“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Gianmarco Thierry Giuliana

L’insostenibile stupidità della critica letteraria. Supplica ai docenti

“M’illumino
    d’immenso”

La leggi: una perla, bella, geniale, ricca, ti apre la mente e il cuore, pensi e senti, vedi in due righe una cultura e una Storia.
Leggi la critica: un attacco di colite acuta.

“Due ternari, il primo dei quali, sdrucciolo, è composto da quattro sillabe. Quattro parole di cui due monosillabi, che, compenetrandosi con il termine che segue attraverso l’apostrofo, danno luogo a due sole emissioni di voce.”

Non ci sono più i nerd di una volta...

Se un tempo la parola “nerd” aveva un significato assai negativo, sono in tantissimi oggi a dichiararsi orgogliosamente nerd. Ma la questione principale è: lo sono davvero? Cosa distingue un vero nerd da uno sfaccendato benestante sempre munito di portatile e smartphone di nuova generazione che si dedica a videogames, fumetti e fantasy solo per noia?
Innanzitutto bisogna precisare che il contesto storico e sociale nel quale la parola “nerd” è nata è completamente diverso da quello attuale. Noi oggi viviamo nella società dell’elettronica e dell’informatica, e sono in pochissimi a non sapere usare il computer. Risalendo indietro nel futuro insieme a Marty Mcfly e Doc, nel 1985 quando uscì il primo film della saga Ritorno al futuro, era esattamente il contrario. Lo era anche nel 1977, quando uscì il primo Star Wars e il 3d Rendering era probabilmente il sogno erotico di George Lucas mentre lavorava alle scene filmando modellini e vecchie batterie di flash appiccicate a dei bastoni.

Una festa quasi perfetta

Era una serata fantastica, stavo ballando ad occhi chiusi sulle musiche di Guetta e Tiesto, col drink in una mano e la mia droga nell’altra. Ero a casa e solo, con la musica house nel lettore mp3, una lattina di Sprite in una mano e una penna nell’altra.

 

Ballare, scrivere, leggere, guardare film e anime, giocare ai videogiochi, dormire, la doccia bollente, masturbarmi: era così bella la vita ad occhi chiusi, così bella senza il mondo! 

Questa era una delle mie solite serate da sballo, la mia alternativa da astemio solitario al divertimento delle piazze, dei pub, dei locali “in” e delle discoteche.

Avrei fatto l’amore anche io e l’avrei fatto con un materasso che quanto meno sarebbe stato sobrio e privo di malattie sessualmente trasmissibili, e che non avrei mai dovuto convincere ad abortire per colpa del mio portafoglio vuoto.

"Prometeo perché?". Ultimo Atto: Colui che pensa prima

“Buon natale amore mio!”
“Buon natale! Però ti lascio!”

 

Incredulo riattacca il telefono e si siede fissando il vuoto: anche questa volta aveva pensato male, troppo prima o troppo dopo, o forse non aveva pensato affatto.
I suoi genitori l’avevano chiamato Prometeo perché pensasse sempre prima di agire e tutto andasse sempre per il meglio, ma a giudicare dalla sua costante solitudine e tristezza evidentemente questo nome gli stava assai storto.

"Prometeo, perché?". Atto Terzo: L'Inizio della Rivoluzione

Sagarmatha, 8844 metri di altitudine, la cima più alta del mondo in Nepal. Un solo uomo, interamente ricoperto di neve, un cappuccio impedisce di vederne il volto, è silenzioso e osserva la volta celeste. È quasi notte ed il  mondo sta per cambiare.
Nella sua mano sinistra impugna una spada orientale, una katana dalla lama fra il rosso e l’arancione. Nella sua mano destra invece impugna una spada medievale dal manico dorato e dalla lama argentata. Yohake Nyusu e Warheit, Nuova alba e Verità, questi i nomi di queste leggendarie armi.
Sulla cima Vinson in Antartide, come sulla cima Ismail Samani in Tadjikistan, come anche sul Monte Fuji in Giappone, come ancora sul Picco di Adamo in Sri Lanka. Ma anche sul Monte Olimpo in Grecia, sul Teide nelle Isole Canarie e sull’Etna in Sicilia. In ogni parte del mondo sulle cime dei vulcani e delle montagne più vicine alla luna si sono raggruppati i fedeli del futuro vestiti con impermeabili neri e cappucci rossi. In gruppi di cinquanta hanno condotto su ognuna di queste cime un enorme cannone di cinquecento chili.

"Prometeo, perché?". Atto Secondo: Commedia

Immerso nello splendore della luce eterna, quieto come mai, immerso nel più tenero calore e nel più divino amore. Eccomi qui, in paradiso. Un angelo si avvicina e mi accarezza, sorridente: qui tutti sorridono e si accarezzano, sempre. Anche io sorrido. Bambini ed angeli cantano e danzano attorno a me. Sono decine, sono centinaia, sono migliaia. Sono decine, sono centinaia, sono migliaia che strozzo, picchio, sgozzo e impicco ai rami del maestoso albero dell’eden come frutti proibiti. Non reagiscono nemmeno, perché la felicità non porta che indifferenza, verso gli altri e persino verso se stessi.

"Prometeo, perché?". Atto Primo: Litania

Cammino per strada, preoccupato, le strade non sono sicure.
Cammino per strada, preoccupato, più che mai insicuro.
Queste strade non sono mie, sono straniero, straniero sempre senza mai potermi affezionare ad alcuna terra ed alcuna gente perché il mio presente mi insegue senza pietà come il tafano di Era cacciava la giovenca ninfa. Il mio futuro lui si trova in una terra che sembra essere sempre più lontana e cupa, e davvero non riesco a desiderarlo. Di un solo luogo sono certo, quello della mia felicità: utopia, il non luogo.
Questo sono io, amico mio Prometeo, un uomo che teme il presente e il futuro, un uomo perfino troppo orgoglioso e stolto per rifugiarsi nell’oblio e nel passato.

Diario di un condannato a morte a favore della pena di morte

Non lo sapeva, non poteva saperlo, ma era fortunato il condannato a morte del libro di Hugo.
Io sono qui, come lui, in questa cella, ma a differenza sua il mio ultimo giorno è ogni giorno.
Ogni giorno la mia perpetua pena, il mio inferno dantesco in Terra, è il mio ultimo giorno.

Page 3 of 3

il Pickwick

Sostieni


Facebook