“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Il Pickwick

Roberto Bolaño

“E quando pensate di tornare? dissi io. Loro si strinsero nelle spalle. Chi lo sa, María, dissero. Non li avevo mai visti così belli. Li avrei baciati tutti e due, e non so perché non lo feci, sarei andata a letto con tutti e due, a scopare fino a perdere i sensi, e poi a guardarli dormire e poi di nuovo a scopare, ci pensai davvero, se cercassimo un albergo, se ci chiudessimo in una stanza buia, senza limiti di tempo, se io li spoglio e loro spogliano me, tutto si sistemerà, la pazzia di mio padre, l’automobile perduta, la tristezza e l’energia che provavo e che di momento in momento sembravano asfissiarmi. Ma non dissi niente”

Quel povero Amleto di Ripellino. Una poesia

Con grosse calze di lana rattoppata
e con la spada di cartapesta
il principe di Danimarca,
il capo dei guitti va errando
di villaggio in villaggio,
per recitare sulle assi tarlate
di scene provinciali la sua parte tremante.
Come un apostolo affamato,
egli disputa con le ombre polverose
e intreccia contorti duelli con gli spauracchi
del disagio e della miseria.
Che pena viaggiare su squallide panche di legno
con la luna di gesso dal finestrino
e il gran freddo della notte e la testa vacillante
e la noia di un'Ofelia ciarliera,
che ricuce gli orli del sonno con gli aghi di vuote parole.
Che pena inghiottire pane e castagne,
in compagnia di fantasmi dalla camicia stracciata,
sorridendo alla gente che s'affolla
con le ispide lance del vituperio
a trafiggere i guitti.
E in tanta derisione, che pena
ritardar la vendetta e fingersi sempre più pazzo,
mentre la Morte già tende i lacciuoli.
Viaggia Amleto, viaggia ricoprendo
con l'urlo dei bisticci e dei monologhi
il rotolìo ed il rantolo dei treni,
viaggia per le stazioni sudicie d'un mondo
gretto e uniforme come una carta a fiorami,
su cui cade talvolta una macchia di vino.









Angelo Maria Ripellino
Amleto
in Id.
Poesie ultime e penultime
Torino, Nino Aragno Editore, 2006
pp. 525; p. 107

Samuel Beckett

“Perché rimani con me?”; “Perché mi tieni con te?”; “Non c'è nessun altro”; “Non c'è un altro posto”

Emanuele Trevi

“Incontrare un grande poeta è un'esperienza illuminante, una grande fortuna, una cosa che dovrebbe accadere almeno una volta nella vita, come vedere un cucciolo di giraffa tra le zampe della madre, ascoltare dal vivo un maestro del piano o del violino, fumare dell'oppio, annusare la pelle di un neonato”

Da una lettera di Lucio Mastronardi a Guido Davico Bonino

“La gran parte degli editori non crede per niente alla letteratura, non crede negli scrittori, non crede in niente fuorché nel commercio e negli affari”

C.Re.S.Co. - Lettera aperta sul caso Eliseo

LETTERA APERTA
sul caso del Teatro Eliseo

 

 

  Egr. On.le
 Dario Franceschini
 Ministro per i Beni e le Attività
 Culturali e per il Turismo
 Via del Collegio Romano, 27
 ROMA

  

 Egregi On.li Capigruppo
 5^ Commissione Bilancio Camera dei Deputati

 

 Egr. On.le
 Claudio Borghi
 Presidente 5^ Commissione Bilancio Camera dei Deputati

 


Egregio Ministro, Egregi On.li Capigruppo 5^ Commissione Bilancio Camera dei Deputati, Egr. On.le Presidente 5^ Commissione Bilancio Camera dei Deputati,

Samuel Beckett; Aspettando Godot

“Ho forse dormito mentre gli altri stavano soffrendo? Sto forse dormendo in questo momento?”

Giorgio Caproni

“Tutti riceviamo un dono. Poi, non ricordiamo più da chi né che sia. Soltanto, ne conserviamo − pungente e senza condono − la spina della nostalgia”.

Cristina Campo

“Sprezzatura è un ritmo morale, è la musica di una grazia interiore; è il tempo, vorrei dire, nel quale si manifesta la compiuta libertà di un destino”

Anna Achmatova

“Al posto di una pacifica gioia volevamo un dolore che mordesse”

il Pickwick

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