“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Catia Giaccherini

ART 3.0: AutoRiTratto di Marco Colella

“Marco Colella giunge ad una stilizzazione che coniuga la sintesi formale al tripudio del colore stabilendo un’efficace sintonia tra la sua pratica pittorica e quella della grafica del fumetto.

ART 3.0: AutoRiTratto di Franco Mauro Franchi

“Le creature di Franco Mauro Franchi si adagiano come moderne reliquie di bellezza, effondendo costumanze abbondanti, vanagloria terrestre. Anime candide dai corpi lussuriosi, si pongono in posa, solitarie e pensanti, mentre la luce naturale le scalda, vestendole di riflessi scuriti.
Formose, cosciute, ricordano certe antiche madri tombali, scolpite con forma distorta, su lastre di pietra spessa e – come quelle madri arcaiche – si prestano all’osservazione umana e celeste. Sono, naturalmente, anche simboli, vere e proprie essenze metaforiche di fertilità: sembrano quasi presiedere e benedire – come regine – la nascita di un filo d’erba, la frescura della pioggia, l’orizonte tutto e, perchè no, il turista di passaggio. Donne, madri, forme in equilibrio che simboleggiano non solo la nascita ma la rinascita, in un continuo ciclo in divenire di vita eterna. Franchi cerca, attraverso gli occhi della mente, una bellezza primordiale e atavica.  Egli guarda, con gli strumenti di un attento osservatore e di un sapiente conoscitore, all’interno di una classicità scultorea. Indaga, studia, elabora e poi scolpisce o modella. Una ricerca mai affannosa, della figura, cardine e passepartout della sua arte. Figure divine, ma umanissime, di cui ci si innamora all’istante. Lo sguardo si posa sulla dolcezza delle curvature, percorrendo lentamente questa pelle di bronzo o di vetroresina: si viaggia, su questi corpi, come si viaggia attraversando un paese, un mondo, un universo.

ART 3.0: AutoRiTratto di Silvia Logi

“Simile ad un Arcimboldo femminile che – per virtù fantastica e capacità artigianale nel lavorare la meraviglia – riesce a formare astute significazioni allegoriche, animali ingioiellati, scatolosi affastelli di frutti, di alberi o panorami, Silvia Logi raccoglie i materiali del mondo (legnetti, perline, bottoni, pezzi di mosaico, matite, fiori secchi, pietruzze, vetrini, carte luccicanti, conchiglie ad altro ancora), per farne nuova rarità permanente, nata dalla predisposizione alla visionarietà magica e all’abilità alchemica e pratica. Come appassionata dal recupero minuzioso del minimo, del dimenticato e del futile, la Logi va alla ricerca di un ramo, di uno stelo o di un coccio, per farne elemento fondante di un nuovo componimento fantoccesco, ricucendo o incollando lembi di oggetti, rimanenze, frammenti che – riproposti in apparente concordia – generano puzzle giocondi e felici.

ART 3.0: AutoRiTratto di Paola Vallini

“Uno slancio vitale percorre e attraversa le Terre di confine di Paola Vallini, stravolgendone l'assetto non già per ristabilire il predominio del caos sull'ordine, sibbene per indurre l'idea che il principio del divenire riguarda l'universo creato, dal quale la porzione visibile fissata nella materia pittorica non è che un'infinitesima parte”. Così scrive Nicola Miceli.

ART 3.0: AutoRiTratto di Lelia Secci

E fu a quell'età. Venne la poesia
a cercarmi. Non so, non so da dove
uscì da quale inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole, né silenzio,
ma da una strada mi chiamava
                    (Pablo Neruda)

 
Già sui banchi di scuola disegna e ritrae le compagne di classe. Durante l’ora di educazione artistica la maestra la riprende più volte perché non appunti la matita con il trincetto, ma lei replica che − in quel modo − il segno è più morbido e si adatta meglio alle sfumature.

ART 3.0: AutoRiTratto di Elisabetta Testi

Elisabetta Testi nasce nel 1977, a Pontedera, e vive a Santa Maria a Monte. Appassionata fin da bambina al disegno non segue però la sua passione, dissuasa dalle pressioni dei familiari e degli educatori, procedento quindi con gli altri studi: fino al diploma Magistrale. Agli inizi del 2000, tuttavia, ricomincia il suo rapporto con il disegno.

ART 3.0: AutoRiTratto di Franco Margari

Ho conosciuto Franco Margari in occasione delle riunioni presso la Casa di Dante a Firenze. La sua attenzione è sempre alta, si sofferma sui dettagli che poi lascia stratificare nei pensieri, quasi volesse seminare − nel suo vissuto − ogni nuova esperienza. Guardando le sue opere mi colpisce spesso la volontà, attraverso la luce, di aprire un varco in una zona buia e di mostrarne la bellezza e la complessità. Come se aprisse un forziere di gioielli, inesistenti fino ad un attimo prima perché proprio perché protetti dal buio. Ed è proprio dal buio che spesso emerge con violenza la preziosità dei pensieri di Margari; è dal buio che trovano poi forza affidandosi ai colori. Quindi scava, cerca, dare valore al pensiero e all’esperienza, Franco Margari.
Mi viene spontaneo collegare questa sua operazione mentale ed artistica alla tecnica dell’acquaforte. Una lastra dura, un materiale difficile da conquistare, ma sul quale si va ad incidere una storia, si scava una traccia, la si pulisce con l’acido e dopo averla rivestita di colore la si passa al torchio per farne emergere tutta la bellezza possibile.

ART 3.0: AutoRiTratto di Giovanna Ugolini

Giovanna Ugolini è nata a Firenze nel 1940. Nella stessa città lavora da oltre quarant'anni anni usando le teniche del disegno, dei collages, dell’incisione, del batik, dell’olio e dell’acrilico.

ART 3.0: AutoRiTratto di Marylu Melo

Un’artista elegante, sofisticata, poco interessata agli eventi mondani mentre, invece, mostra grande attenzione verso l’umanità disagiata. Dalle sue origini attinge il colore e l’amore per la scoperta. Non è contagiata dal classicismo ma guarda oltre, osserva il cosmo e cerca di intuire quello che un giorno sarà evidente ma che per adesso non lo è affatto.

ART 3.0: AutoRiTratto di Luigi Zucconi

Gli occhi verdi e sorridenti come quelli di una persona felice, i capelli un po’ arruffati, le mani ruvide e forti, una giacca nera di panno e pantaloni neri, ecco che Luigi Zucconi entra nel bar dove lo attendo per l’intervista. Incontra un ragazzo, lo abbraccia, si informa della sua salute, poi, rivolgendosi alla persona che lo accompagna, restano a parlare qualche attimo con un atteggiamento che indica preoccupazione. Scopro dopo che quel ragazzo fa parte della comunità dell’Anconella, dove si promuove il reinserimento nel mondo del lavoro di ex tossicodipendenti e di cui, Luigi e la sua compagna, sono volontari da anni.

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