“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 15 November 2013 01:00

La magica visione del silenzio

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Mani giganti, animaletti verdi, lombrichi, coppie innamorate con visi di carta igienica, facce cubiste, visi modellabili, esseri fantastici e straordinari, scie di luce e di seta, prese elettriche che fanno l’amore, piovre bicolore, fogli di carta volanti: non siamo né nel paese delle meraviglie, né sull’isola che non c’è; questo miracolo della fantasia si è compiuto nel pomeriggio di un giorno di novembre al Teatro Bellini grazie alla Mummeschanz Foundation, la compagnia italo-svizzera che l’anno scorso ha compiuto quarant’anni.

La loro proposta creativa si basa sul dialogo eccentrico e dinamico tra creature fantastiche prodotte dall’abile gioco illusionistico. I materiali utilizzati sono oggetti di uso comune: gomma, tubi, plastica, nastri e così via… Uno spettacolo adatto ai bambini ed utile agli adulti che possono concedersi un divertito esperimento di colori non impegnativo da un punto di vista intellettuale ma soltanto da quello dell’immaginazione. “I musicisti del silenzio” ricordano i Momix di Moses Pendleton grazie ai loro effetti scenici sospesi nel buio ad alte quote. Un lavoro semplice dove, nel vivace ricordo del piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, l’essenziale è davvero invisibile agli occhi. Il silenzio è la forma di rispetto principale per essere aperti e disponibili all’ascolto profondo e gli artisti creano la condizione necessaria perché questa regola di normale senso civico venga rispettata, sebbene qualche adulto ancora non abbia appreso bene la lezione; invece le sincere risate dei bambini erano la dimostrazione che lo spettacolo si rivolge alle categorie dell’immaginazione e della fantasia come prodotto spontaneo della creatività. Più di trenta sketches che non hanno nessun legame logico tra di loro se non il filo conduttore dell’imprevedibile effetto magico e l’obiettivo di ironizzare sulla durezza della vita.
Brevi, intense, rapide ed efficaci queste simpatiche scenette non annoiano mai grazie alle capacità metamorfiche delle immagini proposte. Una dimensione cubista dove i visi si frantumano su più piani e l’identità diventa un pretesto per ridere delle distorsioni e dei limiti del genere umano. La dimensione spazio-temporale dei Mummeschanz è eterna, infantile, poetica e intima. Le luci creano un’atmosfera da terza dimensione, da varco temporale verso una valle incantata lontana dal caos della grande città. Il pubblico è chiamato a giocare con un palloncino rosso gigante e con un omino nero con un cubo sulla testa alla ricerca che qualcuno gli disegni con dei pezzi di scotch i tratti somatici del volto.
Anche se a volte il desiderio ed il capriccio del pubblico avrebbero gradito che gli sketches non fossero così brevi, lo spettacolo come collage celebrativo funziona alla grande. Colori primari, figure geometriche essenziali, astrattismo, espressionismo, simbolismo: tutto l’universo delle forme e dei contenuti è presente in un solo spettacolo. È sempre un piacere intenso quando la fantasia e lo stupore collaborano per dilettare lo spirito. Non c’è forse nulla di più meritato del sorridere con godimento.    

 

 

 

 

 

 

Mummenschanz – I Musicisti del Silenzio
direttori artistici
Floriana Frassetto, Bernie Schürch
con Floriana Frassetto, Philipp Egli, Raffaella Mattioli, Pietro Montandon
direttore tecnico e lighting designer Jan Maria Lukas, Dino "Chico" De Maio
produzione Mummenschanz Foundation
durata
1h 30’
Napoli, Teatro Bellini, 13 novembre 2013
in scena dal 12 al 17 novembre 2013

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