“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Catia Giaccherini

ART 3.0: AutoRiTratto di Cristina Seravalli

Dal 1996 Cristina Seravalli ha lavorato come animatrice, sceneggiatrice e direttore artistico. Nel 1998 ha fondato, insieme ad altri soci, la casa di produzione Stranemani, da cui è uscita nel 2007. Dal 2008 si è dedicata alla produzione artistica personale. Nel 2009 ha iniziato a studiare affresco con il maestro Vico Calabrò. Per vivere gestisce un Art Hotel nel centro di Firenze.

Art 3.0: AutoRiTratto di Paolo Balboni

Paolo Balboni, fotografo autodidatta, da qualche anno entra timidamente nel panorama della giovane arte contemporanea, grazie ad una serie di esposizioni in Italia e nel mondo.
La sua attività artistica inizia per gioco. Macchina fotografica in spalla e tanta voglia di conoscenza lo spingono a superare i confini della sua amatissima “Bassa Emiliana”. Dopo i primi scatti, fatti di nebbia, paesaggi in trasparenza e colori rossastri di un’architettura tipica del bolognese, viaggia, infatti, in tutto il mondo, in Africa, a Cuba, in Sudamerica, in India, in Palestina e in tutta Europa. Per lui, ciascuno di questi luoghi ha qualcosa da raccontare. Lo sguardo di un passante, uno squarcio di porta dalla vernice grattata, un angolo di luce, un muro che parla di storie politiche o di intrighi amorosi.

ART 3.0: AutoRiTratto di Giovanna Casotto

Quante disegnatrici di fumetti erotici vi vengono in mente se vi fermate a pensarci? Nessuna, avrei risposto io fino a gennaio dello scorso anno, poi ho scoperto Giovanna Casotto. L'ho contattata, ma l'intervista non sembrava realizzabile. Lei rispondeva ai messaggi con naturale gentilezza, ma non aveva tempo, non era il momento giusto, non poteva dedicarsi alle domande. Poi, come a volte accade, forse una congiuntura astrale favorevole o forse la mia tenacia, si è aperto uno spiraglino nella palizzata che ci divideva e da lì ho fatto filtrare il foglietto con le tredici domande. La sensazione che si ha guardando le sue tavole, i suoi acquerelli e le sue foto è quella di una donna libera, fuori dagli abituali schemi, una donna che gioca. Per i suoi disegni usa la fotografia e mostra una particolare attenzione per alcune parti del corpo. Nel rispondere alla tredicesima domanda decide di ribaltare i ruoli, annidando un'intervista già pubblicata in questa intervista.

Art 3.0: AutoRiTratto di Liza Atzori

Artista, pittrice, restauratrice, insegnante di pittura e disegno in una scuola di Roma che si rivolge a studenti russi. Nasce a Mosca da una famiglia di artisti, pittori e architetti. Ha allestito molte mostre personali sia in Italia che in Russia. Le sue opere sono all'insegna del colore che, attraverso piccoli dettagli, catalizza l'attenzione dell'osservatore.
Diplomata alla Scuola d'Arte Repina, oltre che nella pittura si specializza nell'arte della ceramica e della scultura, realizza arazzi e pirografie.
Affina le sue tecniche a Mosca presso lo Studio di Animazione Cinematografico Classica lavorando poi nello studio Pilota.

ART 3.0: AutoRiTratto di Rosanna Miccolis

In merito a Rosanna Miccolis scrive − in Arte e collezionismo 2010 − il critico d'arte Mariarosaria Belgiovine: “La sua pittura si lascia trasportare da una segnica evocativa e memoriale, sottolineando la sua bravura nel descrivere ogni particolare. La quiete della natura è sottolineata dai suoi emotivi intrecci cromatici, che si sviluppano con naturalezza ed intuito creativo. Un figurativo dal tocco romantico, testimone della vasta ed inesauribile presentazione della realtà. Le sue opere ci comunicano una suggestiva scelta sfumata di un cromatismo adatto alle energie della sua elegante espressione pittorica". Conosciamola meglio, dunque; conosciamo meglio la sua pittura.                                                                                                                                                                                                                                                         

Quando ti sei accorta di voler essere un’artista?
Da sempre ho percepito un interesse per forme e colori, disegnando su qualsiasi supporto e vivendo a contatto con la natura mi servivo anche di un ramo per disegnare sulla nuda terra, mi bastava un tizzone per creare. Quello che più immortalavo erano gli occhi. In me è nato il desiderio di possedere un pennello e un colore fra le mani, ma non c’è stato un momento particolare in cui mi sono accorta di voler essere una pittrice. 

ART 3.0: AutoRiTratto di Guido Argentini

Se la Bellezza del nudo femminile potesse considerarsi un culto religioso di certo Guido Argentini potrebbe esserne il Primo Officiante. La sua fotografia celebra l’estetica del femminino coniugandola in un variegato caleidoscopio di prospettive e riesce nel delicato intento di renderne l’essenza al di là dello spazio e del tempo.
Nel suo articolato iter artistico Argentini passa dalla mimesi naturalistica del corpo femminile ad eleganti pose del rituale seduttivo fino a focalizzarsi sulla complessa espressività di felini occhi di donna che contemplano le sensuali forme riflesse davanti allo specchio.
Dal “nomen omen” si dispiega il Karma artistico di Argentini giacché proprio l’Argento diventa il tema e il materiale organico principale che attraversa le sue rappresentazioni fin dagli albori. Nell’Argento liquido forgia i corpi che rappresenta come archetipi della Forma, alleggerendoli dalla connotazione individuale dell’identità e sublimandoli nella celebrazione assoluta di un estetismo estemporaneo ed essenziale.
Nelle opere più recenti Argentini instilla l’emozionalità nei suoi soggetti, colorandoli di pulsante ed umano pàthos che inizia a scorrere come sangue vivo in quei corpi che in precedenza venivano resi come geometriche rappresentazioni archetipali. È forse, proprio attraverso questa magica intermediazione dell’Emozione, che la vicenda artistica di Argentini culmina nell'alchemica trasfigurazione dell’Eros in Amore.

ART 3.0: AutoRiTratto di Benedetta Manfriani

"Per offrire una definizione alla poetica di Benedetta Manfriani – pittrice, scultrice, fotografa, videomaker, cantante – artista versatile quanto fedele ad una vocazione profonda e originale, potremmo usare il termine di "ulteriorità". Fin dalle primissime sperimentazioni pittoriche nello studio-bottega di Margherita Mazzoni – dopo gli importanti corsi alla Scuola di iconografia bizantina del monastero parigino di Saint-Jervais, e quelli alla Scuola di Seriate – intrigata dall’uso dell’oro, materia simbolica per eccellenza e dotata di una evidente semantica dell’“oltre”, l’artista toscana riesce subito a trasfigurare in chiave personale il materiale narrativo cui attinge nella sua produzione (pitture, xilografie, sculture), riferito in gran parte all’immaginario ebraico.

ART 3.0: AutoRiTratto di Davide La Greca

“La verità nella performance è la verità della performance in sé. Se il performer non è presente a se stesso,e dunque non aderisce come un  tutt’uno alla propria mente e al proprio corpo, in un determinato spazio e tempo, allora la performance non potrà essere valida (come espressione artistica)”. Con queste parole Marina Abramović, celebre artista concettuale serba, sottolinea come l'espressione artistica contemporanea sia limitata nello spazio-tempo, cioè “in fieri” anziché tendente alla connotazione univoca e permanente come nell'arte classica.
In tal senso la “legatura” e quindi la forma d'arte che fa della legatura il suo fulcro espressivo, diventa il simbolo perfetto di questa transitorietà espressiva.

ART 3.0: AutoRiTratto di Albin Talik

“Cosa rappresentano i nastri bianchi presenti in molte delle tue opere?” Questa è la domanda che Albin avrebbe voluto che gli fosse posta da un fruitore della sua arte.
Avendo lasciato la domanda senza risposta non possiamo che tentare di dare una interpretazione soggettiva e personale. Forse quei nastri sono i fili del destino che conducono i protagonisti dei suoi quadri nel dispiegarsi caotico delle loro esistenze, oppure sono la figurazione dei vincoli e delle convenzioni che legano e immobilizzano l'operato umano: in ogni caso, quello che è evidente, è che alcuni dei soggetti di Talik usano o giocano con tali nastri laddove altri ne sono vincolati.
Alla ricchezza dei contenuti questo giovane artista polacco è in grado di affiancare una tecnica esecutiva del tutto originale. Egli infatti non fa uso di colori ma rende le sue rappresentazioni incollando pezzi di carta colorati e opportunamente sagomati così da costruire effetti e transizioni stupefacenti. Tale effetto così genuinamente materico è frutto di una lunga ricerca espressiva che Albin ha condotto partendo dalla sperimentazione musicale, all'accademismo pittorico fino alla manualità artigianale.

ART 3.0: AutoRiTratto di Salvatore Virdis

Sin dalla giovane età, non appena le sue mani hanno occasione di esperire l'arte della modellazione del legno, Salvatore Virdis inizia a interpretare lo spirito della sua isola (nasce in Sardegna nel 1947 a Bono, in provincia di Sassari) scolpendo il legno, dando forma a giocattoli e oggetti della vita quotidiana. Con il passare del tempo, grazie all’esempio paterno, va sviluppando una progressiva manualità nell'uso del primo strumento di modellazione con cui entra in contatto: il coltello che gli consente una sempre maggiore capacità di definizione dei soggetti tridimensionali che va scolpendo.

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