“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 13 July 2014 00:00

Les Voyages de Lubylu – Natale a Taipei_8 giorni in 8 mail

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Bangkok – 1° GIORNO

A Fiumicino in attesa di JJ, la mia responsabile Julia Jenadostovic casualmente in ritardo di soli quaranta minuti, l'hostess del check-in ha cercato in tutto i modi di farci volare in business, solo perché l'avevo fatta ridere. Non c’è riuscita, però è stata affettuosa. Il viaggio è andato, Julia tranquillissima fino a quando non ha deciso che doveva riposare. Allora ha preso cinque camomille, tre melatonine, quattro sedativi più i due calmanti che aveva ingerito a casa. E da quel momento non ha trovato pace. Il tempo è infinito, dopo cinque ore vorresti scendere che non ce la fai più di film che non capisci, giochi dalle istruzioni impossibili e musica che non sentiresti neanche con Pizzarco, il mio fratello che si spaccia per critico musicale.

Le hostess cinesi però erano troppo carine, tutte uguali col vestitino lilla; lilla come gli interni dell'aereo, lilla come la coperta per il freddo, lilla come lo smalto che avevano alle unghie, lilla come il pollo che ci hanno dato da mangiare…
Arrivati a Bangkok mentre l'aereo faceva miscela abbiamo fatto un giro per l'aeroporto. Ho scoperto che le thailandesi a diciotto anni vanno in pensione. Nei negozi lavorano solo bambine e in numero esagerato. Una fa lo scontrino e le altre quattro le spiegano come deve usare la cassa. Sembrava che le alunne di una scuola media avessero vinto di trascorrere lì una giornata di lavoro, al posto dei loro genitori.
Lo scalo poi doveva essere fresco di costruzione, sapeva ancora di vernice. “Vedi Juliuzza questo aeroporto è stato costruito con i soldi degli italiani che vengono a fare turismo sessuale”.
"Ma che dici ?!?”.
Poi e' successo un fatto strano: ho mandato uno sms a voi in ufficio, ed Isidora, la nostra boss, ha scritto sul cellulare a Julia.
“Luke, qualcuno le ha detto che siamo a Bangkok ?!?”.
“JJ, secondo me è stata la minorenne alla cassa!”.
Ritornati sul nostro aereo, un'amara sorpresa: le hostess erano diventate pezzotte, non c'erano più quelle originali ma delle imitazioni poco riuscite. Intanto mi iniziava a fare effetto la melatonina. Un po' tardi.
Atterraggio a Taipei tra acqua e vento...
Taxi e l'albergo, direste voi troppo fico, io non so che significa; ma è meraviglioso, basterebbe vedere solo l'ascensore... è bell' sul' iss'.
Manco il tempo di una doccia che JJ era gia' pronta per andare al ManT, il Museo Archeologico Nazionale… di Tapei. Qui aspettano con ansia la nostra (che poi è solo la mia) esperienza per lo start-up cinese del GIT, il Group In Tour, la radioguida che ha cambiato per sempre la vita delle guide, autorizzate e no, in tutto il mondo.
Si deve dire la verità sta Taiwai-Taipen è 'na mezza lota. Sembra una città povera che vorrebbe fare la ricca, o una città ricca, decaduta, ma assai. Comunque l'edificio del museo è proprio bello, la nostra collega inglese Green Peace è carinissima-schizzatissima, e pure Clear, altro pezzo grosso britannico, piano piano si è sciolta e la slava non ha gradito: ”Luca! Non dare troppa confidenza, rimaniamo in rapporti professionali, chi sono, chi li ha mai visti, chi li conosce questi?!?“.
“Hai ragione Juliuzza bella, sono solo i nostri colleghi che lavorano per la nostra stessa azienda, che abbiamo sentito tutti i giorni negli ultimi sei mesi e che stanno aspettando noi (me) per santificare il Santo Natale…”.
Il futuro staff del Group In Tour è inguardabile. Vi ricordate quando facemmo il colloquio a quel cacaglio che venne col padre in bermuda e la camicia hawaiana? Quello qui farebbe il Sales Manager.
Julietta ha fatto un briefing di quasi due ore riuscendo a farli restare incantati senza dire nulla, ma proprio nulla. In questo è bravissima; poi però ha iniziato a bloccarmi ogni qualvolta aprivo la bocca: "No Luke, wait, wait, wait! Aspetta, aspetta, aspetta!". Poco male perché la melatonina stava facendo il suo corso, lei parlava ed io non riuscivo a tenere gli occhi aperti, se aprivo la bocca era per sbadigliare. Nu suonn' esagggerato!
Stasera, quando da voi era l'ora del caffè, siamo andati con Green Peace, il boy friend ('na specie ‘e Woody Allen giovane), Clear ed altre due bambine cinesi ad un ristorante giapponese: ho mangiato roba inchietante.
Ma ho scoperto tante cose su questo posto. Il capodanno è verso il 18 febbraio, e ora siamo nell'anno 95. No 1995! proprio 95... ecco perché non esistono le posate, devono ancora inventarle!
Il Natale non c’è ma all'aeroporto avevano tutti il cappello di Babbonatale e c'era un albero con tutte le palline. Poi qui in albergo mentre vi scrivo da questo computer nella hall continuo a sentire tutti motivi antoscia natalizi... anche se mo’ sembra 'o sole mio.
Comunque ora vi lascio che sono quarantotto ore che non dormo e domani dobbiamo passare tutto il giorno con gli a-bon-na-tiell del Gruppintour.
Non so se scriverò ancora perché con questa tastiera sto impazzendo... ad un certo punto io battevo e sullo schermo uscivano degli ideogrammi, non si capiva cchiu' niente... ma che re', cinese?

 

(CONTINUA)

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