“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 17 April 2014 00:00

Grido

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Di questi anni passati a sognare,
la morte,
il più doloroso ricordo è il mio gridare,
perduto nel vuoto di quella esistenza a cui avete negato una sorte.


Anche stanotte il mio grido si perde nel pianto chimico della vostra allegria
Anche oggi sono fiero e pazzo, e tremo dinanzi la vostra follia.

Quale rivoluzione? Solo abbandono...
Avete supplicato il collare, sdegnato il trono.
Avete scambiato l’abito della domenica per il vestito del sabato sera
Insultato la borghesia e vissuto d’apparenza solo per renderla ancora più vera
Avete, in ogni modo, scarnificato il corpo come primitivi per sentirvi moderni
Avete rifiutato Dio per inginocchiarvi dinanzi a cento Dionisi terni
Avete negato la verità assoluta per totalitarismi di dubbi eterni
Avete detto “basta!” a tutto solo per continuare il più a lungo possibile
Avete dubitato d’ogni certezza per indicare con quanta sicurezza l’impossibile!
Avete viaggiato ovunque nel mondo solo per rimanere persi
Vi siete detti liberi solo per sottomettervi all’impero dei sensi
Vi siete proclamati forti solo per inventarvi ogni giorno un nuovo bisogno
Avete finto coraggio per fare d’ogni tranquillità un sogno

Essere desiderati ed avere senza mai volere: non v’importa altro, è la vostra unica logica.
Ed il mio grido disperato è un pagliaccio suicidatosi sotto la vostra nera pioggia

Io Grido, Io Sputo, sul vostro piacere
Io Grido, Io Sputo, sul vostro tacere
Io Grido, Io Sputo, sul vostro pragmatismo
Io Grido, Io Sputo, sul vostro cinismo che amate travestire da realismo

Io grido il mio infantile orrore perché la vostra sana maturità e il vostro vivere tranquilli è l’eterno ritorno della morte violenta di Pier Paolo Pasolini.

Non posso più sopportare Orazio stuprato
Il Carpe Diem, elogio di una vita devota in ogni istante al significato
Il Carpe Diem, vero e proprio J’accuse contro la futilità
Citato da voi con quanta oscenità per giustificare la vostra vacuità

Dite: l’amore è un mito! con quanta leggerezza...
Ballate sulle macerie e inghiottite frullati di cenere, senza alcuna sofferenza.
Ma alla verità non credete, e allora come potrebbe interessarvi l’ideologia?
Profanate il benigno con quante menzogne per far profitto della patologia.
Fuggite, spaventati, codardi, nel mito della materia e nelle ragioni degli ormoni
Quasi che non fosse stato l’uomo primitivo ad aver partorito la lingua, ad aver costruito
Com’è comoda la debolezza umana! Come sono comodi i fallimenti passati!
Che non volete forse bene ai bigotti moralisti che vi giustificano nel vivere senza morale?
Che non amate forse i traditori così che vi convenga non fidarvi mai degli altri?
Avete abbracciato l’inferno così tanto che ogni luce nelle tenebre è divenuta per voi un male.

Che siano tutti vili gli uomini! O quanto crudeli! O quanto pazzi scatenati!
Questo supplica il vostro cuore di marzo, così che nella vostra vergogna siate giustificati.
Così che mai vi assalga l’atroce dubbio: e se mi fossi sbagliato, e se c’avessi provato?

Voi non temete la fine, anzi la cercate
Voi non cercate alcun fine, lo ignorate
Costruire vi pare così stupido, futile, ingannevole, faticoso
Cercare un significato vi pare oltraggioso
Libertà! Libertà! Libertà! Libertà!
La gridate ovunque, la negate agli altri e godete di quella non vostra che avete già.
Per quella altri sono morti, altri sono stati dimenticati...
Com’è stranamente comodo tutto questo! Bello e spregevole!
Difficile dire se più assurdo o ragionevole.

Io so cosa vi ripetete silenziosamente per rasserenarvi, io lo so
E per questo io oggi ve lo grido:
È colpa vostra, è colpa vostra, è colpa vostra, è colpa vostra
Mostri, Mostri, Mostri, Mostri, Mostri, Mostri
Per non aver creduto, per non aver voluto: non esiste perdono.

Vuoti non siete mai stati,
Vittime non siete di divinità assenti o crudeli fati,
Avete scelto il nulla col quale avete plasmato i vostri attimi.

Per favore! Silenzio!
Se non dovete giudicare tagliatevi la lingua, ascoltare non m’interessa il vostro lume d’assenzio.
Se non volete amare andate, non userò gli altri per distrarmi dall’erotismo della morte desiderata
Per favore! Lasciatemi morire disegnando col sangue sul pavimento quell’alba infibulata...
Questo è il vostro ringraziamento per gli uomini torturati, la vostra rivoluzione del torto:
Campi di neonati crocifissi, gravidanze pugnalate, sanguinolente masturbazioni: l’aborto.

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