“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 10 November 2014 00:00

Les Voyages de Lubylu – Elezioni ad Auschwitz (3)

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3° GIORNO

La vodka è ancora lì pronta per la colazione, ma anche questa mattina non la prendo. Ho tutto il giorno per assaggiarla, magari giusto un goccio.
Oggi il cielo è azzurro, una splendida giornata di primavera. Taxi senza Lory e senza Canny e arrivo ad Auschwitz. Devo dire lo staff è sempre molto gentile; mi fanno grandi sorrisi. Tutti. Eh sì! Anche la ragazza scheletro sorride. Non chiedetemi come, c’è un gruppo di scienziati che sta studiando il fenomeno.

Arriva Poulone, il mio Boss, Inglese ma di chiara nascita Cingalese, è tutto grasso che cola. Rimbalza felice di vederci. Lo assaliamo di informazioni, gli raccontiamo tutti i problemi, gli apparecchi, le postazioni, gli spazi, lo staff.
Lui risponde: ”No problem, don’t worry!”.
Ma io leggo il fumetto dei suoi pensieri: “Mo’ me ne torno on foot a Londra!”.
Arriva anche Szergi, collega polacco, ci eravamo conosciuti nel meeting di Audio International a Washington. Era stata Discovery ad organizzarlo pochi mesi dopo aver acquisito la nostra azienda, con lo scopo di conoscere i manager delle varie sedi sparse nel mondo. Un fantastico meeting. La settimana dopo Discovery mise in vendita Audio International.
Szergi è pieno di box, carrelli e cianfrusaglie varie rigorosamente Ikea. Mi guarda e sapendo già che voglio dirgli (buono, così non mi devo sforzare con l’inglese), mi risponde: “Yes, Ikea has a join adventure with Audio International!”.
Ci fosse stata Julia Jenadostovic si sarebbe fatta trasportare tutto il negozio Ikea di Cracovia direttamente nei Musei Vaticani, montaggio e pulpette comprese.
Andiamo presto a pranzo (su suggerimento di Poul) ed io illustro con l’ausilio della mia fotocamera come riorganizzare postazioni, ingressi, uscite e quali standard operativi deve seguire lo staff.
Chiattoul mi guarda e mi dice: “Louca you’re the genius!”.
Diceva così anche al nostro collega Gabriel Secchi, vittima sacrificale di Audio International in Vaticano, che di geniale aveva solo il dito indice che manteneva il labbro. Quando cercava di pensare, senza peraltro riuscirci. Non soffermandoci quindi su quale valore dare alla frase, di importante c’è che Poul ha acconsentito alla mia idea di trasformazione di tutta la fase di distribuzione; di terribile c’è che aropp’ tre anni continua a chiamarmi Louca…
Dopo pranzo siamo andati ad Auschwitz 2, secondo campo di concentramento a poche centinaia di metri, costruito negli ultimi anni della guerra con l’aumento esponenziale dei prigionieri in arrivo. Da brividi vedere le due rotaie entrare nel campo ed attraversarlo. Agghiacciante, immaginare il lento e rumoroso accedere dei treni, i vagoni stracolmi di ebrei, ignari della loro terribile sorte. Visioni della mente che vorremmo cancellare. Ma che riappaiono ogni volta che saliamo su un treno Napoli-Roma.
Per Trenitalia ogni giorno è il giorno della memoria.
Nel pomeriggio siamo tornati in albergo. Ci siamo seduti attorno al tavolo e abbiamo preso la prima vodka, alle ore 16:00. Giusto un goccio. Alle 17:00 già sono alla quinta goccia. Tutti in camera di Poulone, conference call con Tracy, grande capo di Antenna, che a dispetto del nome e dei gusti, è un uomo. Partecipo anch’io, il mio inglese è fluently, tutto merito dell’ottava goccia di vodka. Descrivo la differenza delle radio frequenze degli apparecchi, e quali sono le necessità impellenti, finisco con un “Tracy, thanks for your invite” che fa molto ridere, ma non so perché.
Sono comunque tutti contenti della mia venuta. Szergi ci tiene a complimentarsi, dicendomi che in due giorni ho capito più cose di quanto ne hanno capito loro che ci lavorano da mesi. E si congratula con me di questo e di altre cose. Che però non ho capito.
Ceniamo tutti lì, poi dopo la ventesima goccia di vodka facciamo un giro per il Rione Traiano, nella speranza vana di trovare un po’ di vita. Ma qui la vita si misura con il contagocce.
Ci sono solo distributori di carburante, si chiamano Pp.
Hai capito che risparmio, niente verde, né diesel, le auto in Polonia vanno a pipì!
Devo avvisare subito Mr. Marchionne, non vorrei che la nuova Punto fosse a benzina…

 

 

(CONTINUA)

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