anche questa volta all'entusiasmo iniziale seguì una malattia, il 'dolore'. Poi venne la volta del rosso e della 'rabbia' che ne conseguì. E sarebbe andato avanti così all'infinito se i bambini non avessero anche loro imparato a piangere con sentimenti e colori diversi che, mescolandosi, colorarono il regno di tutti i colori.
Uno spettacolo raffinato dove narrazione e danza, poesia e ironia, si fondono in equilibri perfetti capaci di avvincere il pubblico di tutte le età. Il testo, semplice e diretto, è un percorso all'interno delle emozioni, dove i colori primari rappresentano le linee guida indispensabili per riconoscere e nominare i propri sentimenti e quelli degli altri. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione con insegnanti e bambini della scuola dell’infanzia e di seconda elementare che hanno donato a questa storia molti dei pensieri legati al loro vissuto emozionale e alla loro piccola ma grande esperienza di vita. È così che sono nate espressioni come questa: "Sono triste quando muoio al cimitero", ed è così che a quel sentimento è stato assegnato un preciso colore.
Le lacrime del principe
liberamente ispirato a Il mago dei Colori
di Arnold Lobel
di Monica Mattioli
con Monica Mattioli, Massimo Prandelli
coreografie Francesco Praino
collaborazione artistica Monica Parmagnani
disegno luci Cinzia Airoldi
produzione Compagnia Monica Mattioli – Milano
lingua italiano
durata 50'
Napoli, Teatro Galilei 104 – Teatro Le Nuvole, 11 gennaio 2015
in scena 11 gennaio 2015 (data unica)