“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Febbraio 2013

Friday, 15 February 2013 22:03

L'amico "americano"

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Jonas David ritorna al Godot Art Bistrot di Avellino dopo circa otto mesi per riproporre quel sound che lo rende, a ragione, il più americano dei nuovi cantautori europei. Nativo di Wuppertal, il venticinquenne musicista tedesco si avvale anche stavolta delle percussioni di Davide Iacono (apprezzato frontman dei VeiveCura) e delle chitarre più glockenspiel e tastiere di Johannes Dietsch.

Friday, 15 February 2013 11:27

Sognando di bruciare Mahagonny

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Come se Mahagonny bruciasse. Come se – davvero – la città immaginata da Brecht (“trappola tesa al passaggio dell’oro”, luogo in cui “tutto è permesso”, “gin e whisky, uomini e donne”, “sette giorni di vacanza” ed “ogni tre giorni un incontro di boxe”) prendesse fuoco, facesse fiamma, si riducesse in cenere.
“Brucia Mahagonny!”. Brucia “la grande giostra”, “il tempio del desiderio”, “il genio della lampada nascosto sotto la sabbia”. Brucia “l’oasi seducente di ogni miraggio”, “lo specchio delle tue brame”, “il diamante incastonato nella terra”. Brucia questa “città” che “è un centro commerciale”, “il più grande centro commerciale”. Brucia “questo paese dei balocchi” in cui “non arrivi da solo: ti ci portano”.

Friday, 15 February 2013 02:51

Cinque secoli di volti

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Volti meravigliosi, intriganti, drammatici attraversano cinque secoli di storia, lasciano segni immensi del genio pittorico di maestri senza pari. Volti che guardano complici, che cercano giudizio e mostrano sofferenza; figure introspettive e pensanti, sacre e consuete che dopo aver conquistato la Basilica Palladiana vicentina, ora si offrono alla città di Giulietta e Romeo.
Da Botticelli a Matisse, Volti e Figure nel Palazzo veronese della Gran Guardia, si muove e si evolve senza soluzione di continuità, pregiandosi di nuove accezioni e consolidate emozioni.

Nessuna emissione di fiato, ma una comunione di musica, movimenti, gesti e sensazioni tra risa e pianto.
Le maschere dei Familie Flöz, in scena al Teatro Bellini di Napoli, con lo spettacolo Infinita si distinguono subito tra il pubblico napoletano, accorso numeroso per il grande evento, grazie alla loro genialità ed al sapore tragico-comico che si respira in tutto lo spettacolo.

Wednesday, 13 February 2013 22:46

Un giovane giocatore

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Anno nuovo disco nuovo per Peppe Marazzita. Dopo l’e.p. di esordio del 2011, E’ Tutto Gratis su La Fame Dischi, il mese scorso è uscito Mi Gioco I Sogni a Carte, sempre per la stessa etichetta. Sei canzoni che esprimono un punto di vista personale su argomenti personali, vissuti in prima persona, elementi di un discorso sul mondo di un giovane degli anni (duemila)dieci che non possono esulare dalla quotidianità.

Wednesday, 13 February 2013 19:17

CICLO BERGMAN (parte II) - Il posto delle fragole

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“Solo molto tempo dopo aver terminato di scrivere la sceneggiatura mi accorsi dell’innocente coincidenza in un dettaglio; il nome, Isak Borg, aveva le mie stesse iniziali. Certamente non è stato un fatto consapevole…”

(Un trascurabile dettaglio, Ingmar Bergman)

 

Il film trattato è forse uno dei più famosi ed apprezzati della cinematografia bergmaniana. Insieme ad Il settimo sigillo (1956) è il film che ha consacrato definitivamente Bergman tra le stelle del cinema mondiale. Già da tempo i critici avevano notato il suo enorme talento, basti pensare agli ottimi consensi ricevuti da Prigione (1949), Un’estate d’amore (1950), Una lezione d’amore (1953), ma soprattutto Sorrisi di una notte d’estate (1955). Poi l’enorme successo de Il settimo sigillo regala al regista fama, popolarità e prestigio. È in questo clima che Bergman decide di raccontare la storia di un uomo, Isak Borg, un medico ormai in là con gli anni, che dopo una vita di successi in campo professionale si trova a fare le somme di quella che è stata la sua vita privata. Ad introdurre tale riflessione, l’immancabile presenza della morte con la quale, vista l’età (78 anni), il nostro protagonista deve misurarsi. Lo stesso Bergman scriverà nel suo libro Immagini (Garzanti, 1992): “Ricordavo solo confusamente di aver scritto la sceneggiatura al Karolinska Sjiukhuset, dove ero stato ricoverato per un controllo generale e per rimettermi in forze”.

Volevo iniziare così.
I cefalopodi sono molluschi marini di dimensione assai variabile e di cervello piuttosto grosso. Tra questi il calamaro Loligo pealei si distinse, negli anni quaranta, per essersi immolato agli studi di Alan Hodgkin e Andrew Huxley. Senza il calamaro Loligo pealei, dal sistema nervoso semplice e dai grandi assoni, non si sarebbe ben compresa la struttura delle sinapsi, ossia dei punti di contatto tra due cellule nervose necessarie a propagare gli impulsi come scariche elettriche. Andrew Huxley era il fratellastro di Aldous, quello de Le porte della percezione, per dire.

Wednesday, 13 February 2013 04:30

L'avaro spiegato ai bambini

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L’idea di un teatro che possa avvicinare i più piccoli, come qualunque iniziativa presa nei confronti dei bambini, merita sempre stima e ammirazione. La scelta di coloro che hanno messo in scena l’adattamento è certamente opportuna. Attraverso il teatro i ragazzi non potranno apprendere tecniche o mestieri per un futuro lavoro, ma acquisiscono poco alla volta quelle impercettibili conoscenze sul carattere della natura umana, che possono essere fornite solo dall’esperienza e da una particolare sensibilità, sviluppata mediante l’arte.

Tuesday, 12 February 2013 21:05

Una giornata di lavoro

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Valentina è ancora insonnolita. Come ogni mattina quella maledetta sveglia era entrata nel cervello come un martello. Valentina stava sognando una vita felice: il marito che torna stanco dal lavoro e lei che lo riscalda con un abbraccio ed un buon pasto caldo. Il cane ed il gattino che giocano in giardino. Il piccolo figlioletto che fa i compiti assegnatigli dalla dolce maestra d’asilo.

La sua vita ideale, che sogno stupendo. Si era alzata dal letto con ancora intatto il gusto onirico di quella sua vita perfetta. Adesso però è in strada, una corsa veloce in macchina e poi a lavoro. Due saltelli per scavalcare quel maledetto scalino difettoso dell’ingresso “Quando diavolo lo aggiusteranno” pensa. “È pur sempre una struttura sanitaria, per la miseria. Prima o poi qualche sfortunato paziente ci lascerà il femore”. Poi dentro a timbrare il cartellino.

Un’altra corsa al piano di sopra dove ci sono gli spogliatoi. Velocemente indossa la divisa fresca di pulito e stirata la sera prima. Poi di nuovo giù a prendere servizio.

Un condominio. Case, famiglie, identità diverse costrette a coesistere sotto lo stesso tetto, al limite tra dinamiche di inciucio e di sopportazione. Eppure, nel groviglio di insofferenza a questa pur intricata coesistenza coatta, una presenza spettrale s’insinua turbando la quiete di ognuno e rendendolo parte di uno stesso, drammatico, tutto. Se lo spettro è l’insonnia, la quiete è l’evidente torpore dei corpi incoscienti, così come delle menti.

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il Pickwick

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