“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Espressioni

Extra La locanda delle chiacchiere

«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».

Tuesday, 03 August 2021 00:00

Al mare...

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Per un po' andiamo in vacanza (almeno in apparenza). Nel frattempo — mentre saremo dediti un po' al mare, un po' a ricordare ciò che abbiamo visto e vissuto per scriverne — potete leggere e rileggere gli articoli di Arte, Teatro, Letteratura, Musica e Cinema; leggere e rileggere i racconti della Fucina. E, nel caso vogliate collaborare con la rivista potete inviare il vostro C.V. a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Vi auguriamo Buone Vacanze,

La redazione de Il Pickwick



Se un tempo la parola “nerd” aveva un significato assai negativo, sono in tantissimi oggi a dichiararsi orgogliosamente nerd. Ma la questione principale è: lo sono davvero? Cosa distingue un vero nerd da uno sfaccendato benestante sempre munito di portatile e smartphone di nuova generazione che si dedica a videogames, fumetti e fantasy solo per noia?
Innanzitutto bisogna precisare che il contesto storico e sociale nel quale la parola “nerd” è nata è completamente diverso da quello attuale. Noi oggi viviamo nella società dell’elettronica e dell’informatica, e sono in pochissimi a non sapere usare il computer. Risalendo indietro nel futuro insieme a Marty Mcfly e Doc, nel 1985 quando uscì il primo film della saga Ritorno al futuro, era esattamente il contrario. Lo era anche nel 1977, quando uscì il primo Star Wars e il 3d Rendering era probabilmente il sogno erotico di George Lucas mentre lavorava alle scene filmando modellini e vecchie batterie di flash appiccicate a dei bastoni.

Friday, 02 August 2013 08:24

Marchionne libero

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Caro Marchionne ti scrivo
Ti scrivo per mostrarti tutta la mia solidarietà. Quello che l’Italia ti sta facendo è inaccettabile. Questo paese è per te ormai claustrofobico.
Ribellati, io sono con te.
Ti appoggio pienamente quando sottolinei l’impossibilità per le multinazionali, come quella che hai creato tu, di produrre e continuare ad espandersi in quest’italietta in cui, antistoricamente, esiste un contratto nazionale dei lavoratori, seppur fortemente evirato, che tanti ostacoli pone allo sfruttamento totale degli operai da te giustamente agognato.

“Ieri andando a fare due passi

in un percorso di fede

mi chiedevo: posso

smaltire i peccati con il jogging?1

Se lo chiedono Elio e Le Storie Tese in Dannati Forever (http://www.youtube.com/watch?v=_mOs3DZw2Og), traducendo in musica l’eterno mistero della fede: come si fa, oggi, a non sentirsi soli e abbandonati su queste lande desolate, come si fa a percepire ancora il calore della promessa divina e del suo immenso amore quando tutto, intorno a noi, è avvolto in una nebbia di peccato, perdizione ed empietà?

A Miriam

 

 

Chiamo filosofia il discorso dell’universale. Il nome, in effetti, non importa. Non importa nemmeno il modo: l’essenza è lo scopo.
Ecco qui. Ecco che comincio a imporre, a tracciare linee e confini. De-finisco: con quattro icastiche sentenze ho già imbottigliato l’imprevedibile, il contraddittorio, l’opaco vortice della vita nel quale tutti noi ci agitiamo in cerca di un buon appiglio.

Saturday, 27 July 2013 02:00

SELFNESS

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“ovvero della disavventura occorsa al noto (?) cantautore sentimentale Massimo Di Cataldo, emblematica di una questione pregnante quale la collocazione dell’Io nella società odierna”

 

La lettura dell’antologia di saggi a tema romanzo The Novel Today. Contemporary Writers on Modern Fiction (1977), a cura di Malcolm Bradbury, mi ha dato modo di soffermarmi sul concetto di Self e su quello che si presuppone essere il ‘posizionamento’ dell’Io nella società attuale. Secondo lo scrittore Saul Bellow, l’Io contemporaneo è continuamente consapevole dell’avvenuta perdita del potere che aveva in epoche passate (e.g. l’Illuminismo) di plasmare la realtà a sua immagine e/o secondo il suo canone di giustizia/moralità/eticità/etc. La nauseante pressione della società dei mass media e i continui stimoli alla passività e all’assorbimento coatto di una nozionistica pedestre, l’importanza assunta dalla finanza e dall’ ‘organizzazione’ in senso lato, le brutalità di uno stato di conflitto iterato, hanno annichilito ciò che di buono poteva risiedere nell’egotismo-funzionale-alla-realtà illuministico, trasformando la maggior parte di noi nell’uomo del sottosuolo di Dostoevskij, più o meno un larviforme triste dalla evidentissima inadeguatezza morale. Il che a mio avviso, pur non essendo frutto di una visione troppo lontana dal vero, equivale a dire che «c’è la crisi per colpa di Berlusconi».

Cominciamo questo discorso con un'immagine. Cominciamo, dico, quasi mi volgessi a voi riuniti in assemblea, su gradini di marmo o sotto il fresco di un platano, poco lontano dalle mura d'Atene. Imperdonabile furberia. Artificio retorico tanto più grave, se mi propongo di rubare il mestiere ai poeti. L'immagine è la loro casa, certo. Aristotele diede loro le chiavi, nella Poetica. Porre davanti agli occhi è, mi sembra, il modo più schietto di scavalcare il problema dell'inizio. L'incipit è il passare dal silenzio al rumore, dall'assenza alla presenza. Ogni incipit è zoppo, è un salto che non poggia da nessuna parte. Questa snervante premessa avrebbe a sua volta bisogno di un'altra premessa, di dieci, cento e mille premesse fino alla parola che spiegasse l'inizio dei tempi e il sistema di tutte le cose. Ma non temete, non abbandonate i gradini, rimanete su questo prato: questo discorso comincia – è già cominciato – con un'immagine. Il discorso, dunque.

Saturday, 29 June 2013 02:00

Deck Our Kings

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Desidero anzitutto 1) esprimere la mia gratitudine a siti per gentiluomini quali sexusblog.com, freepornblogger.com, pornblogspace.com nonché il mio cordoglio per la dipartita improvvisa del primo e la totale inaffidabilità degli altri e 2) comunicare che, salvo il palesarsi di una pagina web molto stabile e fuori dalle strette maglie della censura, attualmente a me non nota, la mia carriera di blogger misantropo e a rischio denuncia è volta tristemente al termine. Essendomi precluse piattaforme per ragazzine quali wordpress e simili, a causa dei contenuti negli anni ampiamente apprezzati da quel pervertito di Antonio Russo De Vivo (che più di tutti, per la costante lettura, mi sento di ringraziare), non vedo più l’utilità di continuare un discorso ridottosi ormai a stanco soliloquio, visti i continui e necessari cambi di baracca. Cade a pennello, in questa triste occasione, una frase del mio amico Gionsi, cui pure vanno la mia stima e il mio affetto, come me "condannato a morte nel silenzio" e tartassato dall’ingiustizia della pubblica morale e dalla poca stabilità delle piattaforme porno estere, il quale mi scriveva tempo fa: "Triste destino il nostro, un’altra incrinatura nello specchio che nasconde l’effimero che ci attende al traguardo finale".

 

 

Thursday, 20 June 2013 02:00

È stato il maggiordomo

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“Perché non ci uccidete e basta?”

“Sottovaluta l'importanza dello spettacolo”

(Funny games, 1997)

 

Ho da poco appurato l'esistenza di una rivista intitolata Giallo: mi fissava dall'alto di uno scaffale, in un'edicola. Leggendone il titolo ho sentito una fitta alla bocca dello stomaco, segnale inequivocabile che avverto al cospetto, ad esempio, di video musicali trash o soap-operas recitate malissimo: in certi prodotti del sistema mediatico particolarmente malriusciti vi si può rintracciare tutto l'opposto della “sprezzatura” di Castiglione, e cioè uno sforzo enorme, ben visibile, che non porta a nulla se non all'agghiacciante squallore. Si tratta di uno squallore nudo, che tentando artificialmente di dissimulare non fa altro che rivelare tutti i meccanismi del suo stesso artificio. Sono un voler essere eternamente sconfitto, involontariamente parodico.
Una volta adocchiata la rivista non ho potuto fare a meno di comprarla.

Thursday, 30 May 2013 02:00

UORCO R’ ’USOCIALNETTE

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Ci tiame sempra un tone ncopp’a ll’etere

cu vierze pe c’ammusta’ e mmesura’ a palla:

a chi ’u tene chiù tuosto! Vulimme cumpetere

cu ’i vitei mente a vita se scavalla.

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