“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Luca del Vaglio

Piacere, Kandinsky

“L’inizio consiste nel riconoscimento dei nessi. Ci si renderà conto sempre più chiaramente che non esistono problemi ‘speciali’ che possano essere riconosciuti o risolti isolatamente, poiché in definitiva tutte le cose sono connesse e dipendono l’una dall’altra”. Parole di Vassilly Kandinsky, il padre dell’Astrattismo contemporaneo, il genio pittorico che nel suo itinere cromatico, attraverserà la materia, fino a superarla, sovvertendo secolari dettami d’arte. Una sorta di manifesto della splendida mostra che invade Palazzo Reale di Milano con le sue ottanta meravigliose opere provenienti dalla collezione parigina del Centre Pompidou. La sua carriera, i suoi maestri, la sua travolgente crescita in un’epoca così difficile e affascinante; la vita, le influenze, le drastiche scelte di un inguaribile astrattista.

Volti di un secolo

Volti che attraversano artisticamente un secolo irto di contraddizioni, sofferenze e angosce; volti testimoni unici di un’epoca di guerre e speranze, di progresso ed evoluzione; volti immersi in cento anni di storia sociale, culturale, economica che hanno cambiato la nostra vita, per sempre.
Volti creati dai più grandi profeti del pennello del secolo scorso, quel secolo che ha rappresentato cangiamenti, trasformazioni, in un mondo sempre più drammatica esteriorità, sempre più trauma, frattura da ciò che era e non sarà.

Un Munch senza voce

È Munch, il vate dell’Espressionismo, il pittore che precorre il nuovo fare pittorico, l’uomo inquieto che squarcia il Novecento; il genio che urla le sue sofferenze, i suoi profondi dolori, che sovverte per sempre l’ispirazione pittorica, frutto non più di una risultante del contatto empirico della realtà, ma parto devastante delle paure, delle sofferenze, delle angosce interiori.

Le Gemme dell’Impressionismo

Quando nel 1936 il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt e il magnate d’arte Andrew W. Mellon diedero vita alla National Gallery di Washington, forse non avrebbero immaginato che sarebbe diventata una delle più pregiate pinacoteche Impressioniste; un incredibile incontro di opere preziose, sublimi, rare.

Renoir tra Orsay ed Orangerie

L'elegante Torino, scrigno di arte e cultura si impreziosisce di capolavori delle collezioni parigine del Musée d'Orsay e dell'Orangerie per dare vita ad una meravigliosa esposizione che esalta la grazia pittorica di Pierre-Auguste Renoir, uno dei massimi esponenti dell'Impressionismo.
Grazie all'impeccabile lavoro di esperienza e professionalità di Skira Editore, corifeo indiscusso nella produzione di eventi espositivi, Renoir si mostra in modo completo ed approfondito nelle sale della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea della più francese delle città italiane. E lo fa toccando le numerose corde tematiche che lo hanno reso immortale: dagli spaccati di vie moderne e di vita domestica, ai paesaggi; dai ritratti, fino alle floreali nature morte e alle nude bagnanti.

Gli irascibili di New York

Sono irascibili, reazionari, maledetti; sono contro la pittura, la cultura, contro un’epoca catastrofica e cangiante. Sono gli antiaccademici del Novecento, si ribellano ad un fare contemporaneo che non può essere più lo stesso.
Il mondo si leccava le tremende ferite della Guerra più devastante e l’America aveva ancora negli occhi quelle vittime innocenti che avrebbero per sempre cambiato la Storia. E così l’arte non doveva e non poteva più essere natura morta, né corpi ignudi sdraiati nella loro apparente inconsapevolezza. L’arte diveniva, inesorabilmente e mai come questa volta, lo specchio dei tempi, dell’incertezza e della voglia di progresso; la risultante inevitabile dei dettami scanditi dalla depressa quotidianità.

Les boutades de Lubylu – La capitale delle due ruote

Roma, Capitale d'Italia, forse la Capitale più bella al mondo ma, lo dico a malincuore, città invivibile (ed io vengo da Napoli), traffico allucinante (ed io vengo sempre da Napoli!), trovare parcheggio è davvero una missione impossibile (ed io vengo ancora sempre da Napoli!). L'unica soluzione è la bicicletta, oh fantastica invenzione! Con le due ruote posso attraversare Trinità dei Monti, piazza Navona, Campo de’ Fiori, Trastevere in qualsiasi ora del giorno e della notte, restando estasiato dinanzi a tanta magnificenza.

Les boutades de Lubylu: Mike from Paradise

Sig.ra Longari?! Sig.ra Longari?!
Buongiorno! Sono Bongiorno, il buon Mike.
Mi è arrivata una sua e-mail, è lei che me l'ha inoltrata? Le vie del word wide web sono infinite. Ne sono passati diecine e diecine di quiz da quando è diventata famosa grazie a me, eppure devo dirle che Quassù il tempo non ha tempo. Il Paradiso è un posto indescrivibile, sono ritornato a vivere.

Les boutades de Lubylu: Quella lettera a zia Betty

Zia Betty, lontana, lontanissima zia mai conosciuta, è passata a miglior vita; suo figlio ha invitato anche me per l’estremo saluto. Un end party in tipico stile americano, la morte una festa d’addio, un arrivederci nell’altra vita, mangiando dolci e guardando fotogrammi, video, oggetti, testimonianze indelebili di chi non è più. E sorseggiando un caffè nel salotto della sua intrigante casa, un caffè fatto di ricordi ed aneddoti, dove lo zucchero diviene voglia di vivere e il roteare del cucchiaino è immersione pura in immagini di vita passata.

Les boutades de Lubylu – Le ultime ore di Trotsky

Dopo anni di analisi e di ricerche, sono finalmente riuscito a ricostruire le ultime ore di vita di Lev Trotsky. Come il suo assassino Mercader del Rio entrò indisturbato nella sua casa, quali furono i temi di carattere politico che affrontarono, quale la dinamica dell’efferato omicidio. Dopo oltre settanta anni da quella terribile notte, porto per la prima volta a conoscenza il risultato del mio lavoro, fiducioso che sia di aiuto e di lezione alle future generazioni.
Intriso di  stima e affetto verso il Direttore de
Il Pickwick e la Redazione tutta, ne faccio loro dono affinché avvenga la pubblicazione e il giusto risalto della mia opera.
Il Pickwick infatti, nei grovigli della rete, colma di trappole ed insidie è l’unica testata virtuale nella quale cultura, conoscenza e ragione interagiscono in modo equilibrato e mirabile alla ricerca filosofica della verità.
Ecco quivi, la risultanza del mio studio che porterà, concedetemi questo slancio di immodestia, ad una nuova analisi storica della travagliata e spietata vita politica nella Russia del ventesimo secolo.

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