“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

La fucina delle scritture

Extra La locanda delle chiacchiere

«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».

Tuesday, 30 June 2020 00:00

Antropologia del soggetto deforme

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Estraneo 

C’era una volta un ricordo, uno spazio in cui credeva di pensare, dove parole e immagini si muovevano liberamente combinandosi secondo insolite affinità. Un dubbio si è insinuato. Ha l’impressione che discorsi dati si siano sostituiti all’originale creazione di un tempo.

Monday, 29 June 2020 00:00

Il silenzio, le voci

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Della parola è l’ombra,
la parte scura, il non detto.
La osserva sola, e sospesa,
come ingombra l’aria, intorno,
e dura, e pesa.

Monday, 15 June 2020 00:00

Il racconto impreciso

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So che, a questo punto, il racconto avrebbe dovuto cominciare. Non ricordo come, tuttavia avrebbe dovuto. Mmm, però non comincia.
Cosa dicevo ieri? Dicevo: scrivitelo, come cominciare, scrivitelo altrimenti lo dimentichi! E infatti, eccomi qui a ricordarmi che mi ero detto che l’avrei dimenticato. Be’, in qualche modo dovrei cominciare. Dovrei, no?

Monday, 08 June 2020 00:00

Ovunque tu sia

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Arrivò al ristorante con un’ora di ritardo. Mio padre era fatto così, gli piacevano i gesti plateali. Quella festicciola abbastanza intima l’aveva organizzata mamma per la mia licenza di terza media. Era visibilmente orgogliosa della mia pagella: uno strepitoso dieci in lingua italiana e otto in tutte le altre materie. Insomma, la migliore studentessa dell’Istituto.
Mamma aveva prenotato un tavolo per sette persone: noi quattro, tra cui mio fratellino Michele di otto anni, la mie due amiche del cuore, e zio Fiorenzo, fratello di mamma, che era stato ordinato sacerdote da pochi mesi.

Monday, 01 June 2020 00:00

Pop esteem

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Tutto è alla portata di tutti 
Ma non tutti possono
Pur volendo tutto sentire

Saturday, 23 May 2020 00:00

Sognando utopie

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A Michele è sempre piaciuto invitare a cena i suoi amici. Quelli con i  quali condivide il gusto del rischio. Che consiste nel viaggiare col pensiero, ognuno secondo la propria inclinazione, elaborando stati di vita improbabili. Sua moglie Serena cucina piatti tanto fantasiosi quanto gustosi, e partecipa con impegno ai voli pindarici del gruppo.

Monday, 18 May 2020 00:00

Se l’empatia è un dono

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Danilo è da sempre convinto che l’empatia è la capacità di porsi nella situazione di altre persone − che si tratti di gioia o di dolore − intuendone i processi psichici che li hanno determinati. Ma non gli basta pensare che sia una semplice facoltà del cervello, occorre non solo comprendere lo stato d’animo di quelle persone, perché a suo dire non può mancare una partecipazione emotiva.

Monday, 11 May 2020 00:00

La pianta mangiona

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Agata camminava per strada con la testa immersa nei suoi pensieri, un flusso di coscienza difficile da fermare e racchiudere in un concetto di senso compiuto. C’erano tante cose da riorganizzare. Aveva da poco finito il trasloco e la casa era ancora un accumulo di scatoloni che la guardavano quasi implorando di essere aperti e sistemati.

MIA MARTINI


I

Diamantino limpido sincero
tu, almeno: terso.
Temevo non ci fossi,
scioccamente ti pensavo impossibile.
Come sei vero, invece.
Gente intorno mi chiamava illusa,
gente matta invidiosa.
Non sa che sei cielo, universo;
altra cosa da lei, altra specie.


II

In questa agonia a cui mi hai costretto,
attesa perpetua disattesa:
mio male, e malinconia.
Eppure vedi, aspetto, sono qui.
Voce sperata, il passo sulle scale,
obolo di presenza, carezza di pensiero.
Piccola come sono, pronta
a baciare persino la tua assenza,
l’eco del minuetto
che concedi alla mia croce.


III

Infine arriva, atteso,
il giorno triste dell’addio,
mio uomo minimo
che facevo grande.
Invece tanto fragile e cialtrone
mi sei crollato addosso invertebrato.
Posso, devo, voglio confessarti
(in questa nostra ultima occasione)
che è stato solo un grosso malinteso.





PATTY PRAVO



I

Dovessi perderti,
dovessi per ipotesi restare sola
(col cuore spaesato, con la stessa paura
di un bambino svegliato da un incubo):
me ne starei comunque
a custodire il mio bene,
il mio orfano amore.
Lo farei crescere con la cura
che si deve a una causa persa,
a una parola promessa.


II

Cosa potrebbe capitare,
se decidessi
di rifarmi viva…
Tutt’al più un non saluto,
tacita indifferenza, tremito
impudico delle dita:
o arriveresti allo sputo?
Abusiva presenza al tuo cospetto;
meglio evitare,
Eccellenza.


III

Potenza del ricordo.
Ruvida la tua giacca
mi pungeva la guancia
nell’abbraccio, noi due
appoggiati alla macchina ferma.
“Camminiamo un po’”, dicevi.
Ma eri il tu di allora
o il lui di adesso?
Che idea folle replicare
il momento con uno che non sei.
La mia guancia
sulla sua giacca ruvida:
se suggerisce “Camminiamo, vuoi?”,
io taccio.





ORNELLA VANONI


I

Le luci, le macchine,
la sera che arriva.
Vetrine schizzate di pioggia
mi vedono riflessa, esitante
da ore.
Non verrai più, ho sbagliato
anche oggi ad aspettare.
Speranza che mi muore tra le dita,
mia vita sottomessa.


II

In giornate come questa
ti vengono in mente cose strane,
se tenti un bilancio che non quadra.
Fai il conto di perdite e ricavi
elenchi esperienze e delusioni
recuperi i tuoi santi e il loro dio.
Via con la testa, non senti mani e piedi,
lasci che vinca la malinconia
della morta
stagione invernale.
Speravi nel domani?
Sì, forse ci speravi,
facendoti del male.


III

Con lei?
Non credo riuscirai a dimenticarmi.
Da me così lontana (ha un altro passo
e un'altra voce; non ti vuole
nemmeno tanto bene).
Già ti vedo, titubante a scusarti
se ti sbagli e la chiami col mio nome,
confondi date musiche parole.
“Sono dettagli e non sostanza”
le dirai. Che scusa atroce.





Queste poesie sono un omaggio a tre Signore della nostra canzone: Mia Martini, Patty Pravo, Ornella Vanoni.
I versi citati sono tratti dai seguenti testi:
Minuetto, Almeno tu nell’universo, Piccolo uomo
Se perdo te
, Tutt’al più, Pazza idea
L’appuntamento
, Domani è un altro giorno, Dettagli
La silloge fa parte della raccolta inedita Rime e varianti per i miei musicanti.

Monday, 27 April 2020 00:00

Una vita fuori dagli schemi

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Marco Rovati le ha provate tutte, ma fino a oggi non ce l’ha fatta. Qual era il suo obiettivo, se non uscire dal passaggio stretto della quotidianità che, a suo dire, ha potuto impedirgli di essere sé stesso? In sostanza Marco non solo pretendeva dagli altri rispetto ma, con maggior forza, il riconoscimento della sua diversità. Il che lo ha spinto in un vuoto esistenziale dai contorni sfuggenti. Un susseguirsi di crisi, la prospettiva di successo sempre più lontana. E i rapporti umani a rischio, senza equilibrio. Ne soffriva, Marco.

Saturday, 25 April 2020 00:00

25 aprile

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O partigiano portati via
Lo sfruttamento e la gerarchia

Né comunismo né capitale
Unica via è l’anarchia

Tuesday, 21 April 2020 00:00

L'arrivo dell'estate

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Un fiore 

Non ho scelto un fiore
da mettere trai tuoi capelli
ma un fiore da coltivare
per l’amore che provo per te.

Tuesday, 14 April 2020 00:00

Preghiera per la fine del mondo

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Io padre onnipotente generato
Non creato da energia cosciente       

Creatore del cielo e della terra
Di tutte le cose visibili e invisibili

Fa’ che sia sempre consapevole
Di ciò che accade dentro e fuori

Monday, 06 April 2020 00:00

Tu

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Vaneggio tra quattro porte 
Chiuse dal mio Stato
D’emergenza invisibile

Sunday, 22 March 2020 00:00

Le mie pagine

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E allora. Non pretendo di ripercorrere il mio viaggio attraverso la narrativa dopo avere scritto racconti che volevano dare un orizzonte più ampio alla mia vita. Intendo piuttosto riportarmi col pensiero in ordine sparso ai tempi che mi hanno visto coinvolto − o meglio, impegnato − a ricercare possibili segni di realtà nello stare al mondo di noi umani.

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